Stefano Bandecchi rilancia la sua proposta di “lavoro di cittadinanza” e pungola la presidente Meloni, giudicata distante dalle istanze popolari e occupazionali che arrivano dal Paese.
La situazione macroeconomica, l’inflazione e gli alti tassi di disoccupazione italiani stanno portando, infatti, sempre più famiglie vicine alla soglia della povertà assoluta. La gravità di questa situazione impone, per Bandecchi, la messa in campo di azioni decise che vadano non nella direzione dell’assistenzialismo ma che intervengano nelle dinamiche del mercato del lavoro.
Tra salario minimo e reddito di cittadinanza, pertanto, il sindaco di Terni e coordinatore nazionale di Alternativa Popolare individua con concretezza una terza strada molto più efficace: il lavoro di cittadinanza.
Lavoro di cittadinanza, Bandecchi (AP): “Meloni va allo scontro con chi chiede di arrivare a fine mese”
La proposta di lavoro di cittadinanza, chiesta a gran voce mesi fa da Bandecchi e recentemente fatta “propria” anche dalla premier Meloni muove dalla semplice constatazione che solo il lavoro può dare dignità.
Ma non solo: in quanto sindaco di Terni, infatti, Bandecchi sa bene che in tanti Comuni l’erogazione dei servizi pubblici è resa impossibile dalla mancanza di personale che si potrebbe reperire proprio in quelle fasce di popolazione che, per un motivo o un altro, si sono trovate escluse dal mercato del lavoro.
Dopo la precettazione degli scioperi e “lo scontro con la piazza” con chi chiede avanzamenti legati ai “salari, all’occupazione e alla povertà” l’impressione di Bandecchi sull’atteggiamento dell’esecutivo è piuttosto cupa.
Secondo il coordinatore nazionale di Alternativa Popolare, infatti, ciò che si evince dal comportamento del governo Meloni è quanto questo sia “ostile alle istanze popolari e occupazionali”.
Bandecchi: “Il lavoro di cittadinanza è una soluzione concreta, ma il Governo non ascolta”
La critica di Bandecchi a Meloni è imperniata, pertanto, non solo nell’ostilità mostrata dal Governo nei confronti delle richieste del Paese, ma anche nella ormai acclamata tendenza ad insabbiare i problemi pur di non ammettere i propri limiti o i propri errori.
Se per il sindaco di Terni è giusto opporsi all’idea di «pagare i giovani per lasciarli sul divano di casa a oziare» è altrettanto vero che «c’è un problema per chi non ce la fa ad arrivare a fine mese» che la politica non può ignorare.
Il punto, dunque, è che anziché ragionare con le ideologie – salario minimo sì, salario minimo no; lavoro di cittadinanza sì, lavoro di cittadinanza no – i partiti devono proporre delle soluzioni concrete da applicare per risolvere gli squilibri occupazionali del mercato italiano.
L’esempio perfetto è, in questo senso, proprio il lavoro di cittadinanza proposto da Bandecchi. Questa misura, infatti, permetterebbe di «far lavorare chi ha bisogno» dando una mano «ai Comuni nell’erogazione di servizi come pulizia e il decoro» richiesti a gran voce dalla stessa cittadinanza.
Bandecchi: “Il Paese è in crisi e il Governo pensa al premierato”
Il problema, secondo Bandecchi, è però che il Governo «non ascolta e pensa al premierato anziché ai reali bisogni degli Italiani».
Proprio l’annuncio sul testo della riforma costituzionale – arrivato, guarda caso, in contemporanea con la presentazione della manovra di bilancio varata in deficit dal Governo – è per Bandecchi la prova che il Governo cerca di nascondersi dietro bandierine, provando a distrarre gli italiani dai problemi del Paese.
Secondo il coordinatore nazionale di Alternativa Popolare, infatti, non solo la riforma costituzionale non è una priorità dei cittadini, ma è talmente pasticciata da non risolvere il problemi di stabilità del sistema politico italiano», che anzi potrebbero addirittura aumentare.