A Crotone è attualmente in corso il processo contro i presunti scafisti a proposito della barca naufragata a Cutro, un disastro che causò la morte di 94 persone. La richiesta delle famiglie delle vittime è che i giudici chiamino in causa la responsabilità della Consap, concessionaria (partecipata al 100% dallo Stato) a cui spetta il risarcimento delle vittime di incidenti stradali o marittimi accaduti coinvolgendo mezzi non assicurati. Ad essersi opposta è Giulia Bongiorno, puntando ad un cavillo burocratico e definendo l’imbarcazione naufragata non assimilabile ad una imbarcazione da diporto.

Un aspetto su cui i giudici ancora devono esprimersi ma che testimonia la volontarietà di evitare il risarcimento alle famiglie delle vittime. Suscita molti dubbi, inoltre, la posizione della stessa Bongiorno. In molti giudicano inopportuno l’incarico data la sua posizione, già presidente della commissione giustizia della Camera.

Strage di Cutro, Piantedosi: “Lo Stato farà la sua parte”

In molti sono intervenuti sul tema. La stessa Bongiorno si è fatta da parte, definendo il suo incarico “estremamente circoscritto e già concluso”. Poco in più ha aggiunto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha ribadito come “sarà l’Avvocatura a decidere il da farsi”.

Una prima reazione a queste prese di posizione arriva dall’avvocato della difesa, Francesco Verri, che spera di interpretarle come un “saggio ripensamento”.

“Le parole del ministro Tajani e dell’avvocata Bongiorno sono un dietrofront? Sono la manifestazione di un saggio ripensamento? Lo Stato si è reso conto di aver agito in modo impietoso e sta correndo ai ripari? Se gli avvocati dicono che il loro lavoro è finito significa che non insisteranno nella loro tesi? Se il Ministro dice che la palla passa all’Avvocatura, vuol dire che ci stanno ragionando sopra? Bene. La Consap ritiri prima del 29 novembre la richiesta di estromissione presentata al Tribunale di Crotone e, in caso di condanna dei presunti scafisti, paghi i danni ai familiari delle vittime.”

Piantedosi: “Lo Stato non si volta dall’altra parte”

A mettere un punto alla questione Cutro, almeno fino al pronunciamento definitivo dei giudici, è il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi. Egli ha sottolineato come lo Stato non intenda voltarsi dall’altra parte di fronte ad una tragedia simile.

“E’ un dato formale, una di quelle eccezioni processuali che si fanno in contesti giudiziari, ma lo Stato non si volta dall’altra parte e farà tutto quello che gli compete per indennizzare le vittime di questa drammatica, tragica sciagura che successe a febbraio scorso”.

La tragedia aveva suscitato ampie reazioni anche nel resto d’Europa, soprattutto dopo l’invio di una lettera firmata da Giorgia Meloni e indirizzata a Bruxelles. Nella missiva si chiedeva agli alleati di fare più in fretta e trovare insieme una soluzione al fine di evitare altre tragedie del mare come questa. Si era convenuto nel dover trovare soluzioni sostenibili e al contempo a lungo termine, ma nei fatti a livello comunitario non è cambiato nulla. L’unico passo fatto dall’Italia riguardo al tema migranti è un accordo firmato tra Tirana e Roma, che di fatto però non risolve su larga scala il problema. Essendo un tema europeo, la soluzione andrebbe trovata tra gli stati membri.