Mercoledì scorso l’Arco della Pace di Milano è stato imbrattato da alcuni attivisti del gruppo ambientalista Ultima Generazione. Non è la prima volta che il gruppo agisce nel capoluogo lombardo, ma in questo caso a spiegarne le ragioni è una delle protagoniste del fatto. Si tratta di una ragazza di 24 anni, di Milano, che spiega i motivi dietro al gesto.

“L’ultimo report dell’Ipcc (relativo ai cambiamenti climatici, ndr) dice che tra ottant’anni la razza umana, se continuerà così, sarà estinta. Quindi per chi stiamo preservando l’arte? Piuttosto pensiamo a preservare la vita, e poi pensiamo all’arte. Faccio parte di Ultima Generazione da un anno e mezzo. Questa non è la prima azione a cui partecipo. Ero anche all’imbrattamento della statua equestre in piazza Duomo. Poi ho fatto diversi blocchi stradali.”

Ultima Generazione, le ragioni spiegate da un’attivista: “Noi non vogliamo rimanere in silenzio”

La giovane attivista prosegue sottolineando l’impegno a non rimanere in silenzio di fronte alle tante crisi mondiali. In primis quella climatica ma il riferimento è anche a quella sociale, senza dimenticare i conflitti in corso come quello in Palestina.

“Noi non vogliamo rimanere in silenzio. Quello che diciamo, anche a livello di crisi climatica e di crisi sociale, è che non vogliamo essere complici di qualcosa che sta accadendo. E quindi non parlare di quello che sta succedendo in Palestina sarebbe come essere complici.

Il nostro Stato non solo continua a investire nel fossile, ma investe anche soldi in società che esportano armi per le guerre. Non voglio vivere in un posto dove i soldi che pago con le tasse vengono investiti in questo modo qui. Va contro la nostra Costituzione. E la nostra Costituzione ripudia la guerra.”

Ultima Generazione: “Noi siamo sempre stati politici”

Il volto politico di Ultima Generazione non si è mai nascosto. Senza mai appoggiare chiaramente un partito piuttosto che l’altro, il movimento ambientalista ha però preso posizioni nette riguardo agli avvenimenti mondiali degli ultimi anni. Sarebbe un controsenso non farlo, anche perché le azioni che portano avanti sono finalizzate essenzialmente al “farsi ascoltare da chi ha il potere di far cambiare le cose“: dalla vernice a Milano a quella usata a Firenze.

“Per me è stato molto difficile riuscire a imbrattare i monumenti perché ho studiato arte, mi sono laureata in graphic design, ho avuto molti corsi di storia dell’arte e quindi è stata dura dover fare questo, perché l’arte è stato un elemento molto importante nella mia vita. Però mi sono detta: cosa è più importante per me? Il fatto che non potrò avere dei bambini? Oppure che morirò di caldo prima? O è più importante preservare l’arte? E la preservo per chi? Per chi stiamo preservando l’arte se il report Ipcc ci dice che, continuando su questo passo, tra ottant’anni saremo estinti?

A me dispiace fare queste azioni, perché riconosco che sono assurde: non vorrei mai bloccare una strada o imbrattare un monumento. Però so che è un metodo molto efficace per farsi ascoltare da chi ha il potere di far cambiare le cose.”