Prima di pubblicare questo articolo, Tag24.it ha riascoltato un vecchio file audio. Si tratta della registrazione di una conferenza stampa datata 12 aprile, sette mesi fa, nei fichissimi locali di Netflix, a Roma. Era la conferenza stampa di presentazione della serie tv “Il caso Alex Schwazer“; che poi è la serie in cui lo stesso marciatore altoatesino a un certo punto guarda fisso in macchina e sibila: “Dovevo doparmi“. Una serie in cui si racconta una storia, e in ogni storia ci sono un buono e un cattivo. Alex Schwazer, checché ne dicano detrattori e difensori a spada tratta, incarna per sua stessa ammissione entrambi.
Riepilogo sugli ultimi sviluppi del caso Schwazer, il marciatore che non è un criminale ma nemmeno un martire
La conferenza stampa arrivava a un tiro di schioppo dall’ultima parola della giustizia ordinaria sul caso, la pietra tombale sulle speranze del marciatore di dimostrare che le provette di urina del test a sorpresa del 1° gennaio 2016, quello da cui partì poi la squalifica di otto anni, furono manipolate o che vennero prodotte prove false per cui venne incriminato. La procura chiese e ottenne l’archiviazione per un’inchiesta che, come ricordò in quell’incontro con i giornalisti lo stesso Sandro Donati, prima grande accusatore poi allenatore e strenuo difensore del 39enne marciatore, partì per dimostrare con una “probabilità vicina alla certezza” che ci fu appunto manipolazione. In realtà la formula esatta usata dal gip fu “alto grado di probabilità“, che non è certezza e non è nemmeno verità assoluta. Significa che nessuno, nell’intero globo terracqueo, è al momento in grado di dimostrare che quei campioni furono manipolati.
Però bisogna tornare a quella conferenza stampa e a una domanda che l’autore di queste righe pose al marciatore: “È vero che già nel 2006 cercavi su Internet informazioni circa sostanze proibite?” Schwazer aveva risposto solo a fine incontro, a quattr’occhi, relativamente lontano dalle altre persone presenti in quella stanza e che accolsero con un sorriso a mezza bocca la domanda del giornalista. E ne parliamo in calce all’articolo. Schwazer rispose in maniera diretta a un’altra domanda e cioè: “Nella storia raccontata nella serie, tu sei il buono o il cattivo?” “Cattivo ci sono diventato – disse – prima ero buono”. Per il resto, è la cosiddetta indagine Olimpia condotta dalla Procura di Bolzano a rispondere già alla prima domanda, correggendo però al 2008: l’anno in cui Schwazer vinse (da pulito e senza l’aiuto di sostanze dopanti assunte invece nel 2012) le Olimpiadi e quello in cui si mise, appunto, a informarsi sul tema.
Alex Schwazer non andrà alle Olimpiadi di Parigi, ma i dubbi erano pochi…
Notizia di ieri sera è che Alex Schwazer non andrà alle Olimpiadi di Parigi del 2024 poiché la Wada (l’agenzia mondiale antidoping) non gli ha concesso lo sconto sulla squalifica in scadenza il 7 luglio 2024. Ed è piuttosto ovvio, a partire dal fatto che non è la Wada a concedere tale sconto, semmai l’Athletics Integrity Unit. E ancora: lo sconto richiesto riguarderebbe l’attività del marciatore altoatesino nell’individuare un tecnico che sottoponeva i propri atleti a pratiche dopanti. Il problema è che questo allenatore fosse già noto e presente nella famosa “Prohibited Association List” della Wada, trasparente come l’acqua e consultabile in rete. Non solo: come abbiamo già spiegato qui, l’atleta turca citata come esempio dai legali del marciatore altoatesino ha ricevuto la riduzione quando ha scelto di collaborare con la propria federazione e la federazione internazionale e, a voler essere puntigliosi, nel settembre 2017 è stata squalificata a vita per una terza positività.
A dire il vero, qualcuno obietta anche sul lavoro svolto da Alex Schwazer in quest’ultimo periodo di squalifica, perché ha allenato, quando lo stop forzato invece non lo consentirebbe. Lui assicura che si trattasse di atleti amatoriali. Nomi eclatanti effettivamente non sono mai emersi…
L’8 luglio 2016 Alex Schwazer veniva ufficialmente sospeso dalla federazione internazionale. Il 7 luglio 2024 è data impossibile per acciuffare una qualificazione ai Giochi di Parigi. E sarebbe stato impossibile anche un maggio o un giugno 2024, nonostante i duri allenamenti che il marciatore svolge nella casa del Grande Fratello sul tapis roulant. Per una ragione semplicissima: la 50 km, la gara in cui Alex era un supercampione, non esiste più. Continua a esistere la 20, che per i “cinquantisti” è una specie di corsa in moto senza manubrio, ed esiste la marcia mista, che nessuno ha corso (né visto) mai e a Parigi farà il debutto ufficiale.
Un sogno impossibile inseguito fino all’ultimo, ma perché?
“Ecco il giornalista ca*adubbi e disinformato che rispunta fuori: se fosse impossibile, perché Alex sta spendendo tutti suoi giorni per inseguire il suo sogno?”, domanderà qualcuno. In effetti non possiamo rispondere a questa domanda. Possiamo però dire che il bagno di popolarità di questi ultimi tempi al Grande Fratello è incredibile; e possiamo dire che tutti vogliono bene a Schwazer e sono disposti, come Giampiero Mughini, a piangere per lui e a promuovere finanche scioperi della fame. In ultimo, le parole della sua manager Giulia Mancini sul sito della Gazzetta dello Sport:
Alex qualche tempo fa ha già partecipato a Pechino Express, una bella esperienza perché gli ha permesso di vedere posti nuovi. Inoltre, sono anche aiuti dal punto di vista economico. In questi anni ha speso molto per portare avanti la questione.
Vi dobbiamo la famosa risposta a quella domanda iniziale. Eccola: “Nel 2008 cercai informazioni sull’ormone della crescita, ma quella roba non l’ho mai toccata in vita mia. Ai tempi si vociferava che molti ne facessero uso. Ricordo ancora quella Coppa del mondo in Russia (era a Cheboksary, ndr), quella in cui arrivai terzo, ma passai secondo perché squalificarono il primo. I russi facevano il cavolo che volevano. Io ho barato nel 2012, e basta”. Appunto: Alex Schwazer non è un criminale né un martire. Vuoi vedere che la verità sta nel mezzo?
Del resto, è da sette articoli a questa parte che cerchiamo di spiegarlo: dal piano Schwazer, ai partiti pro e contro Schwazer, alle accuse dei colleghi, alle accuse degli allenatori, al caso Alptekin, allo sciopero della fame.