Il dibattito in atto sull’intelligenza artificiale ha avuto ricadute anche in ambito crypto, ove nel corso degli ultimi anni sono apparse una serie di soluzioni incentrate proprio sull’AI. Fetch.ai è una di queste, ma il suo debutto risale al 2019, quando ancora non era comparso all’orizzonte ChatGPT il programma di OpenAI che ha scatenato una vera e propria corsa allo sfruttamento commerciale del nuovo filone. Andiamo quindi a vedere di cosa si tratti e a cosa sia dovuta la sua già notevole popolarità.

Fetch.ai: di cosa si tratta

Fetch.ai è una rete di apprendimento automatico dedicata alla formazione di una rete decentralizzata di dispositivi guidati dall’intelligenza artificiale e in grado di sfruttare una vasta quantità di dati per riuscire a guidare in maniera ottimale dei processi in determinati ambiti. Ad esempio:

  • il trading in ambito DeFi;
  • le reti energetiche;
  • le reti di trasporto;
  • i tanti dispsoitivi legati all’Internet of Things (IoT)

Per condurre tali processi Fetch.ai si appoggia su una quantità enorme di dati che vengono rapidamente appresi dal sistema, proprio grazie all’AI.

L’avvio del progetto risale al 2017, quando Thomas Hain, Toby Simpson e Humayun Sheikh lo hanno fondato all’interno dell’ateneo di Cambridge, ove svolgevano il ruolo di ricercatori. L’intento iniziale era appunto quello di dare vita ad una rete alimentata da intelligenza artificiale predittiva e capace di apprendimento automatico, in grado di essere utilizzata per svariate mansioni.

Come funziona Fetch.ai

La rete Fetch.ai si basa su un libro mastro condiviso, il quale rende possibili transazioni su scala globale contrassegnate da grande sicurezza e velocità. Gli scambi che hanno luogo sulla sua blockchain possono arrivare a 30mila al secondo, un dato il quale gli consente di proporsi come strumento di pagamento in concorrenza con quelli tradizionali.

A rendere possibili queste prestazioni è lo sharding, ovvero la suddivisione della blockchain in frammenti più piccoli. In ognuno di essi avviene il trattamento dei dati relativi ad un insieme di transazioni, senza alcuna necessità di impiegare l’intera rete allo scopo. In tal modo è alleggerito il carico di lavoro spettante ad ognuno dei meccanismi presenti nell’ecosistema.

La piattaforma viene costantemente aggiornata con nuovi dati, i quali sono appresi in automatico grazie all’AI e che vengono apportati da partner disseminati non solo nel Regno Unito.

In questo sistema un ruolo essenziale è svolto dagli Autonomous Economic Agents (AEA), veri e propri cittadini digitali che sono in grado di affinare le proprie azioni proprio grazie all’apprendimento continuo. In tal modo sono in grado di fornire servizi sempre più rifiniti e precisi a chi ne necessita.

Nel meccanismo congegnato, un ruolo chiave è poi svolto dal token FET, il quale viene utilizzato per accedere agli oracoli blockchain, la creazione del proprio AEA e per sfruttare tutte le opportunità che sono disponibili all’interno della rete. Compreso lo staking, ovvero il deposito dei gettoni virtuali in cambio di una rendita passiva.

Le prospettive per il futuro

Come abbiamo appena visto, quindi, l’ecosistema di Fetch.ai si caratterizza per gli elevati livelli di innovazione. Nel suo ecosistema convivono intelligenza artificiale, sharding e oracoli, ovvero alcune delle tendenze tecnologiche che stanno emergendo con sempre maggior forza, anche all’interno della scena crypto.

FET è al momento posizionato al 113° posto nella classifica relativa alla capitalizzaione di mercato. Nel corso dell’ultima settimana, però, ha dato vita ad una crescita superiore al 17%, segno evidente che l’interesse intorno al progetto si sta notevolmente rafforzando.

Un interesse derivante dalla constatazione delle grandi potenzialità di Fetch.ai, le quali potrebbero consentirgli di attrarre un gran numero di soggetti nel suo ecosistema. Il suo destino, quindi, non dipende tanto dai capricci del mercato o dalla definitiva fine del cripto winter, quanto da una effettiva crescita di popolarità presso i settori cui si rivolge. Che sono in effetti molti, come abbiamo già sottolineato. Non resta quindi che capire se tale crescita avverrà nell’immediato futuro, favorita magari da un dibattito sull’intelligenza artificiale che sembra destinato a intensificarsi a sua volta.