Il cardinale Pietro Parolin condanna fermamente gli attacchi agli ospedali di Gaza nell’ambito del conflitto in Medio Oriente. Il riferimento del Segretario di Stato vaticano è all’ospedale al-Shifa della Striscia, ritenuto tra i covi dei vertici di Hamas e assediato dalle forze di difesa israeliane negli ultimi giorni.
All’interno della struttura ci sono ancora centinaia di pazienti e sanitari, persone innocenti che non possono fare nulla per difendersi dai soldati. Intervenendo in videocollegamento ad un evento organizzato da Sky Tg24, Parolin invoca “il principio fondamentale del diritto umanitario internazionale“.
Ci sono alcuni luoghi, alcuni posti che, anche in caso di guerra, debbono essere salvaguardati: prima di tutto gli ospedali. Non deve essere posto nessun ostacolo all’attività dei medici e degli operatori sanitari. La Chiesa insiste sul rispetto di questo diritto internazionale umanitario.
Il cardinale Parolin: “Il bombardamento degli ospedali in Medio Oriente dimostra la disumanità della guerra”
Il bombardamento, continua il cardinale, “ci dimostra la disumanità della guerra, che non tiene conto di niente e di nessuno”.
L’unico obiettivo diventa quello di distruggere il nemico, di distruggere l’avversario, passando sopra ai diritti fondamentali delle persone, e il primo diritto è quello di essere curati. Questi posti devono essere salvaguardati da parte di tutti nessuno deve utilizzarli per i suoi scopi e nessuno deve colpirli. Devono essere posti di sicurezza per tutti.
Il quadro internazionale è quanto mai complesso, con la guerra che sta “tornando come mezzo di soluzione dei conflitti” e sta “sostituendo la forza del diritto“. Ma ad allarmare c’è anche il pericolo antisemitismo, “un mostro che tenta di risorgere” ed “un pericolo in agguato” al quale “dobbiamo stare attenti”.
Abbiamo visto nel secolo scorso la Shoah cosa ha prodotto. Il problema è che ci si dimentica del passato ma occorre avere presente il senso della Storia. La persona umana è degna di rispetto.
“Liberazione degli ostaggi punto chiave per risolvere la situazione”
Il Segretario di Stato vaticano ribadisce poi l’importanza della liberazione degli ostaggi, “un punto chiave per risolvere la situazione”. Un “appello” che Papa Francesco “ha fatto più volte, in ogni suo intervento da ottobre”.
Tra le persone sequestrate, sottolinea Parolin, “ci sono bambini, neonati, donne incinte, anziani, non solo israeliani ma anche appartenenti ad altri popoli e ad altre religioni”.
Lo stesso cardinale, a margine di un evento parallelo a Palazzo Borromeo, a Roma, ha sottolineato che il Vaticano sta “lavorando” ad un “incontro dei familiari degli ostaggi con il Papa“. Un’ipotesi che, rivela, “speriamo al più presto di poter realizzare”.