Il 17 novembre 1994, il Chiapas, una regione del Messico, è stato testimone della nascita dell’EZLN, un movimento che ha rivoluzionato il concetto di lotta indigena. Prendendo ispirazione dal leggendario rivoluzionario Emiliano Zapata, l’EZLN (Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale) ha lottato per i diritti degli indigeni, opponendosi all’imperialismo e alle politiche neo-liberali che hanno a lungo oppresso queste comunità.

EZLN: la trasformazione del leader, da subcomandante Marcos a Sup Galeano

Rafael Sebastián Guillén Vicente, noto come Subcomandante Marcos, è stato a lungo il volto dell’EZLN. Tuttavia, nel 2014, l’EZLN ha deciso di andare oltre la figura carismatica di Marcos. Questo cambiamento simboleggia una nuova era per l’EZLN, puntando a un approccio più collettivo nella loro lotta.

L’evoluzione dell’EZLN: dalla guerra alla resistenza culturale

La storia dell’EZLN non è solo quella di un movimento di guerriglia armata, ma anche di un cambiamento verso forme di resistenza più culturali e sociali. Tramite le sue Dichiarazioni della Selva Lacandona, l’EZLN ha incentrato l’attenzione sull’importanza della difesa dei diritti indigeni e la costruzione di un modello di nazione basato su principi di democrazia, libertà e giustizia.

“¡Ya Basta!”: il grido di battaglia dell’EZLN

Il grido “¡Ya Basta!” dell’EZLN, emerso durante l’entrata in vigore del NAFTA, riflette il rifiuto delle politiche neo-liberali e la richiesta di giustizia sociale.

L’EZLN ha creato un modello unico di autonomia, basato su principi di democrazia diretta e sostenibilità ambientale. Questo approccio ha rafforzato la loro lotta per l’autonomia e la giustizia, ispirando altri movimenti indigeni e di resistenza in tutto il mondo.

Infatti, l’EZLN ha influenzato non solo i movimenti indigeni in America Latina, ma anche gruppi di resistenza globali, contribuendo a creare un dialogo transnazionale su temi di giustizia sociale e diritti umani.

L’evoluzione politica del Messico e l’influenza dell’EZLN

Il 2000 ha visto l’EZLN impegnato in un dialogo diretto con il governo, cercando di influenzare le modifiche costituzionali riguardanti l’autonomia indigena. Tuttavia, il processo si è dimostrato complicato, con diverse interpretazioni e controversie legislative.

Le elezioni del 2000 in Messico, vinte da Vicente Fox del PAN, hanno segnato una svolta storica, ponendo fine a settant’anni di dominio del PRI. In questo contesto, l’EZLN ha giocato un ruolo cruciale nel plasmare il dibattito politico, soprattutto in relazione ai diritti indigeni e alla lotta contro il neoliberalismo.

Gli accordi di San Andrés e la marcia verso la capitale

Nonostante i tentativi di dialogo, come la marcia del 2001 verso Città del Messico per chiedere la promulgazione di una legge sugli indigeni, l’EZLN ha affrontato tradimenti, sfide e criticità, che hanno messo in discussione la stessa esistenza dell’Esercito.

L’EZLN ha creato una struttura autonoma di governo, i Municipi Autonomi Ribelli (MAR) e i Caracoles, basati su processi decisionali collettivi. Questi centri rappresentano il principio di “comandare obbedendo” e dimostrano l’approccio non capitalista dell’EZLN nella gestione di economia, giustizia, istruzione, sanità e lavoro.

L’EZLN non solo si oppone alla politica interna messicana ma critica anche le politiche economiche globali come il neoliberismo e la guerra al terrorismo degli Stati Uniti.

L’inizio dell’Altra Campagna: la sesta dichiarazione della Selva Lacandona

Nel giugno 2005, l’EZLN lanciò un’iniziativa rivoluzionaria con la Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona. Questa chiamata all’azione invitava vari settori politici e individui a unirsi per ristrutturare le relazioni sociali in Messico. Il movimento proponeva un “Programma Nazionale di Lotta” e l’elaborazione di una nuova costituzione politica che riflettesse le aspirazioni del popolo messicano, basandosi su principi quali anticapitalismo e orizzontalità.

Nell’ambito dell’Altra Campagna, il Delegato Zero (Subcomandante Marcos) iniziò nel gennaio 2006 una marcia attraverso il Messico. L’obiettivo era portare attenzione su varie questioni sociali, tra cui la discriminazione subita da comunità transessuali, omosessuali e lesbiche. Durante questa marcia, si ebbero gravi incidenti di violenza, tra cui due morti, numerosi feriti e arresti, che portarono l’EZLN a dichiarare uno stato di allerta totale.

La trasformazione di Marcos

Il Subcomandante Marcos è stato una figura iconica per l’EZLN fino al 2014, quando annunciò la sua “morte” simbolica come personaggio pubblico. Questo passaggio segnò una nuova tappa nella lotta zapatista, con un focus maggiore sull’azione collettiva e meno sulla figura del leader.

Nel 2014, il Subcomandante Marcos, ora conosciuto come Galeano, decise infatti di fare un ulteriore passo indietro, enfatizzando la lotta collettiva piuttosto che la leadership individuale. Questa mossa fu simboleggiata da un testo che univa la poesia di Ruben Dario e la musica di Astor Piazzolla, dimostrando l’impegno dell’EZLN a una riflessione più ampia sui conflitti globali e le loro vittime innocenti.

L’espansione dell’EZLN nel 2019 e la creazione di nuove aree autonome

Nel 2019, l’EZLN annunciò un’importante espansione dei territori sotto il suo controllo autonomo nel sud-est del Messico, dimostrando la crescita e la resilienza del movimento. Questo includeva la creazione di undici nuovi “centri di resistenza autonoma“, che riflettevano un aumento significativo della loro influenza e capacità organizzativa.

L’EZLN ha messo in atto una struttura organizzativa complessa per gestire efficacemente le sue aree autonome. Questa struttura include i Governi Autonomi Locali (GAL), Collettivi di Governo Autonomi Zapatisti (CGAZ) e Assemblee dei Collettivi dei Governi Autonomi Zapatisti (ACGAZ).

L’EZLN continua la sua lotta per i diritti delle popolazioni indigene e la difesa dell’ambiente, ma affronta anche ostacoli notevoli, inclusa la repressione governativa. Tuttavia, il movimento rimane un simbolo di resistenza e autonomia, ispirando movimenti simili in tutto il mondo.