L’inchiesta relativa al caso scommesse nel mondo del calcio si allarga, a finire dentro le indagini della Procura Federale di Torino anche il difensore del Milan Alessandro Florenzi. E’ il quarto nome dopo quelli di Fagioli, Tonali e Zaniolo (condannati i primi due dopo il patteggiamento, mentre l’attaccante dell’Aston Villa continua a difendersi dicendo di non aver scommesso sul calcio), con il terzino che nel pomeriggio di oggi è stato ascoltato dai pm.
Un’ ora di interrogatorio dove il giocatore ha chiarito la sua posizione, dichiarandosi estraneo a presunte scommesse calcistiche.
Caso scommesse, Florenzi categorico: “Non ho puntato sul calcio”
Esercizio abusivo di attività di gioco o di scommessa. E’ l’accusa mossa al terzino del Milan. La stessa di Zaniolo. Il nome di Florenzi è uscito nella serata di ieri, oggi pomeriggio l’incontro con gli investigatori a Torino, insieme al legale Antonio Conte. Un ora in cui il giocatore ha ribadito fermamente la sua posizione: ha sfruttato queste piattaforme illegali, non per scommettere sul calcio però. Solo roulette e altri giochi d’azzardo, ma niente pallone.
La stessa confessione fatta anche da Zaniolo in sede di interrogatorio. Infine Florenzi ha lasciato la struttura da un’uscita secondaria per non dare nell’occhio, in attesa di conoscere quelli che saranno i prossimi sviluppi.
Se la versione di Florenzi dovesse dovesse essere confermata, il giocatore se la caverebbe soltanto con una multa, mentre se dovesse uscire fuori che il difensore del Milan abbia scommesso anche sul calcio, ecco che andrebbe incontro ad una probabile squalifica, così come successo a Fagioli e Tonali.
La FIGC osserva
Per quanto riguarda la giustizia sportiva invece, tutto tace. Si aspettano ulteriori sviluppi per capire il da farsi. Se dovesse rimanere tutto così, non ci sarebbero azioni degne di nota. Sulla vicenda dunque il presidente della FIGC Gabriele Gravina aspetta sereno, così come da lui dichiarato: “Florenzi è uno dei casi che ho letto sulla stampa. Non mi sembra ci siano le condizioni che possono destare preoccupazione. In caso di illegalità, adotteremo come sempre fatto la doppia scelta di punire severamente ma di accompagnare anche con un processo di recupero. Ma per ora non abbiamo nulla”.
Perchè l’obiettivo di Gravina non è quello di colpire a prescindere, ma di risolvere quello che è un problema sicuramente presente nel mondo del calcio, ovvero quello della ludopatia. E per farlo servono bastone e carota per il presidente della FIGC: “Sento del fenomeno che si sta allargando da tanto tempo. Ad oggi mi attengo ai fatti senza cadere nel qualunquismo che non fa bene a nessuno. Io mi attengo ai numeri che sono di due casi accertati. Di altri non abbiamo elementi”.