Protagonista degli anni Ottanta e Novanta. Giuseppe, ‘Nanu’ per tutti, Galderisi, si è giocato la sua chance con la Juventus di Trapattoni quando era ancora giovanissimo. Talento cristallino, attaccante rapido e grintoso, in bianconero vince due scudetti, ma è con maglia del Verona che raggiunge la sua consacrazione definitiva. Anche in gialloblù vince un campionato storico, da assoluto protagonista. Poi le esperienze con il Milan e con la Lazio e soprattutto l’emozione di vestire la maglia della azzurra della Nazionale. Per commentare i prossimi impegni dell’Italia di Spalletti, e la mancata convocazione di Ciro Immobile, Galderisi è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Italia-Macedonia, Spalletti senza Immobile, Galderisi a Tag24
Il tempo corre via veloce e siamo già alla vigilia della prima sfida importantissima per l’Italia di Spalletti. Domani, allo stadio Olimpico di Roma, gli azzurri incontreranno la Macedonia del Nord e non hanno possibilità di errore. Per proseguire nella strada verso la qualificazione a Euro2024, non si può far altro che vincere. Un passo alla volta, prima il match di domani e poi quello di lunedì contro l’Ucraina. Il nuovo CT non vuole distrazioni e spera di poter iniziare a vedere le prime risposte alle sue richieste. Per commentare i prossimi due impegni della Nazionale e la mancata convocazione di Immobile, Galderisi è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Prima la Macedonia del Nord, poi l’Ucraina. Che tipo di Nazionale ti aspetti?
“Abbiamo bisogno di due grandi risultati, importanti e rotondi. Ormai c’è sempre il timore che ogni partita possa complicarsi e non abbiamo più quella spavalderia che avevamo fino a qualche tempo fa, viste le ultime brutte esperienze. Sono sicuro che sia a Roma domani che lunedì fuori casa, faremo due grandi gare. L’importante però è ragionare un passo alla volta. Pensiamo alla Macedonia del Nord e buttiamo via i vecchi fantasmi”.
Sei stato un attaccante, e hai giocato anche con la maglia della Lazio. Cosa pensi della non convocazione di Ciro Immobile?
“Sinceramente adoro quando un allenatore prende una decisione, anche impopolare, e ne dà una spiegazione. Sono sicuro che Spalletti avrà chiamato direttamente Immobile e gli avrà spiegato le sue motivazioni. Ciro è secondo me l’attaccante più forte che abbiamo in Italia, è un allenatore esperto ed empatico come Luciano Saprà sicuramente gestire situazioni di questo genere. Lo aspetterà sicuramente, e mi auguro che al prossimo europeo Immobile possa essere capocannoniere”.
Nessun caso quindi, c’è ancora posto per Immobile in Nazionale?
“Sono straconvinto che Spalletti tenga ben in considerazione Immobile, ma deve essere anche bravo a gestire i momenti. In questo preciso istante evidentemente c’è qualche altro attaccante che può dargli maggiori garanzie. Ci sono giocatori che stanno meglio, ma lui sa perfettamente quanto Immobile potrà essere utile alla nostra Nazionale. Anche perché altrimenti non avrebbe avuto senso dargli la fascia di Capitano al suo arrivo”.
A proposito invece degli altri attaccanti, tanti giovani su cui rifondare l’Italia. A chi è più giusto fidarsi in questo momento?
“Scamacca è arrivato a un punto importante e adesso deve dare risposte sul campo. Tutti, nell’ambiente, ci aspettiamo grandi cose da lui per le sue qualità fisiche, ma anche tecniche. Per come vede la porta, per come calcia, ma anche per come riesce a finalizzare tutta la mole di gioco che si crea intorno a lui. Sarebbe fondamentale per l’Italia trovare a questo punto un’alternativa di un certo livello ad Immobile. Poi c’è anche Raspadori, che sa fare un po’ di tutto. Insomma mi aspetto di partire con Scamacca, ma poi a gara in corso l’attaccante del Napoli può diventare determinante”.
Terza sosta e terzo ritiro per Luciano Spalletti. Possiamo già iniziare a vedere la sua idea di gioco?
“Non del tutto, non come si vorrebbe, ma chi accetta di fare il CT lo sa bene e lo mette in conto. Prima di prendere una scelta del genere si devono mettere sul piatto della bilancia i pro e i contro. È un lavoro diverso, oculato. Si deve agire sulla testa di ogni singolo per tirar fuori il meglio da ognuno. La forza della Nazionale deriva da quanto riesci a seguire il tuo allenatore, cercando di mettere insieme ai compagni più amore possibile in quello che devi fare. Il tempo per preparare determinati meccanismi non c’è, ma il tempo per capire cosa si vuole fare sì”.