Napoleon di Ridley Scott è uno dei film epici più attesi degli ultimi anni, come d’altronde il maestro ormai 85enne ci ha abituato nel corso della sua carriera. Capace di trovare una nuova giovinezza artistica dopo il recente splendido “The Last Duel” ci riprova, anche se stavolta il risultato è tutto fuorché perfetto. Il suo Napoleon è un bel film, con una regia ispirata e una fotografia a tratti kubrickiana per l’utilizzo estremo della luce naturale nelle maestose sequenze di battaglia. La vera luce del film è Vanessa Kirby, che con la sua Giuseppina è talmente ispirata da rendere quasi normale un’ottima interpretazione come quella di Joaquin Phoenix nei panni dell’Imperatore dei francesi.
Napoleon, la recensione di un bel film con sequenze epiche
Se i fan più accaniti di Bonaparte si erano scagliati sulla scelta di Ridley Scott di far assistere il giovane capitano alla decapitazione di Maria Antonietta nonostante nella realtà si trovasse a Tolone avevano storto la bocca potrebbe insorgere una vera e propria rivoluzione dopo la visione completa della versione cinematografica: nella prima parte dell’epopea napoleonica manca tutta la parte di riforme pubbliche attuate dal console, cancellato con un colpo di spugna per lasciare maggiore spazio ad un napoleone più intimo con i suoi problemi coniugali. Sicuramente al grande pubblico potrà intrigare maggiormente scoprire qualcosa in più sul Napoleone uomo fragile e succube della donna della sua vita sotto certi aspetti, ma se si affronta un’epopea di questo tipo non si può non fare un grande ritratto delle imprese pubbliche e storiche dell’imperatore.
L’imperatore che non comanda a casa sua, quasi una satira quella di Ridley Scott
Il Napoleone dipinto da Ridley Scott nel suo privato è quasi una rappresentazione farsesca del potere, un uomo capace di gestire al millimetro le strategie militari conquistando la fiducia di centinaia di migliaia di soldati e milioni di cittadini che non riesce a fare altrettanto a casa sua con la moglie Giuseppina. Legata a lui da grande affetto, ma mai forse da amore vero. Il rapporto difficile e succube verso il gentil sesso è una costante in tutto Napoleon, con anche alcuni momenti in cui si evince la debolezza dell’uomo rispetto a quanto solermente dipinto nella storia. Un Napoleone dunque molto simile in questi aspetti al Commodo che Joaquin Phoenix incarnò per lo stesso Scott ne “Il Gladiatore”.
Cosa manca dal punto di vista storico? Alcune mancanze sono gravi
Il paragone con la splendida mini serie tv del 2002 da questo punto di vista è emblematica: se qui le sequenze delle battaglie (ma attenzione, manca Trafalgar Square) sono spettacolari lì c’era la vera essenza di quanto realizzato da Napoleone in Francia. Un uomo divinizzato nella vittoria e altrettanto amato nella sconfitta. Nonostante abbiano pagato il prezzo delle poche devastanti sconfitte in Russia e a Waterloo con una restaurazione salatissima in Francia ancora oggi si pensa a Napoleone per le sue conquiste e ciò che ha portato di buono al popolo francese grazie alla sua ricchissima stagione riformista. Tutto questo nel film di RIdley Scott non c’è e con un interprete come Joaquin Phoenix è quasi una colpa mortale. Si vede il grande contrasto dell’uomo nel prendere alcune decisioni difficili, su tutte quella del rapporto con Giuseppina, ma non è minimamente descritto il viaggio di lotta interiore che lo porta a quelle decisioni. Ridley Scott sembra limitarsi all’ovvietà, oseremmo dire che la sua ricerca storica si sia fermata al motto “Il cavallo bianco di Napoleone era bianco”.
Durata ridotta la cinema, che la extended cut colmi i vuoti?
La speranza degli appassionati è che tutte queste lacune siano colmate dai più di 120 minuti extra della versione estesa già annunciata da Ridley Scott per Apple TV, un taglio davvero incredibile per la cosiddetta “release cinematografica” che è però quella tra l’altro attenzionata dall’Academy per le nomination ai prossimi Oscar. Il regista non è nuovo a questo tipo di operazione, ma anche in passato con Robin Hood il giudizio globale non cambiò con l’ampia edizione estesa rispetto a quella cinematografica. Napoleon resta un film con una recensione più che positiva, in grado di emozionare e tenere incollato il pubblico e sicuramente la maggior parte del pubblico non noterà neppure le assenze. Resta l’amaro in bocca perché gli ingredienti per fare un film che restasse impresso indelebilmente nella storia della settimana arte c’erano tutti.
Cosa dobbiamo aspettarci per la corsa all’Oscar?
Sottolineando come Ridley Scott possa ottenere una nuova nomination alla regia e la fotografia sia praticamente certa della cinquina agli Oscar 2024 resta il dubbio per le altre candidature tecniche: i costumi e le scenografie possono farcela, così come montaggio e sonoro dove però non hanno possibilità contro “Oppenheimer”. Il film di Christopher Nolan è il più grande rivale anche per quanto riguarda la regia stessa ed il cast: Joaquin Phoenix dovrà vedersela con Cillian Murphy per la statuetta più ambita, mentre per Vanessa Kirby la vera sfida potrebbe essere con Lily Gladstone di “Killers of the Flower Moon”.
Ridley Scott ha fatto un grandissimo errore non inserendo “La Battaglia di Marengo”, che Napoleone aveva perso sul campo e rivinto grazie al generale Desaix (che trovò la morte proprio attaccando gli austriaci). Senza la vittoria della “Battaglia di Marengo”, non sarebbe diventato il Napoleone che tutti conosciamo, e non esisterebbero battaglie come Austerlitz e Waterloo.
Nelle battaglie di Austerlitz, Waterloo, Lipsia, Jena e Wagram (citate in ordine sparso), il cavallo di Napoleone Bonaparte si chiamava Marengo. Dopo avere perso la Battaglia di Waterloo, Napoleone si rammaricava di non avere avuto al suo fianco il generale Desaix, e che Waterloo era una Marengo più sfortunata.