Quando scenderanno i tassi dei mutui nel 2024? Dopo un periodo prolungato di offerte vantaggiose sui mutui immobiliari, attualmente stiamo assistendo a un notevole aumento dei tassi di interesse, con una tendenza costante al rialzo. Questo andamento è confermato dai dati recenti forniti da ABI e Bankitalia, che segnalano un ulteriore incremento dei tassi di interesse sui mutui nel mese di novembre 2023. Inoltre, evidenziano come il mercato non abbia ancora recepito completamente la temporanea frenata della BCE ai continui rialzi del costo del denaro. La domanda principale è: cosa possiamo aspettarci per i mutui verso la fine del 2023 e l’inizio del 2024? Continueranno a salire o si stabilizzeranno su nuovi livelli?
Tassi mutui 2024, quando scenderanno?
A partire dal 20 settembre 2023, i tassi di interesse principali della BCE sono fissati al 4,50%, mentre quelli per il rifinanziamento marginale raggiungono il 4,75%, e quelli sui depositi presso la Banca Centrale Europea si attestano al 4,00%.
Per il 2024, è probabile che si verifichi una stabilizzazione intorno al 5%. Questa prospettiva è anche influenzata dalle previsioni sull’inflazione, che si prevede rimanga elevata nei prossimi anni: al netto degli effetti energetici, l’inflazione dovrebbe oscillare intorno al 5,1% nel 2023, al 2,9% nel 2024 e al 2,2% nel 2025 secondo la BCE.
Tuttavia, va sottolineato che queste sono previsioni elaborate dagli esperti e il futuro andamento dei tassi sarà determinato dal Consiglio direttivo della BCE, tenendo conto dell’evoluzione delle prospettive sull’inflazione e sull’economia, con decisioni sui tassi prese di volta in volta durante le riunioni.
La prossima data da tenere d’occhio è il 14 dicembre 2023. Se la BCE decidesse anche solo un incremento dello 0,25%, ciò porterebbe il costo del denaro al 4,75% alla fine del 2023. È ragionevole aspettarsi ulteriori aumenti nel corso del 2024. Solo verso la fine del 2024, potrebbe verificarsi una fase di stabilizzazione prima di una potenziale discesa graduale nel 2025.
Perché i tassi dei mutui continuano ad aumentare?
La ragione dietro l’ulteriore aumento dei mutui risiede nell’aumento dei tassi di riferimento come l’Euribor e l’IRS. Questo incremento è una diretta conseguenza della politica restrittiva della Banca Centrale Europea, mirata a contrastare l’aumento dell’inflazione, avviata a luglio 2022. Questa politica ha portato ad un aumento del costo del denaro, influenzando i tassi di interesse sui mutui: in meno di un anno, il costo del denaro è salito dall’0% al 4,50%.
Nonostante la BCE non abbia incrementato i tassi nell’ultima riunione di ottobre, il mercato non ha acquisito fiducia. È plausibile che il rallentamento nella stretta monetaria sia temporaneo, e le banche sono consapevoli di questa incertezza.
Per quanto riguarda le prospettive, si prevede, verso la fine del 2023 e nel 2024, una crescita dell’Euribor, seppur meno marcata rispetto al primo semestre dell’anno. L’IRS, utilizzato per i mutui a tasso fisso, ha triplicato il suo valore rispetto all’inizio dell’anno, ma dopo l’estate ha mostrato un rallentamento, risultando attualmente più conveniente rispetto al tasso variabile.
Nel caso dei mutui a tasso variabile, la tendenza mostra un costante aumento dei tassi mese dopo mese. Nel corso del 2023, ad ogni incremento dello 0,75% nel tasso variabile, si è verificato un aumento di circa 80 euro al mese e di quasi mille euro all’anno su un mutuo ventennale da 100mila euro.
Che tipo di mutuo conviene fare oggi?
Considerando il quadro attuale dei tassi, il mutuo più conveniente sembra essere a tasso fisso. Tuttavia, tenendo conto di una possibile normalizzazione futura, gli esperti suggeriscono di valutare anche le formule ibride, come i mutui a tasso misto.
Ad esempio, i mutui variabili con cap presentano un costo superiore rispetto ai tassi variabili standard ma inferiore a quelli fissi, offrendo i vantaggi di entrambe le opzioni: l’iniziale convenienza del tasso variabile, con un limite massimo impostato (cap) sulla rata.
Un’altra opzione sono i mutui a tasso variabile con opzione, che consentono di passare dal tasso variabile al fisso, offrendo flessibilità nella gestione del tasso di interesse.