Nel campo della lotta contro il cancro, una nuova luce di speranza si è accesa grazie a una scoperta rivoluzionaria di alcuni ricercatori americani.
Questi scienziati hanno individuato un “interruttore” che ha il potere di innescare la morte delle cellule tumorali. Questo straordinario progresso apre scenari promettenti per la ricerca oncologica, poiché i dettagli di questa scoperta promettono di trasformare radicalmente l’approccio alle terapie.
Scendiamo nei dettagli e vediamo in cosa consiste questa nuova speranza contro il cancro.
Come si sviluppa il cancro?
I medici studiano da molto tempo la cura contro il cancro e adesso, forse, siamo ad un ottimo punto.
Il cancro è una delle cause di morte più comuni nel mondo, purtroppo in aumento anche tra i giovani, ma negli ultimi anni il rischio di morire a causa di questa malattia è diminuito all’interno dell’UE. Ciò è dovuto anche ai miglioramenti nella prevenzione, nella diagnosi precoce e nel trattamento del cancro.
Come nasce il cancro? Fattori esterni come alcol e nicotina, radiazioni UV o il contatto con sostanze chimiche possono danneggiare il materiale genetico delle cellule, in alcuni casi, trasformandole in maligne.
Ma normalmente il sistema immunitario riconosce le cellule la cui informazione genetica non è più corretta e le elimina.
Se ciò non accade, le cellule un tempo innocue possono svilupparsi in cellule tumorali e infine in un tumore. Questo cresce in modo incontrollabile e sposta e distrugge le cellule e gli organi sani. Non è ancora del tutto chiaro il motivo per cui il sistema immunitario a volte trascura queste cellule mutate.
Nuova speranza contro il cancro, in cosa consiste
In genere, il cancro nel corpo viene trattato con chirurgia, chemioterapia e radioterapia. Tuttavia, questi trattamenti possono presentare degli svantaggi. La rimozione chirurgica non può sempre rimuovere tutte le cellule tumorali. Ciò di solito richiede ulteriore chemioterapia e radioterapia.
Questi trattamenti mettono a dura prova l’intero organismo e possono indebolire ulteriormente il sistema immunitario. Per questo motivo i ricercatori sono costantemente alla ricerca di ulteriori metodi di trattamento.
Negli ultimi anni sono stati sviluppati nuovi approcci che si basano invece sull’attivazione del sistema immunitario del corpo.
Ultimamente gli scienziati dell’Università della California hanno pubblicato sulla rivista Nature un nuovo studio su un cosiddetto recettore della morte sulle cellule tumorali.
Gli scienziati scrivono che questo recettore funziona come un “interruttore” che può innescare una risposta immunitaria specifica e l’autodistruzione (apoptosi) delle cellule tumorali.
Il recettore della morte spegne le cellule tumorali. Si trova sulla superficie delle cellule tumorali e ne influenza la crescita. Se attivato, può causare l’autodistruzione delle cellule, da qui il nome recettore della morte.
Il team guidato da Jogender Tushir-Singh, professore associato presso il Dipartimento di Microbiologia Medica, Immunologia e autore principale dello studio, è riuscito a identificare l’area del recettore che innesca l’autodistruzione delle cellule tumorali.
Si tratta del cosiddetto epitopo: una piccola area sulla superficie del recettore a cui si legano le cellule del sistema immunitario e innescano così una risposta immunitaria specifica.
Se una cellula immunitaria si lega a questo epitopo – e quindi identifica la cellula come malata – può attivare un “interruttore” nella cellula tumorale e innescare così l’autodistruzione.
I precedenti tentativi di attaccare questo recettore finora non hanno avuto successo, afferma Jogender Tushir-Singh. Ora che l’epitopo è stato identificato, in futuro potrebbe esserci un modo per attivare specificamente il recettore nei tumori.
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Come si potrà utilizzare questa nuova terapia in futuro
I ricercatori sperano che questo trattamento possa diventare un farmaco appropriato, ad esempio in combinazione con la terapia immunologica con cellule CAR T.
Con la terapia con cellule CAR T, le difese dell’organismo o il sistema immunitario dovrebbero essere nuovamente diretti contro le cellule tumorali. “CAR” sta per “recettore dell’antigene chimerico”.
Per questa terapia, le cellule immunitarie del paziente (leucociti) vengono prelevate e fornite in laboratorio del recettore dell’antigene CAR in modo che possano riconoscere meglio le cellule tumorali. Vengono poi reimmesse nella persona malata.
Lo svantaggio è che questa terapia deve essere preparata individualmente per ogni persona.
Le cellule immunitarie possono agganciarsi meglio alle cellule tumorali attraverso il recettore CAR e attivare così i meccanismi di difesa del sistema immunitario.
Attivando contemporaneamente i recettori della morte (recettori Fas) sulle cellule tumorali, queste dovrebbero uccidersi e quindi supportare l’immunoterapia.