Emergono nuovi dettagli sull’omicidio di Pierina Paganelli, consumatosi in via del Ciclamino, a Rimini, la sera del 3 ottobre scorso: nel corso del loro ultimo sopralluogo, gli inquirenti avrebbero analizzato, in particolare, l’ascensore della palazzina in cui la 78enne viveva ed è stata trovata morta. L’obiettivo era provare a ricostruire la fuga del killer negli attimi successivi al delitto. E in effetti a qualcosa si è arrivati.
Omicidio di via del Ciclamino a Rimini, indagini sull’ascensore
Ascoltando i rumori di sottofondo catturati dai filmati delle telecamere di videosorveglianza installate nei pressi della scena del crimine – le stesse che avrebbero registrato le urla strazianti della vittima dopo il “ciao” del suo assassino – i tecnici specializzati sarebbero riusciti a ricostruire il tragitto compiuto dall’ascensore della palazzina.
Dopo essere rimasto bloccato per una quindicina di minuti (tenuto aperto, forse, da qualcuno, visto che l’impianto elettrico non era stato manomesso), attorno alle 22.15 l’apparecchio sarebbe tornato agibile e, risalendo dal garage, avrebbe raggiunto il terzo piano.
Una circostanza ancora da verificare con certezza, ma che potrebbe finalmente stringere il cerchio. Potrebbe essere stato il killer, infatti, a prenderlo. E al terzo piano, la sera dell’omicidio, c’erano i principali sospettati: Manuela e Loris Bianchi (insieme alla figlia 16enne della donna); Valeria Bartolucci e il marito Louis Dassilva, amante della nuora di Pierina.
I primi due avrebbero trascorso la serata insieme a cena. A dimostrarlo sarebbero delle foto scattate da Manuela al fratello attorno alle 22.50 e inviate sul telefono della figlia, che in un primo momento aveva invece sostenuto di aver visto lo zio uscire per le 22.10, poco prima dell’omicidio.
Nell’appartamento accanto, Valeria e Louis avrebbero guardato un film, anche se non ricordano quale. Louis ha sempre detto di voler riposare, perché ancora dolorante e zoppicante a causa di un incidente avuto il giorno prima. Le telecamere, però, lo hanno smentito.
Il giallo dei vestiti di Louis
L’uomo, di origini senegalesi, poco prima del delitto si sarebbe scambiato dei messaggi intimi con Manuela, che gli avrebbe anche rivelato di essere agitata per la riunione con i Testimoni di Geova che avrebbe dovuto tenersi la sera successiva, il 4 ottobre.
Chiamato dagli inquirenti a consegnare i vestiti indossati la sera dell’omicidio della vicina di casa, avrebbe fornito quelli che aveva portato il giorno prima, salvo poi tornare sui suoi passi e darli tutti. All’appello, però, mancherebbe una t-shirt di colore bianco.
È possibile che non l’abbia consegnata per un motivo preciso? La scientifica starebbe già analizzando i vari reperti sequestrati, tra i quali ci sarebbero anche degli asciugamani con presunte macchie di sangue. Asciugamani trovati a casa del padre di Manuela e Loris, Duilio Bianchi, che vive a poca distanza dall’appartamento di Pierina.
L’incidente del figlio Giuliano Saponi
Mentre cercano di far combaciare i pezzi di un puzzle che si fa sempre più complicato, gli inquirenti indagano anche sul misterioso incidente subito dal figlio di Pierina, Giuliano Saponi, lo scorso maggio. L’uomo, uscito di casa per andare a lavoro, era stato trovato qualche ora dopo in fin di vita.
La pista più credibile sembrerebbe essere quella di un incidente: Saponi potrebbe essere stato investito da un suv o un furgone pirata. Meno probabile, invece, l’ipotesi di un’aggressione volontaria, che comunque all’inizio non era stata esclusa.
Lui sembra non ricordare nulla. Dopo cinque mesi di degenza, a fine ottobre è tornato a casa dalla moglie Manuela – con cui, al momento del sinistro, era in crisi – e la figlia, nello stesso condominio in cui la madre è stata massacrata con 29 coltellate da una persona che, presumibilmente, conosceva.