Le elezioni presidenziali in Russia del 2024 sono fissate per il 17 marzo, con un eventuale ballottaggio previsto per il 7 aprile. Queste elezioni si svolgono in un contesto unico, dato il coinvolgimento della Russia in una guerra prolungata con l’Ucraina. L’attenzione è rivolta principalmente al presidente attuale, Vladimir Putin, la cui candidatura rimane incerta, ma soprattutto agli avversari: chi sono?

Elezioni Russia 2024: come funziona la legge elettorale e il voto

In Russia, il presidente viene eletto a suffragio universale e rimane in carica per sei anni. La legge prevede un ballottaggio se nessun candidato raggiunge la maggioranza assoluta al primo turno, simile alle elezioni amministrative in molti altri paesi.

Dal 1999, con l’eccezione del periodo 2008-2012, Vladimir Putin ha dominato il panorama politico russo. La sua potenziale ricandidatura per un quinto mandato è oggetto di speculazione, con sondaggi che predicono una vittoria schiacciante se dovesse correre.

Putin ha firmato modifiche alla legge sulle elezioni presidenziali che permettono lo svolgimento delle elezioni in territori sotto legge marziale e introducono restrizioni per i giornalisti nei seggi elettorali. Queste modifiche hanno ovviamente sollevato preoccupazioni e perplessità sulla trasparenza e l’integrità del processo elettorale.

Elezioni Russia 2024: chi sono i candidati all’opposizione

La scena politica per le elezioni del 2024 ruota attorno a Putin, ma il suo principale oppositore, Alexei Navalny, non sarà in grado di candidarsi a causa della sua detenzione. Partiti di opposizione come il Partito Comunista e il Partito Liberale, che hanno supportato la linea governativa durante la guerra con l’Ucraina, parteciperanno con propri candidati, che però non sono ancora noti: le loro scelte, comunque, non sembrano destare preoccupazioni per l’attuale presidente.

La decisione di Putin di candidarsi o meno avrà un impatto significativo non solo sulla politica interna russa ma anche sulle dinamiche geopolitiche globali. La sua leadership ha plasmato la Russia moderna e le sue relazioni con il resto del mondo, in particolare durante il conflitto con l’Ucraina.

Il panorama politico russo è stato segnato dalle morti violente di figure di spicco come Boris Nemtsov e Alexander Litvinenko, e dall’omicidio di giornalisti come Anna Politkovskaya. Questi casi hanno indignato l’opinione pubblica, soprattutto fuori dalla Russia, sollevando più di qualche interrogativo sulla effettiva libertà di espressione nel Paese dell’Orso, specialmente in termini di democrazia e libertà nelle preferenze elettorali.

Nonostante le sfide e i pericoli, figure come Alexei Navalny continuano a sfidare il potere consolidato. Navalny, attualmente in carcere, rappresenta una voce critica nell’opposizione al governo di Putin. Altri oppositori hanno scelto l’esilio per continuare la loro attività.

Previsioni elettorali e sondaggi

Secondo recenti sondaggi, come quelli del Levada Center, l’indice di gradimento di Putin è cresciuto notevolmente, superando l’80%. Questo aumento di popolarità, soprattutto in seguito alla crisi ucraina, potrebbe influenzare significativamente l’esito delle elezioni.

Il messaggio della Russia all’Occidente

Secondo fonti anonime citate dall’agenzia Reuters, Putin avrebbe comunque sciolto le riserve e deciso di ricandidarsi alle presidenziali. Dal Cremlino, tuttavia, sono arrivate delle smentite a questo rumor, con il portavoce Dmitri Peskov che ha dichiarato che non è stata annunciata ancora una campagna elettorale.

A fine maggio, uno degli oppositori di Putin, tale Boris Nadezhdin, durante una diretta tv sul canale NTV, ha auspicato un cambio di figura al vertice: “Dobbiamo scegliere qualcun altro, non Putin, e allora tutto andrà bene”. Potrebbe proprio essere Nadezhdin l’avversario più “temibile” di Putin, anche se, stando ai sondaggi attualmente emersi, una riconferma di Putin non sarebbe affatto in discussione.

Certo è che una vittoria di Putin, largamente prevista data la mancanza di candidati alternativi forti, sarebbe un chiaro messaggio politico all’Occidente. Questo scenario andrebbe a rafforzare la posizione internazionale della Russia e confermerebbe la sua direzione politica sotto la guida di Putin.