Il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani parla al quotidiano La Stampa delle accese discussioni sullo sciopero di venerdì 17 novembre 2023.
Secondo il ministro scegliere la strada del mero scontro politico non tutela i lavoratori come dovrebbe ed è stato saggio per i sindacati non essersi spinti troppo oltre nella sfida.
Sciopero 17 novembre 2023 Tajani rifiuta lo scontro politico
Il braccio di ferro Governo-Sindacati sullo sciopero di venerdì 17 novembre ha fatto parlare l’Italia per giorni e Tajani si dice soddisfatto degli esiti. La decisione di accettare uno sciopero ridotto a 4 ore è stata, secondo il vicepremier, una scelta prudente da parte dei sindacati.
Il ministro, infatti, afferma:
“È stato saggio, da parte dei due sindacati (Cgil e Uil), non aver portato la sfida a estreme conseguenze. La difesa dei lavoratori si indebolisce se una struttura come il sindacato sceglie la via dello scontro politico.”
Il segretario di Forza Italia ribadisce che nessuno aveva intenzione di arrivare ad uno scontro con le parti sociali e che le richieste di sciopero si stavano trasformando in una lotta non utile alla tutela dei lavoratori.
La posizione di Tajani sulla precettazione voluta da Salvini
Tajani, con le sue dichiarazioni, spiega in che cosa consiste la vera sconfitta dei due sindacati, Cgil e Uil. Il vero errore sarebbe, secondo il ministro, quello di non aver incluso anche la Cisl e, dunque, di non aver garantito unità sindacale.
Definisce così la debolezza dei sindacati:
“Il non essere riusciti a coinvolgere tutto il mondo del lavoro. Questo è segno che la loro è una posizione debole e politicizzata“.
La precettazione dello sciopero che ha voluto Matteo Salvini rientrerebbe semplicemente nei poteri del ministro dei Trasporti. Ciò che Tajani evidenzia, piuttosto, è il rispetto della decisione della Commissione di garanzia sugli scioperi. Essa aveva rifiutato il carattere “generale” della mobilitazione dei sindacati Cgil e Uil.
“Se il Garante prende una posizione, è giusto rispettarla. Il Garante è un’autorità indipendente”.
Secondo alcuni esponenti politici come De Magistris e Silvestri (M5s) la precettazione sarebbe un attacco ai diritti costituzionali.