Instagram e Facebook “bannano” Alternativa Popolare e di nuovo il coordinatore nazionale di AP, nonché Sindaco di Terni Stefano Bandecchi. Ed è una cosa grave e allo stesso tempo vergognosa e perfino puerile, anche perché si parla di personaggi pubblici e di un partito che non hanno fatto nulla per essere bannati, sospesi e additati come violenti.
“E’ un attacco politico, bello e buono, ma noi non staremo zitti“, avverte Stefano Bandecchi, amareggiato e deluso per quanto è successo, ma allo stesso tempo determinato, considerato che era stato sospeso una ventina di giorni fa ed era appena rientrato. Ora è di nuovo fuori, come se fosse stato cattivo e meritasse di stare dietro alla lavagna. Ma per cortesia, ma che razza di politica aziendale è mai questa? Oppure è un modo di fare politica, eliminando dal coro e dalla “piazza“, chi non la pensa col pensiero comune, vedi Israele o il Lavoro di Cittadinanza?
Instagram e Facebook “bannano” Alternativa Popolare e Bandecchi: un giochino politico degli avversari per farci stare zitti
Un’assurdità. Sembra quasi un paradosso, sembra di stare ai confini della realtà, ma è dannatamente e tristemente tutto vero. “Sei stato nominato, vai fuori…“, sembra dicano così sia Instagram sia Facebook, quasi ridacchiando. Prima a Stefano Bandecchi poi ad Alternativa Popolare. Ed è questa assonanza che stona, stride e fa insospettire. Ridicoli. Come ridicolo è l’iter per cui si viene estromessi dal mondo social e virtuale.
Puntare il dito e accettare le segnalazioni da chi lo fa per proprio tornaconto. Come fanno i vili. Bel modo di essere democratici e aperti al mondo. E’ l’opposto. E’ vedere il mondo o tutto nero o tutto bianco. Come si fa nelle dittature.
Pensare che si sta parlando di due grandissime e potenti aziende come Instagram e Facebook, che fanno capo al Gruppo Meta, di Mark Zuckerberg, sì lo stesso personaggio che parla di libertà di espressione, di pensiero e di linguaggio. Ma non è così. Ed è inconcepibile. Possibile che al loro interno, di Instagram e Facebook, in Italia, ci siano dirigenti o funzionari pronti ad accettare situazioni simili?
Dirigenti pagati fior di quattrini che, davanti a vicende del genere, dovrebbero essere più attenti, anche e non solo quando ad essere esposti sono personaggi pubblici e soprattutto politici che cercano di veicolare il loro messaggio attraverso i social. D’altronde, lo fanno tutti, con alterne fortune, anche i ministri della Repubblica italiana. Ma c’è chi può farlo in modo impunito, dicendo fesserie ogni giorno e facendo anche violenza “vera”, ma restare lì, al proprio posto, come se niente fosse.
Basta che una o venti persone ti segnalano, perché magari gli sei antipatico o non gli piace quello che Bandecchi o Alternativa Popolare dicono e propongono, per essere estromessi in un battito di ciglia? E’ così che funziona? L’azienda spesso si giustifica, affermando che è l’algoritmo che determina le eventuali estromissioni. Beh, allora c’è qualcosa che funziona male (o perfino troppo bene ndr) ed è al limite della censura vera e propria. Ed è la verità. E’ quanto è successo e sta succedendo.
Ci dispiace per l’accostamento, ma per i bambini non certo per chi porta avanti le puerili e superficiali politiche aziendali di Instagram e Facebook, ma nemmeno le più piccole e innocenti creature si comporterebbero in maniera così poco democratica, così poco intelligente e così meschina e inetta.
Bandecchi: “Ci vogliono chiudere la bocca, è un caso politico. Grave e pericoloso”
Sembra proprio che il gruppo Meta abbia “dichiarato guerra” all’intero movimento di Alternativa Popolare che, giorno dopo giorno, sta prendendo sempre più piede. E forse questo comincia davvero a dare fastidio, a Terni e non solo. Guarda caso, il giorno dopo la presentazione della candidatura di Riccardo Corridore alla presidenza della Regione Umbria. Solo una coincidenza? Forse no. Ed è qui che c’entra la politica e diventa un caso politico grave e vergognoso, soprattutto perché si tappa la bocca a un partito e questo neanche si può fare.
Fa sorridere e allo stesso tempo anche inquietare che Facebook abbia bannato proprio il profilo ufficiale di Alternativa Popolare, dove non esiste e non c’è alcun commento o linguaggio violento da parte di nessuno. Ma come, se c’è un partito che parla con tutti e lascia parlare tutti, anche quelli che non sono d’accordo proprio per pluralità e confronto, è proprio Alternativa Popolare di Stefano Bandecchi, ma forse per Facebook è troppo e quindi si inventa la “bugia“, perché tale è, che AP usa un linguaggio violento e quindi, anche Alternativa Popolare deve andare fuori. Doppiamente ridicoli. Vergognosi e “tanati”, come direbbe qualcuno.
Ma non finisce qui. Ora potrebbero rischiare di pagarne le conseguenze, moralmente e anche economicamente, perché se poi non c’è alcun linguaggio violento e Alternativa Popolare e Stefano Bandecchi si sono sentiti danneggiati da Instagram e Facebook, quest’ultime potrebbero riconoscere danni morali e d’immagine per svariati milioni di euro. E’ già capitato.
Il coordinatore nazionale di Alternativa Popolare Stefano Bandecchi non ci sta e attacca con tutte ke sue forze: “Instagram non è che ha un computerino che basta che ci siano venti segnalazioni e ci toglie, c’è dell’altro. Uno dei motivi per cui sono stato bannato è perché io scrissi che il prossimo che si lavava i piedi nella fontana di Terni lo prendevo a schiaffi, io sarei il violento perché è normale che si lavano i piedi nelle fontane, giusto no? E’ un attacco a me e ad Alternativa Popolare perché non la sopportano e lo stesso con me. E’ un giochino politico, vile con Instagram e Facebook che si prestano agli avversari politici o agli amici degli avversari politici che scrivono cose non vere, tipo che siamo violenti e ci bannano. Ma ora basta”.