Un ragazzo per bene, educato e a modo. Figlio d’arte e volto noto del piccolo schermo, Francesco Oppini ha raggiunto il grande pubblico partecipando alla quinta edizione del GF Vip condotto da Alfonso Signorini. Dopo essere uscito dalla casa più spiata d’Italia, Francesco però ha preferito concentrarsi soprattutto sul calcio, una delle sue passioni più grandi. Opinionista, commentatore e accanito tifoso bianconero, per commentare il momento della Juventus di Allegri, proiettandoci anche al derby d’Italia, contro l’Inter, Oppini è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Juventus, Allegri al lavoro per l’Inter: Oppini commenta a Tag24
Quattro vittorie su quattro partite disputate dalla Juventus. Questo è il bottino della formazione di Allegri da una sosta all’altra. Eppure c’è ancora chi si lamenta, chi non apprezza il gioco dei bianconeri e chi vorrebbe vedere una squadra più propositiva in campo. Il mister fa orecchie da mercante, preferisce glissare sulle critiche e continua dritto sulla sua strada. Al rientro, dopo questa pausa, arriva il big match con l’Inter capolista. Una partita che potrà dire molto sulle sorti di questa stagione. Un faccia a faccia interessante, che probabilmente ci porteremo nel corso dei prossimi mesi per una serrata lotta scudetto. Per parlare di questo, del momento della Juve e di Allegri, proiettandoci già alla sfida con l’Inter, Oppini, volto noto della tv e tifoso bianconero, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
La Juventus vince, ma molti tifosi si lamentano del gioco di Allegri. Tu da che parte stai?
“Mi sembra incredibile che ci sia gente che continua a lamentarsi del gioco di Allegri. I tifosi che non riescono a capire il momento e pretendono le cose impossibili non li riesco proprio a capire. Sono gli stessi che non hanno festeggiato gli scudetti di fila, che non sono contenti delle Coppa Italia e delle finali di Champions. Ogni pretesto è buono per cacciare il mister. Si deve invece essere consapevoli di quello che si ha e gioirne. Non si può essere ingordi e non capire le situazioni, perché sono chiare e palesi. Ad oggi la Juve è oggettivamente inferiore, come rosa, alle due milanesi e al Napoli. In mezzo al campo ha qualità inferiori anche a Roma e Lazio”.
Cosa ci dobbiamo aspettare da questa squadra?
“Per tantissimi era la sesta o settima squadra d’Italia, ma non per me che la ritengo una rosa da terzo o quarto posto. Posizione in cui vorrei ricordare che è arrivata anche lo scorso anno. Sono sempre stato un estimatore degli allenatori seduti sulla panchina bianconera, salvo stagioni disastrose. Bisogna però analizzare il perché delle cose e lo scorso anno è successo di tutto. Allegri è sulla panchina da tre anni e ha fatto il quarto posto al primo, il terzo al secondo e vedremo quest’anno”.
Anche in questa stagione, di fatto, ci sono state un paio di situazioni extra campo che ne potevano condizionare la stagione e che invece Allegri ha gestito perfettamente. Non trovi?
“Certo, come no! Quello che dici, l’ho percepito di persona parlando con lui e andando a trovare la squadra appena prima del derby contro il Torino. L’ambiente, dopo Atalanta-Juve, che è stata forse la prestazione peggiore dell’anno, era sereno e tranquillo. Lui è un uomo dalle spalle larghissime, che conosce molto bene il calcio e affronta alla grande le critiche. Sarà per questo che è così pagato. Scossoni presidenziali e dirigenziali, poi le penalizzazioni, le scommesse, il caso del doping di Pogba. Insomma sono stati due anni che avrebbero tagliato le gambe a chiunque. Pensate all’Inter e al Milan nel momento delle proprietà cinesi. Quelli erano disastri totali, non c’erano stagioni da secondo o terzo posto o finali in vista”.
Questa può essere la stagione della rinascita?
“La Juve è una squadra giovane che sta rifondando e in campo, nelle ultime due partite, ha avuto più di mezza squadra con giocatori al di sotto dei 22 anni di media. Bisogna essere consapevoli, come lo è Allegri e aspettare pazientemente il momento della stagione in cui gli altri avranno la fase più complicata delle Coppe, per chi andrà avanti, per rosicchiare punti importanti”.
Allegri evita di parlare di scudetto, pensi siano solo pretattica e strategia?
“Può essere, così come può essere un modo di fare per allentare la pressione. Dopo il pareggio con l’Atalanta, ho parlato con il mister che era perfettamente consapevole del fatto che la Dea in quel momento era l’avversario peggiore, per il modo di giocare e per le assenze. Ma era altrettanto consapevole che la squadra di Gasperini è la prima su cui fare la corsa per la Champions League, visto che le due milanesi e il Napoli sono avanti. Non poniamo limiti alla provvidenza, ma serve pragmatismo. La Juventus deve portare a casa quello che serve. Se i bianconeri avessero affrontato quella sfida con uno spirito diverso, forse avrebbe preso tre gol. Trovo molta coerenza tra le parole di Allegri in conferenza stampa, e il suo modo di affrontare le partite. Quando può osa, quando sa che non può aspetta e gioca in quel modo lì”.
Quindi è quello che ti aspetti anche contro l’Inter?
“Sarà una sfida con due formazioni molto simili dal punto di vista tattico. Inzaghi gioca con il 3-5-2 e Allegri quest’anno ha impostato la squadra con lo stesso modulo o al massimo con un 4-4-2. Sarà una partita decisa dagli episodi, un po’ come lo scorso anno. È una gara che io sento tantissimo perché la rivalità con i nerazzurri, dal 2006 in poi, per quel che mi riguarda è diventata una cosa differente rispetto a prima. Va riconosciuto che loro in questo momento sono una squadra mono forte dello scorso anno, ma più completa in ogni reparto”.
Per come stanno le cose oggi, la Juventus rischia di arrivare al derby d’Italia in emergenza a centrocampo…
“Nutro la speranza di poter recuperare Locatelli. Un calciatore di quel livello lì, se il dolore si assorbe, può affrontare la partita con un antidolorifico. La differenza tra noi e l’Inter, in questo momento, è proprio qui. Se alla Juve mancano Locatelli e Rabiot, noi abbiamo Nicolussi e Miretti e loro hanno Frattesi e Asllani in panchina. Speriamo che la sosta non faccia danni, in questo senso”.