Abnegazione, sacrificio, carattere, ma anche talento, grinta e tanto lavoro. Non servono troppo parole per descrivere Sergio Pellissier. L’attaccante che ha scalato le montagne, superando ogni ostacolo, pur di arrivare al livello che si era prefissato. Aostano di nascita, veronese di adozione, è stato una delle ultime bandiere del calcio moderno, con lo spirito del calcio d’altri tempi. Una lunga gavetta tra Serie B e Serie C, prima di essere notato dal Chievo Verona. Con i clivensi scatta subito l’amore, un amore che sarà infinito. Sergio scrive la storia: 17 stagioni, 517 presenze, 112 gol in Serie A e 139 in totale. L’uomo dei record, esempio di fedeltà e determinazione, ha appeso gli scarpini al chiodo all’età di 43 anni. Per commentare lo stato attuale degli attaccanti in Italia e le scelte di Spalletti, con la mancata convocazione di Immobile, Pellissier è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Spalletti non convoca Immobile, Pellissier a Tag24
La Nazionale di Luciano Spalletti si prepara per affrontare al massimo le prossime due partite. Gli azzurri sono di fronte ad un momento cruciale, un bivio davanti al quale sbagliare strada non è possibile. Contro la Macedonia del Nord venerdì, e contro l’Ucraina lunedì, non ci sarà margine d’errore. Per strappare Euro2024, l’Italia non deve far altro che vincere. Il nuovo C.t. lo sa bene e per questo ha selezionato con attenzione i ragazzi a cui affidarsi. Tanti giovani importanti e di prospettiva, su cui costruire la Nazionale del futuro. All’appello però manca il capitano, Ciro Immobile. L’attaccante della Lazio, in questa prima parte di stagione ha dovuto fare i conti con qualche guaio fisico, ma ora sembra essere tornato in forma. Evidentemente però, non abbastanza. Per commentare la mancata convocazione di Immobile, Pellissier, ex attaccante e bandiera del Chievo, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Partiamo dalle note dolenti e da chi è rimasto fuori dalle convocazioni di Spalletti, mi riferisco ovviamente a Immobile. Tu cosa ne pensi?
“Partiamo dal presupposto che Spalletti lo ritengo un ottimo allenatore e che giustamente avrà fatto le sue scelte nel modo che ritiene più corretto per il suo modo di giocare. Detto questo penso che in Italia, l’unico vero attaccante, completo, sia Immobile. Lo ha dimostrato in questi anni e dell’età a me non importa nulla. Non è inserendo tutti giovani all’interno di una squadra che li facciamo migliorare. Ai giovani servono esempi da seguire, giocatori esperti che possano insegnargli qualcosa. Immobile è uno dei più forti in assoluto, non si fanno 200 gol per caso”.
Eppure con la Nazionale la scintilla non è mai scoccata sul serio, neanche con Mancini…
“Indubbiamente quando si ha un centravanti simile, si deve approfittare delle sue qualità e non è il contrario. Il problema della Nazionale è che questo non è mai avvenuto e lui è stato sempre utilizzato in maniera diversa. Se tu hai due esterni che la maggior parte delle volte rientrano e vanno al tiro, anziché cercare di andare in profondità e farlo inserire negli spazi, è chiaro che Ciro va in difficoltà. Così non piò essere utile, quindi le scelte vanno fatte anche in base a chi gli si può mettere accanto”.
Spalletti quindi avrà preferito non portarlo a causa della sua forma fisica in questa prima parte di stagione?
“Quelle che l’Italia dovrà affrontare sono due partite fondamentali e va detto che nella sosta precedente, le altre due partite sono state fatte bene anche senza Immobile. Ciro viene da un infortunio di cui non si può non tener conto ed è stato fuori un po’ di tempo. È rientrato e ha rifatto gol, anche se non è ancora al 100%. Spalletti avrà valutato questo, portando chi sta nel pieno della forma visto che sono gare da dentro o fuori. Io mi sarei affidato anche a chi ha in questo senso una certa esperienza, e magari ha già vissuto match di questa importanza. Però ovviamente bisognerebbe capire realmente in che stato è Immobile”.
Ti aspetti che possa comunque rientrare nel giro della Nazionale?
“Non credo all’età, come dicevo prima. Non si deve per forza rifondare e ripartire completamente dai giovani. I giovani forti migliorano quando hanno accanto altri giocatori forti e di esperienza da cui apprendere. Per questo motivo penso che un’altra chance a Immobile andrà data. Vedremo però adesso come andrà avanti questa Nazionale. Mi auguro di no, ma queste due sfide potrebbero anche costare caro alla Nazionale”.
Tra quelli che ha convocato, chi ti convince di più?
“Scamacca, Kean e Raspadori sono giocatori validi, che hanno qualità importanti e una struttura, anche fisica, di un certo tipo. Sono giovani, ma non hanno ancora dimostrato a mio avviso tutto ciò che hanno. Speriamo che siano in condizioni eccelse e possano fare la partita della vita. Realmente però hanno ancora tanta strada da fare. Per essere definito un giocatore importante, devi riuscire ad essere decisivo sempre. Questi ragazzi hanno sprazzi importanti, ma devono ancora maturare. Tra tutti, Scamacca e Kean si giocheranno un posto da titolare, perché quella è la loro qualità; Raspadori invece è più una seconda punta anche se lo abbiamo visto adattarsi anche a fare la prima”.