Ha inizio a Londra il processo a carico di Greta Thunberg, accusata di reati contro l’ordine pubblico. La nota attivista si è dichiarata non colpevole.

La sua apparizione davanti ai giudici è legata all’arresto del mese scorso nella capitale britannica, nell’ambito di una manifestazione contro l’industria dell’energia. Messa in libertà su cauzione, Thunberg è stata rilasciata con la condizione di dover comparire davanti ai magistrati di Westminster oggi, mercoledì 15 novembre.

20 anni, Greta è divenuta sin da giovanissima un emblema della lotta contro il cambiamento climatico. Oltre a lei, un’altra ventina di manifestanti erano finiti in manette durante la protesta davanti all’Energy Intelligence Forum. Quattro di loro sono a processo insieme a lei.

L’arrivo di Greta Thunberg a Londra per il processo alla Corte di Westminster

Ad accogliere Greta al suo arrivo in tribunale c’era un’orda di fotografi e cronisti. Lei, col sorriso sulle labbra, ha atteso con pazienza l’inizio dell’udienza insieme agli altri imputati.

Quando i giudici l’hanno interpellata, ha confermato il proprio nome, età e indirizzo, e poi per dichiararsi non colpevole. Stessa prassi per i quattro imputati al suo fianco.

Il prossimo passo è ora il processo vero e proprio, che dovrebbe tenersi presso la pretura della City di Londra il 1° febbraio 2024. Fino ad allora, agli imputati è concessa la cauzione senza condizionale.

Un mese fa l’arresto dell’attivista svedese a Londra

Nel mirino di Thunberg erano finiti presunti accordi “a porte chiuse” tra la politica e l’industria del petrolio e del gas. Per questo era scesa in piazza, fuori dall’Energy Intelligence Forum: un evento che vedeva coinvolte proprio le figure chiave di istituzioni e industrie.

In quell’occasione l’intervento di Scotland Yard si era rivelato necessario, a detta degli stessi agenti, “per evitare disagi al pubblico”. Caricata su un furgone della polizia, Greta è finita in commissariato, ma poi è stata liberata.

In precedenza, ad ottobre, altri guai con la giustizia per l’attivista svedese, multata da un tribunale del suo Paese d’origine a seguito di un altro processo tenutosi in estate.