E’ scontro in Aula sulla guerra in Medio Oriente, il presidente dei 5S Giuseppe Conte chiede lo stop alle forniture di armi a Israele dopo l’intervento di Tajani. Il leader pentastellato invoca poi il cessate il fuoco dicendo che le scelte dell’Italia sono state ‘vigliacche’.

Conte risponde a Tajani su Israele

Non tarda ad arrivare la replica di Conte all’intervento di Tajani in Aula. Il presidente del M5s ha detto che i corridoi umanitari non bastano più ed ora serve il cessate il fuoco. Conte contesta anche le scelte da parte dell’Italia che si è astenuta all’Onu sulla risoluzione per la tregua a Gaza:

“Basta con l’invio di armi a Israele. Stop alla vigliaccheria dell’Italia”

“Cosa fa di concreto il governo?”

Conte ribadisce poi che il suo governo ha sospeso l’invio di armi verso alcuni Paesi e dice che all’attuale esecutivo manca una sola cosa per fare una cosa simile: il coraggio. Il leader pentastellato chiede poi cosa abbia fatto il governo Meloni di fronte a questa situazione. Conte ribadisce poi che il M5s ha fermamente condannato l’attacco di Hamas ma di fronte a 10mila palestinesi morti dice che sarebbe ora di un cessate il fuoco:

“Di fronte a questa carneficina, non possiamo limitarci a qualche pausa, a qualche aiuto o corridoio umanitario: occorre un immediato cessate il fuoco”

La risoluzione del 27 ottobre all’Onu

Scelte pavide e vigliacche. Questo ha detto Giuseppe Conte nel corso del suo intervento alla Camera ed ha usato come esempio l’astensione dell’Italia dalla risoluzione dell’Onu dello scorso 27 ottobre che prevedeva una tregua umanitaria:

“Vi siete pilatescamente astenuti da una risoluzione che prevedeva una tregua umanitaria, una soluzione codarda che allontana l’Italia dal tradizionale luogo di protagonista del dialogo nel Medioriente e nel Mediterraneo”.

Infine l’ex presidente del Consiglio conclude chiedendosi cosa faccia l’Italia in una situazione del genere:


“Le mamme di Gaza in queste ore scrivono i nomi dei loro figli sulle loro gambe perché hanno paura di non riuscire più a identificarli e piangerli, perché danno quasi per certa la morte sotto le bombe. Noi non vorremmo che sopra quelle bombe ci sia il nome indelebile dell’Italia e della sua vigliaccheria. Non nel nostro nome”