Cresce l’attesa per poter assistere al Mazzarri 2.0 in casa Napoli, ma protagonista non è solo il tecnico livornese, ma anche quello che sarà il suo modulo di riferimento. Tutto da sviluppare in pochi giorni. Perchè il battesimo non sarà di fuoco, di più. Tanto per non farsi mancare niente, Mazzarri dovrà risollevare il morale di un ambiente giù di corda partendo dalla trasferta di Bergamo contro l’Atalanta. Scontro diretto in piena regola, poco tempo per cercare di dare già un’impronta alla sua creatura. Ma va fatto.
Napoli, Mazzarri al lavoro con il modulo a portata di mano
Garcia ha lasciato in dote a Mazzarri una situazione delicata, per non dire delicatissima. Bisogna ricompattare un ambiente sfiduciato a causa di un inizio di stagione che nessuno si sarebbe mai aspettato. Spalletti aveva lasciato in eredità un fardello pesante, quello della bellezza, che Garcia non è riuscito a replicare.
Vuoi per un ambiente che non ha perdonato nulla al tecnico francese sin da subito, e per alcune scelte a volte discutibili, lo sfacelo annunciato ha portato ad un implosione dove non ci sono più tracce della grande bellezza partenopea. Esagerato poter pensare di fare un copia e incolla dell’anno dello scudetto, ecco perchè Mazzarri è chiamato a gestire il tutto sotto il segno della semplicità.
Ma i riferimenti con il passato non mancheranno, dato che il presidente Aurelio De Laurentiis è stato chiaro: 4-3-3 o niente da fare. Mazzarri non ha avuto dubbi in merito, ha detto subito di sì. Anche perchè come detto dallo stesso qualche giorno fa “volevo fare il 4-3-3, ma non ne ho mai avuto modo”.
Ora è obbligato, e ben venga per lui che potrà finalmente fare quello che non ha potuto sviluppare tempo fa, ovvero dare una veste nuova alla sua creatura. La premessa è dovuta: non sarà il tridente simil Spalletti. Qui il discorso è più semplice, ripartire dalle basi per offrire una quadra capace di poter risalire in campionato senza voli pindarici. Non c’è tempo per l’estetica, serve la concretezza. E alla fine della stagione si tireranno le somme. Intanto, al netto dei punti interrogativi, l’unico esclamativo accompagna il modulo, che dunque sarà difesa a quattro e tridente.
Alla ricerca dei giusti interpreti
Mazzarri avrà modo di lavorare con il gruppo al completo solo dopo il rientro dei nazionali, ma intanto si porta avanti con il lavoro. Vuole parlare con una squadra ad oggi sfiduciata, carpirne gli umori e stimolarli come si deve. Il modulo sarà il 4-3-3, questo è assodato, ma i tifosi si fanno un’altra domanda: che 4-3-3 sarà quello Mazzariano?
Il più semplice possibile. L’obiettivo innanzitutto è quello di dare una spina dorsale solida. Niente invenzioni, solo certezze, al netto di qualche dubbio da risolvere. In porta sicuro Meret, così come a destra Di Lorenzo e accanto a lui Rrahmaani. Sul centro sinistra parte avanti Natan, ma attenzione a Juan Jesus, che Mazzarri ha allenato all’Inter e potrebbe avere qualche chance in più, mentre sull’out mancino Olivera è avanti su Mario Rui, anche se tutto potrebbe cambiare in base a chi assimilerà meglio i dettami tattici del tecnico.
Le sicurezze arrivano dalla cintola in su. Lobotka-Anguissa-Zielinski saranno i tre di centrocampo, mentre in avanti confermati Kvara, Osimhen e Politano, anche se con l’arrivo di Mazzarri potrebbe tornare sulla cresta dell’onda Lindstrom, poco utilizzato da Garcia e in attesa di chance. Come giocheranno? Semplice, non ci sarà pressione alta. Obiettivo reparti compatti come il primo Napoli, per poi aggredire il portatore di palla avversario e scatenarsi in contropiede, cercando di sfruttare la velocità degli esterni e creare densità per portare molti uomini in zona offensiva e aprire spazi. Tutti di corsa, Mazzarri non vuole perdere tempo.