Novità sul caso dei figli di coppie omosessuali a Padova: la Procura della città sembra aver cambiato opinione sulla richiesta di cancellare gli atti di nascita dei bambini con due mamme. La Procura ha chiesto di sollevare la questione di legittimità costituzionale sulle norme che vietano alle coppie gay il riconoscimento dei loro figli alla nascita.

Padova il caso dei figli delle coppie gay

A Padova il caso dei figli nati dalle coppie omosessuali ha scatenato molto clamore: il tutto è cominciato quando sono stati presentati 37 atti di opposizione alla trascrizione di nascita di bambini che avevano come genitori due persone dello stesso sesso, due mamme per l’esattezza.

Gli atti sono stati impugnati lo scorso giugno dall’ex procuratore della Repubblica Valeria Sanzari. Il sindaco di Padova Sergio Giordani ha continuato ad accogliere le richieste degli atti di nascita di altre mamme gay.

Il problema ruota intorno al fatto che in Italia la tecnica di concepimento svolta tramite la fecondazione eterologa è permessa solo alle coppie eterosessuali sposate o conviventi, per questo motivo spesso accade che coppie gay o donne single che vogliono avere figli vadano all’estero e che poi chiedano il riconoscimento del legame di parentela nel nostro Paese.

Tutto era nato dopo che a gennaio 2023 una circolare del ministero dell’Interno rivolta ai sindaci delle città aveva imposto loro di non trascrivere automaticamente i certificati – nei quali compariva anche il genitore non biologico – di nascita dei figli nati all’estero tramite gestazione per altri.

Da qui la scelta iniziale della Procura di Padova in estate di impugnare gli atti di nascita di 37 bambini nati da coppie di mamme gay. Con il cambio del magistrato – il passaggio è avvenuto da Valeria Sanzari (trasferita a Venezia) a Maria d’Arpa – l’orientamento della Procura è cambiato.

Mamme gay a Padova: la Procura ha chiesto al Tribunale di rivolgersi alla Corte Costituzionale

In merito al caso dei 37 atti di nascita di bambini che hanno come genitori due mamme, la Procura di Padova ha cambiato orientamento: il magistrato in carica attualmente, Maria d’Arpa, non punta già all’annullamento del riconoscimento delle famiglie omogenitoriali ma ha chiesto l’intervento della Corte Costituzionale per far luce sulla questione.

Martedì 14 novembre 2023 la procura di Padova ha chiesto al tribunale della città di rivolgersi alla Corte Costituzionale per capire se confermare o annullare gli atti di nascita dei 37 bambini. La procura ha dichiarato di aver impugnato i certificati di nascita dei bambini per dimostrare la presenza di un vuoto legislativo presente nella normativa italiana.

Da qui la volontà di sollevare la questione di legittimità davanti alla Corte Costituzionale. Il tribunale di Padova, una volta sentite e terminate le 37 udienze – l’ultima è fissata per il 22 dicembre 2023 – deciderà se inviare gli atti alla Corte per sottoporre la questione.

Ecco un approfondimento sulla questione dei padrini e delle madrine gay all’interno del Vaticano e un caso di cronaca su una coppia di papà che si sono rivolti al Tribunale di Trento.