Cos’è la sindrome orale allergica? Si tratta di una delle forme di allergia alimentare più comune che ha inizio, nella maggior parte dei casi, in età prescolare e tende ad aumentare con l’avanzare degli anni.
Di solito si manifesta quando nasce una reazione allergica agli alimenti, specialmente nel caso in cui gli allergeni sono presenti sia nelle piante che nella frutta o nella verdura.
Di conseguenza, una persona che è allergica a determinati tipi di pollini potrebbe presentare dei sintomi allergici a livello della cavità orale, proprio quando consuma alcuni alimenti come:
- mele
- pere
- pesche
- kiwi
- frutta a guscio
Questo fenomeno è conosciuto anche come allergia crociata.
Secondo i dati epidemiologici, la sindrome orale allergica colpisce circa il 2-3% della popolazione generale. Si pensa però che questa percentuale possa essere anche di più dato che molte persone non riportano i sintomi della sindrome al proprio medico.
In Italia, la sindrome rappresenta una forma piuttosto comune di allergia, anche se le informazioni epidemiologiche riguardo la sua espansione sono ancora limitate e non permettono di avere dati certi.
Cos’è la sindrome orale allergica: i sintomi
I sintomi di questa sindrome, solitamente si manifestano pochi minuti dopo l’ingestione di alcuni alimenti. Ciò avviene a seguito dell’interazione tra le proteine degli alimenti e il sistema immunitario del paziente.
I sintomi più comuni sono:
- prurito delle labbra
- prurito al palato
- prurito alla gola
- gonfiore localizzato alle labbra, alla lingua o alla gola
I pazienti che mostrano questi sintomi devono evitare gli alimenti responsabili della sindrome orale allergica.
Alcuni pazienti possono esprimere delle allergie specifiche ad alcuni alimenti, ma non manifestare alcun sintomo dopo l’ingestione di tali cibi.
Per questo è sempre importante non smettere di consumarli, purché tollerati bene dall’organismo, proprio per evitare lo sviluppo di un’allergia in futuro.
In questi casi la visita da uno specialista allergologo è molto importante per comprendere quali alimenti vanno effettivamente eliminati dalla propria dieta e quali no.
Le allergie più comuni
Esistono altri tipi di allergie crociate molto frequenti che includono:
- Polline e alimenti. Chi è allergico al polline di betulla potrà ad esempio sviluppare delle reazioni allergiche a frutta e verdura. Chi è allergico al polline delle graminacee invece potrà avere delle reazioni a cereali come grano e riso, ma anche alla frutta esotica.
- Frutta secca e semi. Il soggetto allergico alle noci può sviluppare delle reazioni allergiche a semi come quelli di girasole, di zucca o di sesamo.
- Acari e crostacei. Le allergie agli acari, possono provocare reazioni allergiche alla famiglia dei crostacei.
Si ricorda che le allergie crociate sono più comuni tra gli alimenti che condividono proteine simili con altre sostanze che possono causare allergie, come il polline, le noci e i semi.
In ogni caso però non è da escludere la reazione dell’individuo che può avere una combinazione diversa di allergie crociate.
La diagnosi e il trattamento
Per diagnosticare la sindrome orale allergica, come avviene per tutti i tipi di allergia alimentare, bisogna sottoporsi al test cutaneo, anche detto prick test e agli esami ematochimici.
Una volta effettuati i test si dovrà svolgere una visita con lo specialista allergologo, in modo da poter discutere insieme di eventuali diete di restrizione.
Di solito la terapia principale per la sindrome varia a seconda della gravità dei sintomi e della frequenza delle reazioni allergiche.
Le opzioni di trattamento possono essere:
- evitare gli alimenti responsabili della sindrome o adottare dei modi che siano in grado di consumarli tenendo conto della tolleranza del paziente;
- somministrazione di antistaminici, che hanno lo scopo di ridurre i sintomi;
- immunoterapia specifica per allergene, ovvero il vaccino per le allergie.
Tutti questi tipi di trattamento hanno infatti dimostrato un alto profilo di sicurezza ed efficacia riuscendo a sviluppare la tolleranza agli allergeni responsabili dei sintomi nel sistema immunitario del paziente.
Infine, è bene ricordare che la durata della terapia può essere di diversi anni, ma può portare a una notevole riduzione della frequenza e della gravità delle reazioni allergiche.