A pochi giorni dall’approvazione definitiva della Commissione parlamentare d’inchiesta chiamata a fare luce sui casi di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, scomparse a un mese di distanza a Roma nel lontano 1983, una lettera anonima recapitata a Radio Cusano Campus sembra voler rivelare dettagli inediti sulla scomparsa della “ragazza vaticana”.

Il contenuto della lettera anonima sul caso Orlandi recapitata a Radio Cusano Campus

La missiva, scritta al computer e indirizzata a Fabio Camillaci – giornalista che da tempo segue la vicenda e che più volte ha ospitato Pietro Orlandi sia in radio che in tv, per le trasmissioni “La storia oscura” e “Crimini e criminologia” del Cusano Media Group – ha la forma di un rebus, di un enigma da risolvere.

Un rompicapo che fa riferimento a un fascicolo aperto dalla Procura di Roma nel 2019 e che sembra nascondere delle verità sul caso di Emanuela Orlandi, anche se il suo nome non è mai espressamente citato. All’interno della busta più grande ce n’è infatti un’altra, vuota, con l’intestazione: “Alla cortese attenzione di Pietro Orlandi“.

L’autore voleva essere sicuro di far comprendere l’argomento della lettera? Oppure sperava che lo stesso Pietro ne venisse a conoscenza, attraverso Camillacci? In redazione è arrivata lo scorso 13 novembre. La famiglia Orlandi l’aveva già ricevuta e, insieme all’avvocato Laura Sgrò, che la assiste, ha chiesto in questa fase il massimo riserbo.

Il suo contenuto, quindi, sarà reso noto nel momento opportuno, di comune accordo con la famiglia. Per ora la lettera è stata consegnata a chi di dovere e messa agli atti, come tutte le altre che nel tempo hanno riguardato il caso, di cui alcune rivelatesi solo frutto della fantasia di mitomani.

L’appello all’autore della lettera

Da quarant’anni la famiglia Orlandi lotta per la verità, per sapere che fine abbia fatto Emanuela quando il 22 giugno del 1983 non fece ritorno a casa. Degli spiragli, negli ultimi tempi, sembrano essersi aperti. Ma aperta è anche la ferita che la scomparsa della ragazza ha provocato.

Se l’autore della lettera sa dove si trova si faccia avanti, parli, indichi dov’è che bisogna guardare chiaramente, senza giri di parole, senza rebus. Di interrogativi ce ne sono già tanti, non ne servono altri. È questo l’appello che ci sentiamo di rivolgergli se, come in molti in questo Paese, ha a cuore la vicenda.

Gli ultimi sviluppi del caso

Da qualche mese la Procura di Roma è tornata ad indagare sul caso e ha iniziato a farlo anche il Vaticano, che per la prima volta ad aprile ha convocato e poi ricevuto, attraverso il Promotore di giustizia Alessandro Diddi, Pietro Orlandi.

Lo scorso 9 novembre è arrivato l’ok del Senato alla Commissione parlamentare d’inchiesta voluta per fare luce sui casi Orlandi e Gregori. Dalla Camera era arrivato a marzo, poi la discussione si era arenata, anche per effetto delle polemiche seguite ad alcune dichiarazioni rilasciate da Orlandi su Papa Wojtyla.

Dichiarazioni che, comunque, non erano farina del suo sacco, ma ricavate da un audio in cui Marcello Neroni, ex sodale della Banda della Magliana, parlava di Emanuela come di una vittima del traffico di pedofilia della Chiesa.

È una delle piste da sempre avanzate per dare una spiegazione alla vicenda della giovane, insieme a quella “inglese”, secondo cui Emanuela sarebbe stata rapita e portata, per almeno un breve periodo di tempo, a Londra, in Inghilterra.

Quale che sia la più attendibile, la speranza è che la storia della “ragazza vaticana” ottenga, a oltre quarant’anni dai fatti, la giustizia che merita. Qualcosa, di certo, si sta muovendo.