Nel sottosuolo nei pressi via Montesanto, a Napoli, è stata rivenuta nei giorni scorsi una discarica abusiva. A scoprire il cumulo di rifiuti composto da cassette di plastica e scatole di cartone – per un’altezza totale di circa 6 metri – il geologo Gianluca Minin impegnato in un’ispezione nel sottosuolo della città.

Sottosuolo che, peraltro, il dottor Minin conosce benissimo: è lui infatti che diede avvio alla scoperta della Galleria Borbonica, la cavità sotterranea voluta da Ferdinando II di Borbone nel 1853 per congiungere, a fini militari, Palazzo Reale e piazza Vittoria. Grazie a questo lavoro di recupero compiuto negli anni, la Galleria è oggi uno splendido sito turistico in grado di raccontare, con le sue vie sotterranee, oltre 500 anni di storia di Napoli.

Napoli, scoperta discarica abusiva nel sottosuolo di via Montesanto

La scoperta della discarica abusiva di via Montesanto è stata resa nota dallo stesso Gianluca Minin in un video Instagram poi rilanciato da Francesco Emilio Borrelli, deputato di AVS, che ha immediatamente richiesto «un aumento dei controlli e un più duro contrasto all’abusivismo».

Per dare eco a questa denuncia, la redazione di TAG24 ha deciso di approfondire il grave rinvenimento contattando proprio il geologo Minin, il quale ha cortesemente alle nostre domande in questa intervista esclusiva.

Il geologo Minin: “I rifiuti della discarica abusiva di via Montesanto sono recenti”

Dottor Minin, cosa può dirci circa la discarica abusiva da lei rinvenuta nei pressi di via Montesanto?

«Al momento posso rispondere a poche domande. Chiaramente ho stilato un report e l’ho inoltrato al comune di Napoli, ovvero il mio committente: con la mia società di ingegneria, infatti, mi occupo proprio di compiere verifiche statiche nel sottosuolo della città.

L’invio del report e del video che avete visto ha ovviamente procurato un interesse da parte dell’Autorità giudiziaria che la prossima settimana effettuerà un sopralluogo cui sarò presente anche io. Comprende bene come la questione sia delicata e come io debba mantenere un certo riserbo».

Certamente. Cosa ha pensato nel momento della scoperta di questa incredibile discarica?

«L’incarico conferito dal comune di Napoli alla mia società di ingegneria consiste nel fare verifiche e ispezioni all’interno delle cavità presenti nel sottosuolo della città. Tenga presente che dopo il 2008 questo tipo di controlli non erano stati più effettuati perché mancavano le risorse, fino a quel momento fornite dal Commissariato di Governo.

Per anni, dunque, le cavità di Napoli sono state abbandonate in termini di conoscenza. Questa amministrazione, invece, ha voluto individuare le risorse per mandare le squadre di geologi e speleologi nel sottosuolo della città.

Il mio compito, in particolare, è verificare se si siano verificati crolli nelle volte, se sussistano problemi statici o magari vi siano infiltrazioni. Al termine delle ispezioni, invio un report al Comune che poi procedere a intervenire su quanto segnalato.

In questo caso specifico, i versamenti di materiali sono recenti dunque credo interverrà la Polizia ambientale».

La discarica di via Montesanto è distante dai percorsi della Napoli sotterranea della Galleria Borbonica che lei ha contribuito a riportare in vita?

«La discarica si trova nella parte settentrionale dei Quartieri Spagnoli e fa parte del vecchio sistema di acquedotto. È una delle 208 cavità utilizzate come ricovero bellico durante la Seconda guerra mondiale».

Discarica abusiva in via Montesanto, Minin: “Trovo rifiuti nell’80% delle cavità che visito, ma mai così recenti”

Anche la Galleria Borbonica era, prima della riqualificazione e dell’apertura al pubblico, piena di rifiuti?

«Assolutamente: non a caso ci ho messo 13 anni per portare la Galleria Borbonica al punto in cui è oggi».

Dunque la scoperta di questa discarica non l’ha sorpresa?

«Trovo rifiuti e detriti nell’80% delle cavità che visito. Nella maggioranza dei casi, tuttavia, trovo rifiuti buttati dai pozzi nel corso degli anni: si va dal periodo della Seconda guerra mondiale agli anni 80/90, passando anche per qualcosa della crisi dei rifiuti degli anni 2007/2008.

Il caso della discarica nei pressi di via Montesanto è tuttavia differente. Nel cumulo gigantesco che ho rinvenuto – tale da ostruire praticamente tutto il passaggio – si riscontrano le date del 2021, 2022, 2023. Questo significa che lo scarico è un fenomeno attualmente in corso».

Secondo lei perché questi episodi si rendono ancora oggi possibili?

«Sicuramente l’ignoranza. In alcuni quartieri della città ancora ci sono persone che non hanno né cultura né etica e credono che aprire un tombino e buttare i rifiuti sia un modo assolutamente lecito per effettuare smaltimento.

L’ignoranza è tale al punto che in molti pensano che quelle cavità vadano nel sottosuolo più profondo e ignorano il fatto che si siano dei tecnici a ispezionarle.

Io mi occupo da tanti anni del tema e le assicuro si tratta di un lavoro molto complesso. Quello che posso dire è che questo ultimo caso è un qualcosa di veramente esagerato, anche perché l’allagamento della falda acquifera ha reso quella cavità davvero impraticabile».

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