Cosa vuol dire precettare uno sciopero? La precettazione costituisce un atto amministrativo che può limitare l’esercizio dello sciopero, un diritto sancito dall’articolo 40 della Costituzione. Questo articolo stabilisce che “il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano”. La facoltà di emettere un’ordinanza di precettazione è contemplata dalla legge numero 146 del 1990, che mira a conciliare il diritto di sciopero con i diritti di fruizione e godimento della persona.
Cosa vuol dire precettare uno sciopero?
Il termine “precettazione” indica un atto amministrativo straordinario in cui l’autorità competente ordina la fine di uno sciopero. La normativa specifica in materia è contenuta nella legge n. 146 del 1990, modificata successivamente dalla legge n. 83 del 2000. La precettazione si attua quando esiste un “fondato pericolo di un pregiudizio grave ed imminente ai diritti costituzionalmente tutelati di cui all’art. 1, comma 1°”, che potrebbe derivare dall’interruzione o dalla modifica del funzionamento dei servizi pubblici di cui all’art. 1, causati dallo sciopero o dall’astensione collettiva di lavoratori autonomi, professionisti e piccoli imprenditori (art. 8 della legge).
Chi emana l’ordinanza di precettazione?
Il provvedimento di precettazione viene adottato dal presidente del Consiglio o, in caso di rilevanza nazionale, da un ministro da lui delegato su richiesta della Commissione di garanzia. Prima di ciò, viene inviata un’invito alle parti a smettere dei comportamenti che causano la situazione di pericolo, oltre a un tentativo di conciliazione. L’ordinanza deve prevedere, come specificato dalla legge, il differimento o la riduzione dello sciopero, nonché l’imposizione di livelli minimi di servizio compatibili con il godimento dei diritti della persona. Per questo motivo, la legge afferma che non può esserci “un divieto assoluto di scioperare”.
La disposizione può essere contestata dai sindacati davanti al Tribunale amministrativo regionale, anche se ciò non sospende l’efficacia dell’ordinanza. In caso di violazione dell’ordinanza, gli autori, cioè i sindacati e i lavoratori, sarebbero soggetti a una sanzione amministrativa pecuniaria con un’ordinanza di ingiunzione.
Cosa rischia chi non rispetta la precettazione?
I lavoratori che scioperano senza rispettare i tempi stabiliti dalla legge sono soggetti a una multa amministrativa pecuniaria che va da un minimo di 500 euro a un massimo di 1.000 euro per ogni giorno di violazione, il cui importo sarà determinato considerando la gravità dell’azione illecita e le condizioni finanziarie della persona coinvolta.
Secondo quanto previsto dalla legge, nel caso in cui i sindacati non rispettino l’ordine di sciopero imposto, saranno puniti con un’ammenda amministrativa pecuniaria che va da 2.500 euro a 50.000 euro per ogni giorno di mancata ottemperanza. La somma da pagare dipenderà dalla dimensione dell’associazione sindacale coinvolta e dalla gravità delle conseguenze derivanti dalla violazione della legge. Per i responsabili dei diversi settori all’interno delle amministrazioni, degli enti o delle aziende che forniscono servizi, è prevista la sanzione amministrativa della sospensione dal lavoro per un periodo minimo di 30 giorni, ma non superiore a un anno.