C’è tempo fino al 20 novembre 2023 per i pagamenti di imposte, ritenute e contributi previdenziali e assistenziali dei cittadini residenti nelle regioni alluvionate, ovvero l’Emilia Romagna, la Toscana e le Marche. La tregua fiscale riguarda i pagamenti non effettuati del periodo a decorrere dal 1° maggio e fino al 31 agosto 2023 per effetto di quanto prevede il decreto “Alluvioni” (Dl 61 del 2023).
Allo stesso modo, riprendono anche i pagamenti relativi agli adempimenti tributari e di lavoro che erano scaduti nello stesso periodo di tempo per l’emergenza maltempo. Questi adempimenti si trasmettono all’Agenzia delle entrate entro lunedì prossimo, 20 novembre 2023.
Pagamenti imposte, ritenute e contributi Emilia Romagna, Toscana e Marche: scadenza fissata al 20 novembre 2023
Riprende il termine dei pagamenti di imposte, ritenute e contributi previdenziali e assistenziali per i cittadini delle regioni danneggiate dal maltempo di maggio scorso, ovvero l’Emilia Romagna, la Toscana e le Marche. Il decreto varato dal governo (Dl “Alluvioni”) ha sospeso i pagamenti tra il 1° maggio e il 31 agosto 2023, quest’ultima data relativa alla cessazione degli effetti del decreto legge 61 del 2023.
La tregua fiscale riguarda tutti i cittadini che, alla data del 1° maggio 2023, avevano la residenza nei Comuni delle tre regioni colpite dal maltempo. Per quanto riguarda le imprese, il requisito richiesto per la sospensione dei pagamenti è l’avere la sede legale od operativa.
Pagamenti imposte 20 novembre 2023, quali versamenti fare?
La sospensione riguarda svariati pagamenti tributari, contributivi (previdenziali e assistenziali) e premi di assicurazione obbligatoria. Inoltre, rientrano nell’elenco dei pagamenti posticipati anche le ritenute alla fonte previsti dagli articoli 23 e 24 del decreto del Presidente della Repubblica numero 600 del 1973, le trattenute inerenti le addizionali regionali e comunali dell’Irpef.
I pagamenti sono da farsi entro il 20 novembre prossimo (di recente la scadenza è slittata all’11 dicembre 2023) per non incorrere in alcuna sanzione e interessi. La tipologia di versamento prevista è unicamente in un’unica soluzione. La sospensione dei pagamenti riguarda anche i pagamenti delle cartelle tributarie e non tributarie, emesse dagli agenti della riscossione nel periodo di riferimento dal 1° maggio al 31 agosto 2023. Rientrano in questi versamenti anche gli avvisi di accertamento esecutivo e gli avvisi di addebito.
Risultavano sospesi, nel periodo da maggio ad agosto, anche le rate inerenti provvedimenti in essere, tra i quali la Rottamazione ter (di cui alla definizione agevolata prevista dagli articoli 3 e 5 del decreto legge 119 del 2018). Riguardo alle cartelle, gli avvisi di addebito e l’accertamento, i termini di versamento sono ripresi a decorrere dal 1° settembre 2023.
Versamenti per rapporti di lavoro nelle regioni alluvionate
Hanno scadenza al 20 novembre 2023 anche i pagamenti, già congelati, relativi agli adempimenti dei rapporti di lavoro verso la Pubblica amministrazione da parte dei datori di lavoro, dei professionisti, dei Centri di assistenza fiscale (Caf) e dei consulenti. I relativi pagamenti comprendono anche i versamenti per conto di imprese e contribuenti che non operano nei comuni delle regioni danneggiate dal maltempo.
Rottamazione quater, dopo la domanda di definizione agevolata si attende la risposta dell’Agenzia delle entrate
Spostata in avanti anche la domanda di definizione agevolata della Rottamazione quater per le cartelle verso il Fisco, i cui pagamenti sono previsti per il 2023 e negli anni seguenti. Si tratta delle cartelle affidate all’Agenzia delle entrate – Riscossione del periodo dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022.
Rispetto a tutto il resto d’Italia, nelle tre regioni alluvionate, i termini sono stati spostati in avanti di tre mesi. Pertanto, la domanda di definizione agevolata andava presentata entro la fine di settembre scorso mentre l’esito dell’Agenzia delle entrate arriverà entro il 31 dicembre 2023. La scadenza della prima rata è fissata al 1° gennaio 2024, mentre la seconda scade meno di un mese dopo, il 29 febbraio 2024.