Sulle assunzioni dei docenti nella scuola arrivano due emendamenti al decreto “Anticipi” che prevedono un nuovo canale di reclutamento dei precari, senza il superamento di un concorso. Servirà l’iscrizione alla prima fascia delle graduatorie provinciali per le supplenze, o la seconda fascia per gli eventuali posti che dovessero residuare.
I due emendamenti portano la firma dalla senatrice Carmela Bucalo di Fratelli d’Italia e dal senatore Roberti Marti della Lega e, nel caso in cui dovessero risultare ammissibili, saranno discussi in sede di conversione in legge del decreto “Anticipi” (Dl 145 del 2023).
Il condizionale è d’obbligo in quanto il decreto contiene misure che hanno carattere di urgenza, caratteristica che i due emendamenti presentati (praticamente identici) non hanno, essendo riservati alle assunzioni nella scuola a partire dall’anno scolastico 2025-2026.
Un termine così lungo deriva dal fatto che le assunzioni con il nuovo canale andrebbero a tappare i buchi di immissione in ruolo non coperti dalle procedure del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), sia per quanto riguarda l’insegnamento nelle materie comuni che sul sostegno. Pur senza concorso, le procedure di assunzioni si integrerebbero con quanto si prevede in ambito di riforma dell’abilitazione e dei 60 crediti formativi universitari (Cfu) richiesti anche a concorso vinto.
Assunzioni docenti scuola, nuovo reclutamento precari senza concorso: ecco cosa prevedono i due emendamenti
Nuove procedure di assunzioni dei docenti nella scuola sono previste da due emendamenti dal decreto legge “Anticipi”, presentati da Fratelli d’Italia e Lega. Le nuove immissioni ruolo arriverebbero dallo scorrimento delle graduatorie provinciali per le supplenze (Gps) e non da quelle di merito derivanti dai concorsi.
Nel dettaglio, sui posti che dovessero residuare dalle procedure concorsuali, il nuovo canale si inserisce nell’immettere in ruolo i precari della prima fascia delle Gps. Infatti, all’articolo 1 dell’emendamento si legge che la nuova procedura riguarderebbe i posti risultanti vacanti e disponibili dall’anno scolastico 2025-2026, ovvero che avanzino dalle immissioni effettuate con le procedure e rispetto ai target individuati dal Pnrr.
Assunzioni scuola senza concorso: serve l’iscrizione alla I e II fascia
Gli aspiranti insegnanti interessati sono quelli inseriti nella prima fascia delle graduatorie provinciali per le supplenze o nei relativi elenchi aggiuntivi e, in caso di ulteriore avanzo dei posti, anche dei docenti inseriti nelle seconde fasce delle Gps (articolo 2). L’assunzione arriverebbe con contratto a tempo determinato – con conseguimento dell’anno di prova e svolgimento di una lezione simulata al termine del periodo – e la successiva immissione in ruolo.
Abilitazione insegnanti e crediti formativi necessari
Continueranno a essere richiesti i 60 crediti formativi universitari (Cfu) per i candidati docenti che non abbiano i 36 mesi di servizio. I Cfu scendono a 30 per chi ha maturato il periodo di precariato nella scuola (tre anni), mentre 36 crediti sono necessari ai docenti che abbiano già ottenuto i primi 24 con la vecchia abilitazione, conseguita entro il 31 ottobre 2022. L’abilitazione consente l’immissione in ruolo senza alcuna altra prova o concorso previsto. Sul sostegno l’emendamento prevede l’abolizione sia della graduatoria regionale che della procedura individuata con la Call veloce.
In arrivo il nuovo concorso straordinario nella scuola
Nel frattempo, gli aspiranti docenti sono in attesa dell’uscita del nuovo concorso straordinario della scuola. Nelle prossime settimane dovrebbero uscire due bandi. Dalle ultime anticipazioni, il numero dei posti messi a concorso dovrebbero raggiungere la cifra di 45.000, il 50 per cento in più delle cattedre da assegnare rispetto a quelle preventivate.
I bandi dei nuovi concorsi riguarderanno sia le scuole medie e superiori che quelle dell’infanzia e primaria. I due bandi di concorso hanno ottenuto recentemente il via libera da parte della Commissione europea. I decreti rientrano nei parametri relativi al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), sia per quanto riguarda il numero delle cattedre da assegnare, sia per le procedure concorsuali, in particolare sulle prove “leggere”.