La politica italiana si è divisa sulla questione dello sciopero del 17 novembre, domani il presidente della commissione di Garanzia sarà alla Camera. Se da una parte alcuni ritengono inaccettabile che non siano stati riconosciuti i requisiti minimi per il corteo del prossimo venerdì, dalla maggioranza arrivano accuse ai dem di linciaggio.
Il presidente della commissione di Garanzia alla camera per lo sciopero del 17 novembre
Una polemica che potrebbe finire – forse – nella giornata di domani quando Paola Bellocchi parlerà alla Camera delle motivazioni che hanno portato la commissione di Garanzia a non considerare “generale” lo sciopero di venerdì perché mancherebbero i requisiti.
Lo sciopero, così come proclamato dalle Confederazioni sindacali (con esclusione di numerosi settori) non può essere considerato, come da consolidato orientamento della Commissione, quale sciopero generale, ai fini dell’applicazione della disciplina che consente delle deroghe alle normative di settore sui servizi pubblici (delibera n. 03/134).
La Commissione di garanzia, con la decisione assunta, non intende in alcun modo mettere in discussione l’esercizio del diritto di sciopero, ma continuare ad assicurare l’osservanza delle regole che ne garantiscono il contemperamento con i diritti costituzionali della persona.
Nel frattempo continuano le polemiche, in particolare dall’opposizione. Il Pd aveva già chiesto nella giornata di oggi la convocazione del Garante in commissione Lavoro.
Si legge in una nota.
La polemica con la Lega
“Una battaglia meschina” così qualche esponente della Lega liquida la posizione dei dem sugli scioperi. In particolare la senatrice della Lega Bizzotto ha detto che le richieste del Pd sono inappropriate. Altri esponenti invece parlano di ignobile linciaggio. Qualche giorno fa il Carroccio si è detto invece favorevole alla decisione del Garante.