Si può presentare domanda entro il 30 novembre 2023 per la pensione anticipata dei lavoratori precoci, in alternativa all’Ape sociale che, però, richiede almeno 63 anni di età e differenti montanti contributivi accumulati. Con la pensione dei precoci non c’è un’età prestabilita per l’uscita anticipata ma occorre aver versato almeno un anno di contribuenti entro il compimento dei 19 anni. Da qui il nome di “precoci” per i lavoratori che cerchino di agganciare questa misura di pensionamento, perché senz’altro il primo lavoro retribuito e con contributi deve essere iniziato nell’età dell’adolescenza.
Tuttavia, oltre all’anno di contributi in giovane età, la pensione anticipata dei lavoratori precoci si ottiene rispettando altri requisiti, alcuni dei quali in comune con l’Ape sociale. Per questo motivo, la platea dei lavoratori che possono agganciare questo sistema di pensionamento risulta penalizzata e ristretta, dal momento che i 41 anni di contributi richiesti non sono sufficienti, da soli, ad assicurare il pensionamento.
Qualche novità potrebbe arrivare nel prossimo anno per questa misura, con ripercussioni su chi possa andare in pensione anticipatamente. Infatti, dalla legge di Bilancio 2024, potrebbe arrivare la revisione delle professioni considerate gravose e usuranti, con ulteriore blocco di parte della platea destinata alla pensione.
Pensione anticipata precoci, domanda entro il 30 novembre 2023: chi può presentarla
Si potrà presentare domanda entro il 30 novembre 2023 per andare in pensione anticipata con la misura destinata ai lavoratori precoci, purché con 41 anni di contributi versati (a prescindere dall’età di pensionamento) e in possesso di altri requisiti previdenziali.
La più grande novità che è arrivata nel corso di quest’anno è quella relativa proprio alla domanda: i precoci possono presentare domanda alle stesse scadenza (tre all’anno) dell’Ape sociale. Pertanto, le tre finestre annuali si presentano a marzo, luglio e a novembre, quest’ultima al residuare di risorse stanziate non ancora ultimate.
Analogie con l’Ape sociale, serve la quota 41
Rispetto all’Ape sociale, che prevede un’indennità di 1.500 euro al mese fino al raggiungimento dei requisiti della pensione di vecchiaia, la pensione dei precoci dà diritto a un trattamento proporzionale a quanto maturato con i contributi, senza tetti massimi di importo. Tuttavia, come per l’Ape sociale, anche nella pensione dei precoci si vanno a tutelare alcune categorie di lavoratori e contribuenti “deboli”, quali gli ex occupati che abbiano concluso da almeno tre mesi l’indennità di disoccupazione; i caregiver che assistano il coniuge o un parente fino al secondo grado purché convivente; gli invalidi con ridotta capacità lavorativa accertata ad almeno il 74%; gli addetti ai lavori gravosi che abbiano svolto almeno sette degli ultimi dieci anni in queste attività o sei degli ultimi sette anni.
Pensione anticipata precoci 2023, quali sono i requisiti di uscita?
La verifica dei requisiti di pensione per uscire in anticipo con la misura dei precoci si fa tenendo presente che, oltre all’anno di versamenti di contributi entro i 19 anni di età, e ai 41 anni totali di contributi, il richiedente rientri in una delle situazioni in comune con l’Ape sociale.
Quindi, se il richiedente ha tutti i requisiti contributivi, può richiedere la misura di pensione anticipata ad esempio perché assiste regolarmente un parente disabile con il quale conviva da almeno sei mesi al momento della presentazione della domanda. Se si tratta di un parente di secondo grado, è necessario verificare che il coniuge o i genitori del disabile abbiano più di 70 anni di età o siano invalidi o deceduti.
Categorie di lavoratori con mansioni faticose per le pensioni anticipate
La finestra di domanda di fine novembre è l’ultima con la quota 41 del 2023 e la misura del 2024 potrebbe essere rivista nella legge di Bilancio attualmente in discussione, soprattutto per quanto concerne le professioni gravose. L’elenco è reperibile sul portale dell’Inps.
In attesa di una conferma anche per l’anno prossimo, sono 15 le categorie lavorative che danno diritto alla pensione anticipata. Tra queste ritroviamo anche gli insegnanti della scuola dell’infanzia e gli educatori degli asili nido, le professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche, e varie categorie di operai e conduttori.