Il mondo dei sex toys non sarà più lo stesso. Arriva Twilo, la start up innovativa pugliese che produce sex toys tecnologici, intelligenti, discreti e di design. Un’azienda tutta al femminile per abbattere i tabù sul sesso e dare piacere ai clienti.
Si sa, il sesso lo fanno tutti, ma se ne parla molto poco o male, e nel nostro Paese aleggiano ancora diversi tabù sull’argomento. Per non parlare della masturbazione, vista con orrore e diffidenza e praticata in gran segreto, soprattutto da parte delle donne.
I dati lo confermano: la media di donne italiane che usano vibratori e giocattoli sessuali è molto più bassa di quella europea. Dal sondaggio di The Poken Company, società di intrattenimento per adulti, e dell’Osservatorio europeo per la sessualità femminile, realizzato su un campione di 5025 donne provenienti da Francia, Italia, Spagna, Germania e Regno Unito, emerge che sono le francesi a praticare di più l’autoerotismo. Percentuale salita di ben 15 punti in quattro anni: dal 41% nel 2017 al 56% nel 2021.
Piacere Twilo, la start up che produce sex toys tecnologici e di design
Sebbene un boom dell’autoerotismo femminile sia esploso anche in Italia, passando dal 67% al 74% negli ultimi 4 anni, il mercato dei sex toys manca ancora di dinamismo e di prodotti di buona qualità. A rispondere ai bisogni delle italiane, e non solo, ecco che arriva Twilo, fondata da Andreina Serena Romano.
Classe 1982, Andreina Serena Romano è una giovane imprenditrice originaria di Potenza. Dopo il BA in International Business e il Master in Politiche d’immagine del Made in Italy, l’idea di fondare un brand capace di esaudire i desideri delle persone.
La start up combina un’estetica minimal e discreta con il massimo della prestazione e della qualità. I prodotti di Twilo sono adatti a tutti, uomini e donne, e sono studiati appositamente per stimolare le zone erogene e raggiungere l’apice del piacere.
Twilo (attenti a non pronunciarlo all’inglese) deriva dall’unione di twist, che indica il movimento “rotatorio” tipico del celebre ballo, e love, amore, termine importantissimo per l’azienda. Infatti, nucleo centrale della società è lo scardinamento dell’immagine denigrante del sesso come un qualcosa di legato al porno. Da qui, la decisione di eliminare già nel nome il concetto di “sex”:
Volevamo dare l’idea che i nostri prodotti possano essere utilizzati anche in coppia, con più persone, da soli. Si possono utilizzare per condividere un qualcosa che non è solo un attimo, ma che può essere più duraturo nel tempo. Avevamo l’idea di cambiare la visione del tipico vibratore, come ci è stato fatto vedere negli anni ’90: visto come l’”oggetto di disperazione” delle donne.
Il primo delicato approccio all’autoerotismo, i prodotti Twilo sono discreti e per nulla “invasivi”
L’autoerotismo è ancora velato di tabù e pregiudizio. Non è difficile immaginare una ragazza che deve approcciare questo genere di oggetti chiedersi “ma quale sarà quello più giusto? Quello meno invasivo?” Ma dopo, quando si va a cercare su google sembrano tutti degli orrori. Così la founder Andreina Serena Romano commenta:
Infatti, è sempre “traumatico” il primo approccio, perché fa sembrare tutto difficile, e si inizia a pensare “come devo fare? Che cos’è questa roba?”. Per questo l’idea era quella di creare prodotti che fossero principalmente tipo un “soft start” e che lavorassero principalmente su stimolazioni e non su penetrazioni. Quello che intendiamo fare è innanzitutto stimolare le zone, quindi l’approccio che una persona ha è differente. Chiaramente non c’è la stessa veemenza di prendere un prodotto e inserirlo nella vagina. […] Anche una ragazza più giovane, che non lo ha mai utilizzato, può avere uno stimolatore nella borsetta, visto che sono molto piccoli, non sembrano quelle cose esagerate. Questa è un po’ la nostra missione principale: progettare prodotti che non vadano a spaventare le persone.
D: Spulciando il sito non è difficile essere incentivata a pensare “magari questo lo posso anche provare”. In effetti, non è comune vedere ad esempio i “dadi”, oppure leggevo che state progettando una linea di gioielli?
R: Sì, stiamo lavorando sulla linea di gioielli che abbiamo chiamato Bling, e al momento il primo lancio riguarda “Afrodite”. È una collana che unisce delle catene con stimolatori. Le catene sono fatte da un orafo napoletano, si è lavorato sulle forme e sulla possibilità di avere catene di vari colori, con la possibilità di inserirci un bullet. Stiamo lavorando anche su una serie di altri prodotti che possono essere indossati: sono prodotti che si indossano e che nessuno sa di cosa si tratta. È un modo per avere qualcosa di diverso, carino, tuo, che si può portare in giro senza che nessuno se ne accorga, che riprende un po’ l’idea del gioco.
D: È molto interessante l’idea di poter indossare il vibratore e ritagliarsi 5 minuti anche se si è da qualche parte e non a casa.
R: La nostra idea è quella di proporre i nostri prodotti non solo per uso singolo. Infatti, spesso, veniamo rappresentate come donne tristi, sole, ma fondamentalmente non è cosi: l’idea è di prospettare una situazione in cui si è in coppia o se trovi qualcuno, tramite questi prodotti “conoscersi”. Perché sono cose molto discrete, non invasive e che permettono di giocare con il partner.
È divertente utilizzarli per scoprire cosa piace alla persona con cui stai oppure in una situazione di divertimento, per mettere un po’ di “pepe” nella coppia. Non è più un prodotto immaginato come una “perversione”, come viene detto spesso: l’idea è di raccontarlo sotto un altro punto di vista che è quello del piacere, della passione, del gioco, del conoscersi, del divertimento, dello scoprire qualcosa che ci piace e che non sempre riusciamo a raggiungere o a capire.