Tra i ciclisti italiani più forti della storia c’è sicuramente Vincenzo Nibali che in carriera ha vinto tanto e quasi tutto. Il corridore messinese nato il 14 novembre 1984, ha iniziato la sua carriera nel 2005 e l’ha terminata nel 2022 nel giro di Lombardia. Nelle sue 17 stagioni e 18 anni da ciclista ha vinto tanto e praticamente tutto. Infatti è stato uno dei sette corridori – insieme a  Jacques Anquetil, Eddy Merckx, Felice Gimondi, Bernard Hinault, Alberto Contador e Chris Froome – ad aver vinto Giro d’Italia (nel 2013 e 2016), Tour de France (nel 2014) e Vuelta (nel 2010). Inoltre, è stato uno dei quattro (con Eddy Merckx, Bernard Hinault e Felice Gimondi) ad aver vinto i Grandi Giri e almeno due classiche monumento (Giro di Lombardia e Milano-Sanremo). A proposito della sua carriera finita e non solo, inoltre, Nibali ha parlato del suo desiderio di diventare pilota automobilistico in un’intervista a Tuttosport.

Nibali: “Preferivo la vita da corridore, era tutto più semplice”

Il campione italiano ha parlato a 360 gradi nella sua intervista e ha rivelato anche di preferire la vecchia vita da ciclista rispetto a quella attuale da quasi direttore sportivo:

“Non ho nostalgia ma preferivo la vita precedente. Almeno sapevo quando erano i giorni in cui ero occupato e quelli liberi. Ora giro quasi più di prima. Gli appuntamenti sono sempre tanti ma da quando c’è Miriam (la figlia) cerco sempre di limitare gli appuntamenti, ma gli impegni sono sempre tanti”.

Sul nuovo possibile campione italiano, come lui ha detto, è difficile che ci possa essere nell’immediato:

“Non so quanto si dovrà aspettare, difficile dirlo”.

Poi un commento sull’attuale mondo del ciclismo che qualcosa sta cambiando anche a livello di corridori nelle squadre. La sorpresa, per il messinese, è Roglic:

“Vingegaard sarà ben supportato se la Jumbo riuscirà a mantenere l’ossatura della squadra. Roglic alla Bora poi mi incuriosisce. Cambiare a 34 anni è una bella scommessa”.

Geraint Thomas a 37 anni ha anche rinnovato per altri due anni con l’Ineos e quindi la domanda è se avesse potuto continuare anche lui stesso:

“Thomas è ancora un uomo da top 10. Io mi sono fratturato una vertebra al Tour del 2018 e c’è gente che non ha più corso dopo un infortunio così. Io invece l’anno dopo sono arrivato secondo al Giro d’Italia e nel 2022 ero ancora quarto ma non ho rimpianti”.

Avendo partecipato a tante gare come testimonial in questo primo anno lontano dalle gare ciclistiche, poi, ha parlato del suo attuale impiego e del prossimo futuro:

“Tra pochi giorni terminerò il corso da direttore sportivo ma non salirò in un’ammiraglia del World Tour. Mi piace però lavorare con i giovani”.

Nibali: “Mi piacerebbe fare il pilota e girare in pista con la mia Porsche”

Gli anni passati sulle due ruote sono tante così come le stagioni disputate nel ciclismo ma la passione per i motori automobilistici non è mai svanita. Sul desiderio per il suo compleanno, infatti, il campione italiano si augura una cosa:

“Mi piacerebbe regalarmi l’iscrizione a una Academy per girare in pista con la mia Porsche GT3 RS. Inoltre voglio fare un pensierino al campionato svizzero. I motori sono una mia grande passione ma non ho molto tempo: per averlo di più libero dovrei tornare a pedalare”.

Sarebbe ovviamente un’esperienza completamente diversa per il fortissimo ciclista italiano classe 1984 che, nella sua generazione, è considerato come uno dei più forti di sempre. La sua caratteristica principale era quella di attaccare tanto e anche per questo era soprannominato “Lo Squalo”. Inoltre, un’altra cosa curiosa è che anche suo fratello, Antonio Nibali, è un ciclista e sono anche stati compagni di squadra dal 2017 al 2022. Quest’ultimo, però, è più giovane di Vincenzo essendo del 1992 e attualmente gareggia ancora con l’Astana. Vincenzo Nibali, peraltro, ha anche indossato la maglia azzurra della Nazionale italiana dal 2006 fino alla fine della sua carriera nel 2022. Nel 2003-2004 è anche stato nell’Italia U23.