Dopo i festeggiamenti della Giornata Mondiale della Gioventù, celebrata in estate a Lisbona, il prossimo 26 novembre la Gmg si terrà nelle Chiese particolari: un’occasione, per Papa Francesco, di rivolgere un nuovo messaggio ai giovani.
Il Pontefice lancia un appello: quello di diventare “seminatori di speranza“, scegliendo “uno stile di vita basato sulla speranza”.
Faccio un esempio: sui social media sembra più facile condividere cattive notizie che notizie di speranza. Pertanto, vi faccio una proposta concreta: provate a condividere ogni giorno una parola di speranza. Diventate seminatori di speranza nella vita dei vostri amici e di tutti quelli che vi circondano.
Papa Francesco cita Ratzinger nel suo messaggio ai giovani: “La gioia deriva dalla certezza proveniente dalla fede”
Nell’esaltare la bellezza del suo incontro con i ragazzi a Lisbona, Bergoglio ricorda quella che è stata “una vera e propria esperienza di trasfigurazione, un’esplosione di luce e di gioia”.
Lo scorso mese di agosto ho incontrato centinaia di migliaia di vostri coetanei, provenienti da tutto il mondo, riuniti a Lisbona per la Giornata Mondiale della Gioventù. Ai tempi della pandemia, in mezzo a tante incertezze, avevamo nutrito la speranza che questa grande celebrazione dell’incontro con Cristo e con altri giovani potesse realizzarsi. Questa speranza si è realizzata e, per molti di noi lì presenti, me compreso, è andata al di là di ogni aspettativa.
Prossimo appuntamento a Roma, nel 2025, per il Giubileo dei giovani, “dove sarete anche voi pellegrini di speranza”. Il Santo Padre ribadisce così l’importanza dei giovani come “la gioiosa speranza di una Chiesa e di un’umanità sempre in cammino”.
Vorrei prendervi per mano e percorrere insieme a voi la via della speranza. Vorrei parlare con voi delle nostre gioie e speranze, ma anche delle tristezze e angosce dei nostri cuori e dell’umanità che soffre.
La gioia cristiana, spiega Francesco, non è frutto “dell’impegno umano, dell’ingegno o dell’arte”, ma “viene da Dio stesso, dal sapersi amati da lui”. Bergoglio cita così le parole pronunciate da Benedetto XVI durante la Gmg di Madrid del 2011.
La gioia deriva dalla certezza proveniente dalla fede: io sono voluto. Ho un compito nella storia. Sono accettato, sono amato. In fin dei conti abbiamo bisogno di un’accoglienza incondizionata. Solo se Dio mi accoglie e io ne divento sicuro, so definitivamente: è bene che io ci sia. È bene esistere come persona umana, anche in tempi difficili. La fede rende lieti a partire dal di dentro.
“Siate come le luci dei vostri smartphone”
Il Pontefice chiude il suo intervento con un parallelismo con quelle che sono tra le abitudini più ricorrenti dei giovani.
A volte la sera uscite con i vostri amici e, se c’è buio, prendete lo smartphone e accendete la torcia per fare luce. Nei grandi concerti, migliaia di voi muovono questi moderni lumini al ritmo della musica, creando una scena suggestiva.
Proprio come la luce di un telefono, Cristo fa sì che “la nostra vita è illuminata dalla sua risurrezione”.
Di notte la luce ci fa vedere le cose in modo nuovo, e perfino nell’oscurità emerge una dimensione di bellezza. Così è per la luce della speranza che è Cristo. Con Lui vediamo tutto in una luce nuova.