Quando si può togliere un gattino alla mamma? Andiamo a scoprire qual è l’età più adatta per adottare un cucciolo e anche cosa dice la legge in proposito.

Quando si può togliere un gattino alla mamma?

Per legge, un gattino non può essere separato dalla madre prima dei 60 giorni di vita. Questo corrisponde a circa otto settimane, il periodo in cui i gattini sono generalmente pronti per lasciare la cucciolata e unirsi alla nuova famiglia.

A questo punto, i gattini dovrebbero aver completato la fase di svezzamento e essere in grado di mangiare sia cibo umido che solido.

Inoltre, dovrebbero saper utilizzare le unghie retrattili, mostrare un comportamento vivace e curioso, e aver imparato a interagire con i fratellini e con gli esseri umani.

Ancora più importante, a partire dalle otto settimane di vita, i gattini dovrebbero aver imparato a prendersi cura di sé, incluse la pulizia e l’uso della lettiera.

Allevamento

Se hai deciso di procurarti un gattino da un allevatore, la normativa è chiara: l’articolo n° 2 dell’ordinanza del 6 agosto 2008 stabilisce chiaramente che “è vietata la vendita di cani (e gatti) di età inferiore ai due mesi”.

È fondamentale comprendere che in base all’Accordo Stato-Regioni del 24 gennaio 2013, è imposto “il divieto di vendita e cessione […] di cani e gatti di età inferiore ai due mesi, salvo casi in cui i cuccioli debbano essere separati dalla madre per motivi sanitari certificati da un medico veterinario pubblico o privato autorizzato ad accedere all’anagrafe canina regionale”.

Questa legge italiana stabilisce che non è permesso separare i gattini dalla loro madre prima che abbiano compiuto 60 giorni di vita. Questo provvedimento è volto a proteggere sia la mamma gatta sia i suoi cuccioli. Un distacco precoce può infatti avere gravi conseguenze sulla salute psicofisica dell’animale.

Gattino trovato per strada

La situazione cambia se ti trovi di fronte a gattini abbandonati. È purtroppo possibile imbattersi in cuccioli appena nati che sono stati abbandonati dalla loro madre o, ancor peggio, da proprietari irresponsabili che hanno deciso di disfarsene lasciandoli in qualche scatola o cassonetto.

I gattini di poche settimane, se esposti al freddo e alla mancanza di cibo, hanno poche probabilità di sopravvivenza ed è quindi fondamentale agire prontamente.

In questa circostanza, la scelta migliore è contattare immediatamente un veterinario. Il professionista potrà esaminare i piccoli e accertarsi delle loro condizioni di salute. Se deciderai di prenderti cura di loro a casa, il veterinario sarà in grado di consigliarti e guidarti nel processo di assistenza.

Il ruolo di mamma gatta

Abbiamo esaminato a quali mesi è permesso prendere un gattino secondo la legge. Tuttavia, è importante sottolineare il motivo di questo limite minimo di età per accogliere un gattino nella tua famiglia.

I cuccioli appena nati necessitano, infatti, di trascorrere i primi mesi della loro vita accanto alla mamma gatta e ai loro fratellini e sorelline. Questa convivenza consente ai cuccioli di crescere sotto tutti gli aspetti, compresi quelli neurologici, cognitivi, fisici, comportamentali e sociali.

La relazione tra la madre e i suoi gattini è fondamentale per il loro sviluppo e crescita. Nelle prime fasi della vita, i gattini dipendono completamente dalla loro madre, che svolge un ruolo cruciale. La mamma gatta si prende cura dei piccoli mantenendoli al caldo, allattandoli, stimolandoli e mantenendoli puliti.

Inoltre, mamma gatta rappresenta un modello di comportamento essenziale per il gattino, insegnandogli gesti e atteggiamenti che lo aiuteranno a diventare un gatto adulto equilibrato e socievole.

Osservando la madre, i gattini apprendono il linguaggio felino per interagire con altri gatti, imparano le abitudini igieniche, come cacciare, giocare e comportarsi con altre specie diverse. Per questo motivo, è cruciale che i gattini trascorrano il maggior tempo possibile con la loro madre.

Lo svezzamento

La madre gioca un ruolo essenziale anche nell’alimentazione dei gattini. Durante le prime settimane, la madre li nutre, introducendoli gradualmente al cibo solido in seguito.

Nei primi giorni di vita, i gattini appena nati sono ciechi, sordi, senza denti e dipendono dalla stimolazione della madre dopo ogni pasto.

Nelle prime 24-48 ore, la madre produce del colostro, un latte speciale che fornisce ai gattini un’alimentazione completa e una fondamentale immunità passiva per lo sviluppo delle loro difese immunitarie. Successivamente, questo liquido si trasforma in latte materno.

I gattini vengono allattati frequentemente nelle prime settimane di vita, da quattro fino a sei volte al giorno. Lo svezzamento dura da un mese e mezzo a tre mesi, a seconda dell’inizio e della durata del processo. Di solito inizia intorno alle quattro settimane e può durare da quattro a sei settimane.

Durante questa fase, è importante introdurre gradualmente cibi umidi come mousse e creme nell’alimentazione del gattino (ad esempio, la nostra linea Schesir Kitten Care!) e successivamente proporre crocchette per cuccioli.

Durante lo svezzamento, è fondamentale che il gattino continui a mantenere un rapporto stretto con la madre. Sarà lei a insegnargli comportamenti vitali. Il gattino imparerà non solo a mangiare cibo solido ma anche a prendersi cura di sé e a gestire le sue necessità. Solitamente, i gattini saranno completamente svezzati intorno alle otto-dieci settimane di vita.

La socializzazione

Durante la fase di svezzamento, il gattino entra in un momento cruciale della sua vita. È in questo periodo che inizia a interagire con i suoi fratellini, dando il via al processo di socializzazione.

L’apice della socializzazione avviene solitamente intorno alla ottava settimana. Durante questo periodo, i gattini mostrano un forte interesse per il mondo che li circonda e desiderano giocare attivamente.

Questa fase è di vitale importanza poiché influenzerà notevolmente il comportamento che i gattini avranno da adulti.

Un gattino che non socializza a sufficienza potrebbe diventare timido, avere difficoltà nelle interazioni con altri gatti o con gli esseri umani e in alcuni casi, sviluppare comportamenti aggressivi.