A Ladispoli hanno dovuto gridare “Aiuto aiuto, è scappato il leone” e non è stato per rendere omaggio a Enzo Jannacci. A Ladispoli hanno ottenuto di vietare i circhi con gli animali, ma solo dopo un compromesso con i gestori del circo e dopo che per le strade della cittadina in molti hanno avvistato Kimba. Sono entrati cioè in contatto con un giovane, splendido e gigantesco esemplare di leone fuggito (o lasciato fuggire da qualcuno) dal circo “Rony Roller“. A Ladispoli, soprattutto, non è stato creato un precedente; piuttosto è stato confermato che “vietare circhi con gli animali è impossibile“.

Leone scappato a Ladispoli, il sindaco Grando: “Provammo a vietare il circo nel 2017, ma se non si cambia la legge è impossibile”

Così denuncia a Tag24 Alessandro Grando, il sindaco del centro di 43.000 abitanti sul litorale romano che Carlo Verdone nei panni di Mimmo non riusciva a raggiungere per colpa di Marisol. Il primo cittadino cita la legge numero 337 del 1968 in cui, effettivamente, non si fa menzione agli animali se non nell’articolo 16, quello in cui si stabilisce la tariffa massima dell’imposta di consumo delle carni destinate agli zoo dei circhi.

Messi Kimba e i cittadini di Ladispoli al sicuro, “abbiamo convocato i gestori del circo e, insieme agli uffici comunali che avevano rilasciato l’autorizzazione, abbiamo vagliato l’ipotesi di revocare l’autorizzazione stessa – racconta Grando – I gestori si sono ovviamente opposti e allora abbiamo proposto, anche come gesto di rispetto per la città, la formula senza animali, che sono stati trasferiti. Dunque un modo per evitare proteste e altri, eventuali, ipotetici atti di sabotaggio. All’inizio avevano offerto di portare via solo i leoni, ma gli ho detto che non sarebbe stato sufficiente”.

Nessuna novità, poi, sul presunto sabotaggio o atto vandalico che avrebbe portato all’apertura della gabbia in cui si trovava l’animale. Per il resto “tutto è bene ciò che finisce bene”? Non sembra proprio, visto che le polemiche restano e il dito puntato sull’amministrazione comunale idem. Così come l’ironia via social.

“In quella legge, lo Stato riconosce la funzione sociale dei circhi, obbliga i Comuni a stilare la lista di aree idonee per l’istallazione degli stessi, da aggiornare annualmente, ma non ci consente di vietare impianti di quel tipo con animali. Nel 2017 provammo a farlo, e proprio nei confronti del ‘Rony Roller’. Il signor Rony Vassallo fece ricorso al Tar, con richiesta di sospensiva ‘inaudita altera parte‘, quindi senza lasciarci l’opportunità di controdedurre. La sospensiva venne accolta. In assenza di una norma diversa, una legge il cui iter parlamentare sembra da sempre ostacolato, noi saremo costantemente soggetti a ricorsi e a fronteggiare domande di risarcimento danni da parte dei ricorrenti”.

Sul volontario che ha narcotizzato l’animale: “Non è semplice come viene raccontata”

Altro particolare curioso del caso Ladispoli quello della sedazione di Kimba. A effettuarla è stato Raffaele Bisegna, manager con l’hobby della telenarcosi con il fucile. In una parola un volontario. “Sì – puntualizza Grando – ma il termine potrebbe fuorviare. Parliamo comunque di una persona preparata e addestrata, contattata dalla Polizia locale. Tra l’altro è riuscito a narcotizzare il leone al termine di un’operazione complessa, molto più di come viene raccontata. Difficile è stato anche soltanto reperire il narcotico alla Asl, di sabato pomeriggio. Difatti la richiesta è partita alle 16, il farmaco è arrivato alle 19. Anche il circo, nel frattempo, si è dotato di un operatore con fucile”.

La faceva facile Jannacci…