Le vendite online, già da qualche anno, stanno spopolando e nel testo andremo a spiegare come aprire un e-commerce e quali sono i costi da affrontare. Solitamente, chi ha intenzione di aprire un e-commerce sa già cosa vuole vendere, come caratterizzare l’attività, dove acquistare i beni e i servizi necessari.

Al di là di ciò, quando si decide di aprire un negozio per le vendite online, è bene informarsi sulle questioni burocratiche e sugli adempimenti fiscali. Ci sono, infatti, una serie di operazioni da compiere come, per esempio, l’apertura della Partita Iva, quali e quante tasse pagare, se esistono o meno agevolazioni.

Nel testo, spieghiamo come aprire un e-commerce, quali sono tutti i costi da affrontare e gli adempimenti.

Quali sono i primi adempimenti per aprire un e-commerce

Creare un sito di e-commerce e aprire un negozio è un’attività che può rivelarsi molto redditizia, valutando bene cosa vendere, come farlo e con la giusta attività di marketing.

Molte persone si chiedono come fare, quali sono gli obblighi contabili e tutte le agevolazioni previste. Ci sono, infatti, una serie di adempimenti e il primo fra tutti è l’apertura della Partita Iva (ricordiamo che la Partita Iva può essere aperta anche completamente online). È bene chiarire sin da subito che non si possono offrire prestazioni occasionali online, senza Partita Iva. Infatti, in questo caso specifico non si considera il ricavo annuo.

L’e-commerce è un negozio online a tutti gli effetti e per poter vendere un bene oppure un servizio è necessaria l’apertura della Partita Iva e l’iscrizione alla Camera di Commercio, nella sezione commercianti del Registro delle Imprese.

Un altro adempimento necessario, inoltre, è la dichiarazione di inizio attività al Comune di residenza (SCIA), tramite la comunicazione unica, entro 30 giorni dall’inizio dell’attività.

Cos’atro? I titolari di Partita Iva che aprono un negozio online devono obbligatoriamente iscriversi alla Gestione Separata dell’Inps, artigiani e commercianti, e versare i contributi previdenziali.

Infine, qualora i venditori abbiano intenzione di effettuare operazioni di acquisto e vendita in ambito comunitario, è necessaria l’iscrizione al VIES.

Quali sono i costi da affrontare

Chi ha intenzione di aprire un e-commerce si chiede quali sono i costi da affrontare. Iniziamo parlando proprio della Partita Iva. Nel rispetto di determinati requisiti, chi esercita la vendita online può aprire la Partita Iva in regime forfettario.

I forfettari sono esonerati da alcuni adempimenti e agevolazioni, in relazione ai contributi Inps da versare alla Gestione Separata.

Naturalmente, i costi della Partita Iva sono legati non all’apertura in sé, quanto alla gestione contabile e previdenziale. L’adesione al regime forfettario, per alcuni versi, può essere una buona formula di risparmio.

In linea di massima, possiamo affermare che i costi da sostenere per aprire una Partita Iva per l’e-commerce sono i seguenti:

  • Iscrizione alla Camera di Commercio. Nel caso delle ditte individuali, si deve versare un contributo di 35,50 euro per i diritti di segreteria e l’imposta di bollo, ai quali si aggiungono anche il diritto camerale obbligatorio da pagare ogni anno;
  • Per quanto riguarda le società di persone e di capitali, il costo è maggiore, in quanto si deve aggiungere anche la spesa per la costituzione della società presso il notaio e l’imposta di registro sull’atto costitutivo.

Ai suddetti costi, bisogna aggiungere anche i contributi Inps da versare alla Gestione Separata e i costi per la gestione contabile e fiscale della Partita Iva (non dimenticate il compenso del commercialista!).

Quali sono le considerazioni finali? I costi ci sono e, in alcuni casi, sono tanti, ma i guadagni che potrebbero derivare dall’attività, se fatta bene, potrebbero anche essere non indifferenti.

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