Stacks è una blockchain open source che ha destato un certo dibattito nella comunità degli esperti di settore. Alcuni, infatti, la includono tra le soluzioni di livello 1 collegata alla rete Bitcoin, altri la iscrivono a quelle layer 2, sempre per BTC.
A rendere interessante questo progetto è in particolare il possibile legame con gli Ordinals, token simili agli NFT che sono in grado di girare sulla blockchain di Bitcoin. Stacks, infatti, tra le sue funzionalità native ha anche quella che consente la creazione di token non fungibili. Se gli Ordinals continueranno nel loro trend di crescita, proprio questa criptovaluta potrebbe trarne grande giovamento, a livello di quotazione.
Stacks (STX): di cosa si tratta?
Stacks è una blockchain open-source che permette di implementare smart contract e applicazioni decentralizzate sotto garanzia di Bitcoin. All’interno del meccanismo creato, il token nativo STX è chiamato a svolgere la funzione di asset riservato ai pagamenti per l’elaborazione delle transazioni e l’esecuzione dei contratti intelligenti.
La sua storia è iniziata nel corso del 2013, quando ancora si chiamava Blockstacks , sotto l’impulso di Muneeb Ali e Ryan Shea. A spingere al suo varo fu la sempre più evidente centralizzazione cui stava andando incontro Bitcoin e il lavoro intrapreso è giunto a buon fine nel 2021, quando la mainnet è finalmente entrata in funzione.
Tra le caratteristiche che ne hanno favorito l’affermazione occorre sottolineare il particolare regolamento riguardante le transazioni, che sono garantite da Bitcoin e l’utilizzo del linguaggio di programmazione Clarity all’interno degli smart contract, che si rivela particolarmente efficace per impedire contrattempi al loro interno.
La blockchain di Stacks vede la presenza di un meccanismo di consenso alternativo, ovvero Proof-of-Transfer (PoX), che non richiede il ricorso agli ASIC per il mining. Di conseguenza risulta molto più sostenibile a livello ambientale.
Come funziona Stacks
Stacks rende possibile la creazione di smart contract e Dapps che sono peggate a Bitcoin, ovvero utilizzano l’icona creata da Satoshi Nakamoto in qualità di garanzia. Proprio sulla blockchain di BTC avviene il regolamento finale delle transazioni, in modo tale da assicurargli sicurezza e durata. In tal modo si pongono le basi per un potenziale utilizzo di Bitcoin nella DeFi, ad esempio sotto forma di prestiti decentralizzati o stablecoin ad esso ancorate. In pratica, mentre il token viene utilizzato come asset virtuale, la sua blockchain viene a sua volta usata per la verifica dell’identità o dei dati relativi alle negoziazioni.
In pratica, Stacks opera alla stregua di una soluzione layer 2 per Bitcoin e riesce ad offrire transazioni pienamente garantite dall’hash rate di BTC. Cui si aggiungono il peg decentralizzato denominato sBTC, gli swap atomici di BTC e di beni posseduti da indirizzi BTC, e un linguaggio di programmazione, Clarity, che è in grado di conferire sicurezza all’intero sistema.
Per quanto riguarda il meccanismo di consenso, il Proof-of-Transfer adottato da Stacks prevede che i minatori offrano Bitcoin al fine di diventare leader nel mining del blocco successivo, con conseguente introito di nuovi token STX. L’indicazione dei leader ha luogo sulla blockchain di Bitcoin e i token estratti sono utilizzati come prova di calcolo.
Infine, la tokenomics prevede un’offerta massima pari a 1,8 miliardi di STX. Oltre che per le ricompense viene bloccato sulla rete in modo da procurare ricompense in BTC. Il processo in questione si chiama stacking e, come si può facilmente capire, ricalca il meccanismo dello staking.
Le prospettive per il futuro
Stacks si accosta al futuro con ambizioni notevoli. Le sue caratteristiche tecnologiche sembrano all’altezza della sfida e, soprattutto, vanta un legame con Bitcoin che potrebbe sfruttare agevolmente con l’ormai incombente quarto halving dell’icona crypto.
La fiducia sui suoi esiti è peraltro dimostrata dalle aziende che hanno deciso di investire nei suoi piani di sviluppo. Tra di esse spiccano Winklevoss Capital, Union Square Ventures, Y Combinator e Digital Currency Group. Realtà che hanno deciso di fiancheggiare Stacks tra il 2014 e il 2017, quando il progetto era ancora lontano dalla fase di definizione.