Contributi INPS non pagati? In futuro, sarà più facile regolarizzare i debiti previdenziali ai fini della pensione. Finalmente arrivano buone notizie per i contribuenti con anomalie, errori e omissioni contributive.
Le novità riguardano l’introduzione dell’adempimento spontaneo con rateizzazione delle somme dovute, le lettere di compliance sulle irregolarità, sugli accertamenti d’ufficio con sanzioni ridotte e molte altre. Vediamo insieme quali sono.
Contributi INPS non pagati
Calendario alla mano, manca davvero poco per l’introduzione delle ultime novità sul fronte contributivo. Il DDL lavoro ha ripreso l’iter parlamentare e tra le novità contenute nel testo troviamo nuove indicazioni per l’INPS in merito all’omissione dei contributi previdenziali, prevedendo dei canali agevolativi per coloro che intendono regolarizzare la propria posizione ai fini previdenziali.
In futuro, il sistema previdenziale sarà maggiormente accessibile e con modalità di semplificazioni innovative in materia contributiva.
Inoltre, sarà concesso più tempo per regolarizzare la propria posizione con l‘applicazione di sanzioni ridotte, a condizione che si rispettino i criteri normativi. Viene premiata la formula spontanea di coloro che decidono di pagare le pendenze contributive.
Come si possono pagare i contributi INPS arretrati?
L’INPS permette di costituire la propria rendita vitalizia al fine di sanare gli anni contributivi non pagati. Attraverso la costituzione della rendita vitalizia, è possibile correggere un’omissione contributiva ai fini del perfezionamento dei requisiti per l’accesso alla pensione di invalidità, la pensione di vecchiaia e al trattamento superstiti correlati a prescrizione. Questa opzione si basa sull’inadempimento del versamento contributivo obbligatorio da parte di colui chiamato a regolarizzare la posizione contributiva.
L‘omissione contributiva può riguardare sia il totale che il parziale inadempimento dell’obbligo assicurativo. Il periodo legato all’attività lavorativa può essere riscattato in tutto o in parte. L’INPS procede all’accredito dei contributi in seguito al pagamento dell’onere di riscatto utile ai fini pensionistici.
L’onere di riscatto viene regolamentato dalle disposizioni di legge che disciplinano la liquidazione della pensione, con il sistema retributivo o con quello contributivo, in base al periodo temporale oggetto del riscatto, inclusi i criteri di computo delle anzianità (art. 1, commi 12 e 13, legge 8 agosto 1995, n. 335). Il provvedimento di accoglimento prevede l’indicazione delle scadenze e le modalità di pagamento.
Per ulteriori dettagli, è possibile consultare il Contact center al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164164 da rete mobile. In alternativa, è possibile avvalersi dei servizi predisposti presso gli enti di patronato e gli intermediari dell’Istituto.
Cosa succede se si pagano i contributi in ritardo?
In presenza di un mancato o ritardo pagamento dei contributi INPS, è prevista l’applicazione di una sanzione civile nella misura del 10,00% in ragione d’anno, tasso del 4,50% maggiorato di 5,5 punti.
L’INPS, nella circolare n. 44/2023, applica le nuove disposizioni sull’innalzamento dei tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento, pari al 3,75%, recependo le disposizioni promosse dalla Banca Centrale Europea.
In sintesi, le nuove disposizioni sui tassi di interesse correlati al differimento e al rateizzo dei debiti previdenziali prevedono:
- per le richieste di rateazioni presentate dal 20 settembre 2023, viene applicato un tasso di interesse pari al 10,50%.
- i piani di ammortamento emessi e notificati in precedenza non saranno oggetto di correttivi.
- per le autorizzazioni alla proroga del termine di versamento dei contributi, sarà applicato un nuovo tasso a partire dalla contribuzione del mese di settembre 2023.
Contributi INPS non pagati: arrivano le nuove regole per pagare i debiti previdenziali
Come previsto dalla bozza del DDL lavoro, i contribuenti avranno più tempo per sanare le irregolarità o omissioni contributive. Nello specifico, si parla di almeno 90 giorni a partire dalla data di notifica dell’avviso di contestazione emesso dall’INPS, nel quale vengono segnalate anomalie, errori e omissioni. In alternativa, potranno aderire in forma spontanea, sanando le anomalie.
Tuttavia, affinché la regolarizzazione produca i suoi effetti, è indispensabile effettuare il pagamento dell’importo dovuto, maggiorato del 2,75% (sanzione), entro i successivi 30 giorni.
Importanti novità riguardano anche le rateizzazioni dei versamenti contributi, con maggiore flessibilità nel pagamento rateale a partire dal 2025. Ciò significa che si disporrà di più tempo per sanare la posizione contributiva, premi e accessori INPS e INAIL. In particolare, si parla di un rateizzo massimo di cinque anni, ovvero 60 rate mensili, rispetto alle attuali 24 rate.
Per gli accertamenti d’ufficio, l’INPS avrà accesso alle banche dati o ad altre pubbliche amministrazioni, nonché alla comparazione dei relativi dati, per l’individuazione della base imponibile occultata, per il godimento di benefici contributivi o agevolazioni, in tutto o in parte, erogati ma non dovuti.
Pertanto, il contribuente potrebbe essere chiamato a comparire di persona o a mezzo di rappresentanti per chiarire la propria posizione.
Nella comunicazione sarà previsto anche il termine per regolarizzare la propria posizione entro 15 giorni; dopo questo periodo, l’Ente procederà con regolare avviso di accertamento. Dalla notifica dell’avviso, il contribuente disporrà di almeno 40 giorni di tempo per sanare la propria posizione con l’applicazione delle sanzioni ridotte al 50% e potrà richiedere il rateizzo dell’importo dovuto. L’avviso sarà notificato a mezzo PEC o con raccomandata.