Le piattaforme di layer 2 hanno dato buone risposte al problema della scalabilità nel corso degli ultimi anni. Progetti come Arbitrum, Optimism e Mantle, ad esempio, hanno utilizzato gli optimistic rollup per conseguire prestazioni di rilievo in tal senso.

Al tempo stesso, però, queste soluzioni non sono state in grado di conseguire risultati altrettanto significativi per quanto riguarda un altro tema importantissimo quando si tratta di criptovalute, ovvero la decentralizzazione.

Proprio per cercare di tenere insieme due esigenze così fondamentali in ambito blockchain si è proposto Celer Network. Un’ambizione che ha permesso al progetto di attirare una discreta attenzione, nonostante il 258° posto detenuto nella classifica relativa alla capitalizzazione di mercato.

Celer Network: cos’è

Celer Network è una soluzione di secondo livello dedicata alla scalabilità. Oltre alla rapidità transazionale, però, si prefigge anche di conseguire quegli elevati livelli di decentralizzazione che rimangono troppo spesso sulla carta, in ambito crypto.

Il suo obiettivo principale è da ravvisare nell’intento di favorire l’esecuzione degli smart contract. Inoltre si propone il compito di far lievitare in maniera significativa il throughput delle transazioni off-chain e a rendere possibile un’esperienza senza soluzione di continuità per le applicazioni decentralizzate su piattaforme come Ethereum e Polkadot.

Per riuscirci propone il Celer Inter-chain Messaging Framework, il quale permette agli sviluppatori di creare DApp native in grado di girare alla perfezione su varie catene. Questo framework agevola un efficace utilizzo della liquidità e permette una logica applicativa coerente. Gli utenti, a loro volta, possono utilizzare le applicazioni decentralizzate per la messaggistica inter-chain di Celer in modo da assicurarsi un ecosistema incentrato su più blockchain.

Chi si cela dietro Celer Network

A proporre Celer Network sono stati quattro personaggi già noti in ambito blockchain. Si tratta di Mo Dong, Junda Liu, Xiaozhou Li e Qingkai Liang, tutti laureati e titolari di un dottorato di ricerca tra Princeton, MIT, UC Berkeley e UIUC.

Sono stati loro a mettere a punto un sistema che si basa su due distinti modelli di sicurezza. Uno è rappresentato dal meccanismo di consenso Proof-of-Stake, l’altro da quegli optmistic rollup già in voga su Optimism e Arbitrum.

La tecnologia di scaling di layer2 proposta da Celer Network ha anche affrontato un altro tema cruciale in questo ambito, ovvero quello dell’interoperabilità tra blockchain. Al suo interno gli sviluppatori possono creare applicazioni in grado di interagire tra di loro su varie catene.

Nel sistema approntato il ruolo di token è affidato a CELR, utilizzato non solo per per le commissioni collegate alle transazioni, ma anche per conferire il diritto di partecipare al governo della rete e per lo staking.

Le prospettive di Celer Network

Celer Network garantisce notevoli vantaggi, non solo in termini di scalabilità e interoperabilità. Ad esempio i suoi costi sono limitati rispetto a quelli prospettati da altre blockchain. Inoltre è possibile utilizzarlo in molteplici ambiti, a partire da due che nell’immediato futuro potrebbero assumere grande importanza, ovvero la finanza decentralizzata (DeFi) e i cosiddetti crypto-game.

Di contro, occorre sottolineare come si muova in un ambito presidiato da due attori già ben posizionati come Arbitrum e Optimism. Deve cioè fronteggiare una concorrenza di notevole rilievo e non a caso in questo momento si trova in un vero e proprio limbo.

Molte delle sue speranze di affermazione sono legate al ristabilimento della situazione all’interno di un settore che nel corso dell’ultimo biennio è stato letteralmente gelato dalla crisi. Una crisi, nota come crypto winter, che ha colpito proprio i progetti che si stavano proponendo sul mercato. La schiarita che si sta profilando, e la quale dovrebbe essere favorita dal quarto halving di Bitcoin in programma nel 2024, potrebbe però creare il terreno ideale per i nuovi progetti che si propongono come risposta a determinate esigenze. Come Celer Network, appunto.