Chi era Rosaria Lopez, la giovane vittima del massacro del Circeo, uno dei delitti più bui ed efferati della storia del nostro Paese. All’epoca dei fatti aveva 19 anni e lavorava come barista. Lei, assieme all’amica Donatella Colasanti, fu torturata e massacrata da tre giovani romani provenienti da famiglie borghesi per 35 ore consecutive.

Chi era Rosaria Lopez: biografia e famiglia

Il massacro si verificò tra il 29 e il 30 settembre 1975. Le vittime furono due ragazze, attratte con l’inganno dai tre responsabili, Andrea Ghira, Gianni Guido e Angelo Izzo, in una lussuosa villa situata a San Felice Circeo sul litorale laziale.

Le due giovani, di 17 e 19 anni, furono stuprate e picchiate in modo ripetuto e continuativo. Solo Donatella però riuscì a sopravvivere, fingendosi morta. L’altra vittima invece fu uccisa al culmine delle torture.

Chi era Rosaria Lopez e com’è morta? Rosaria era una normale ragazza di 19 anni. Classe 1956, era originaria di Agrigento ed era un’ex collegiale. Abitava nel quartiere popolare della Montagnola di Roma. Di lavoro faceva la barista. Era l’ultima di 8 figli di un uomo impiegato del Catasto che aveva lasciato, con la famiglia, la Sicilia e si era trasferito a Roma per lavoro.

Circa settimana prima del massacro del Circeo (qui potete trovare la storia completa) Rosaria e l’amica Donatella, che all’epoca era ancora una studentessa, avevano conosciuto dei ragazzi all’uscita del cinema. Gli stessi poi, qualche giorno dopo, con la scusa di partecipare ad una festa, le attirarono con l’inganno in una villa di proprietà della famiglia Ghira. Era il 29 settembre 1975.

Stando a quanto raccontato poi dall’unica sopravvissuta, Colasanti, i tre ragazzi hanno prima cercato di avere dei rapporti sessuali con le vittime. Poi però, di fronte al loro rifiuto, le hanno sequestrate e hanno iniziato a picchiarle e violentarle.

Sia Rosaria che Donatella sono state stuprate per 35 ore consecutive. A compiere le violenze furono Andrea Ghira, Gianni Guido, Angelo Izzo, ragazzi della cosiddetta “Roma bene”. Ad un certo punto la 19enne fu allontanata dall’amica. Colasanti raccontò di averla sentita piangere, urlare e poi il silenzio assoluto.

Rosaria Lopez: morte e autopsia

In quel momento la giovane Lopez è stata uccisa. È stata affogata nella vasca da bagno. Fu allora, a quel punto, che Donatella capì che l’unico modo per salvarsi era fingersi morta. Così fece. Ghira, Guido e Izzo, credendo che ormai di averle uccise entrambe, caricarono i loro corpi nel bagagliaio di un’automobile, una Fiat bianca, con la quale poi fecero ritorno a casa.

I tre responsabili del massacro parcheggiano l’automobile, per andare a mangiare in un ristorante, visto che si era fatta ora di cena. Lasciarono la macchina in via Pola, a Roma. Donatella, che era ancora viva ed era nel bagagliaio insieme al cadavere dell’amica, capì di essere da sola e iniziò ad urlare per farsi sentire.

Giunsero, su chiamata, i carabinieri della zona che aprirono il bagagliaio e trovarono il corpo ormai esanime di Lopez e Donatella ancora viva. L’autopsia su Rosaria confermò le innumerevoli violenze subite e la causa della morte.

Che fine hanno fatto i responsabili?

Dopo poche ore Gianni Guido e Angelo Izzo furono catturati. Andrea Ghira invece riuscì a scappare e a non farsi mai raggiungere dalla giustizia. A carico dei tre ragazzi fu decretata poi, in tribunale, la pena dell’ergastolo.

Di fondamentale importanza furono le toccanti e difficili testimonianze portate da Donatella Colasanti, che all’epoca dei fatti aveva solo 17 anni. Ad assistere la vittima fu l’avvocato Tina Lagostena Bassi. La donna morì all’età di 47 anni per un grave tumore. Chiese di fare giustizia fino al giorno della sua scomparsa.

Per Guido, nel 1980, la pena venne ridotta a 30 anni, dopo che egli firmò una dichiarazione di pentimento. Ghira non venne invece mai trovato. Era stato condannato all’ergastolo in contumacia. Si scoprì poi, anni più tardi, che era fuggito in Spagna e che morì per overdose.

Angelo Izzo invece si trova ancora in carcere. Sta scontando due ergastoli. Uno per il suo coinvolgimento nel massacro del Circeo e nella morte di Rosaria e l’altro per il delitto di Terrazzano, in provincia di Campobasso (che ha visto l’uccisione di due donne).