“Biblioteca vivente” è il progetto genovese realizzato in occasione di Genova Capitale del Libro 2023. Nel programma, presentato oggi, anche la celebre idea nata in Danimarca più di vent’anni fa. L’assessore alle Pari Opportunità Francesca Corso ha detto: “Un evento che colloca Genova in un ambito transnazionale. In questa epoca dominata dalla fretta e dai social media, fermarsi a parlare con persone sconosciute e interessarsi alla loro storia è una pratica non comune, che può essere utile alla comunità per superare i pregiudizi e per formare coscienze libere da discriminazioni“.

Cos’è Biblioteca vivente? “Libri Umani” contro gli stereotipi e i pregiudizi

Un’occasione imperdibile che tratta di identità di genere, diritti lgbtq+, emigrazione, riabilitazione sociale di detenuti e condannati. I “Libri umani” da ascoltare per comprendere storie e punti di vista diversi: unico obiettivo la lotta ai pregiudizi.

Il Comune di Genova e il Teatro Pubblico Ligure, sotto la supervisione del direttore artistico Sergio Maifredi e in collaborazione con ABCittà, portano nella città ligure la Biblioteca vivente. Il primo appuntamento è il prossimo 5 dicembre alla Biblioteca Berio. A questo seguiranno altri 5 incontri in alcuni dei luoghi più frequentati, come il Mercato Orientale Genova (MOG) che ospiterà l’evento il prossimo 20 gennaio.

Sergio Maifredi, direttore artistico del progetto, si è detto entusiasta di poter portare a Genova l’iniziativa: “Ho visto la Biblioteca vivente in Danimarca e da subito ho voluto proporlo al Comune. Ha da subito incontrato il favore del sindaco Marco Bucci e dell’assessore Francesca Corso – e aggiunge – A me interessa la funzione primordiale del teatro, cioè, riportare il teatro alla sua identità primordiale e più autentica: un uomo che si spoglia di tutto e si racconta a un altro uomo. È la condizione di Odisseo che arriva nudo all’Isola dei Feaci e si presenta, dopo avere perso tutto, ad Alcinoo. Ognuno è salvo finché ha una storia da raccontare“.

I protagonisti, come moderni Odisseo, raccontano in prima persona la loro storia, rispondono alle domande del pubblico e mettono a nudo il proprio essere per “far aprire gli occhi” e “distruggere gli stereotipi”. L’iniziativa è resa possibile grazie a coloro che si sono offerti volontariamente e hanno seguito il corso di formazione con esperti di ALL – ABCittà.

Il luogo dove chiunque può diventare un libro: quando nasce la Biblioteca vivente?

Traduzione italiana di Human Library, la Biblioteca vivente nasce nel 2000 a Copenhagen in Danimarca, per poi diffondersi in tutta Europa. La prima iniziativa di questo genere è nata durante il Roskilde Festival, festival musicale che si tiene annualmente a sud dell’omonima cittadina.

A tenere la prima Human Library sono Ronni e Dany Abergel, Asma Mouna e Christoffer Erichsen, i quali al tempo lavoravano con il Danish Youth NGO Stop Volden (movimento non governativo danese stop alla violenza). Il movimento e organizzazione mette al centro le storie autobiografiche dei volontari esclusi dalla società e stigmatizzati.

Il meccanismo è piuttosto semplice. Come in una tradizionale biblioteca, il lettore sceglie il libro che più lo ispira o incuriosisce, solo che al posto di pagine e inchiostro c’è una persona in carne e ossa che racconta la propria vicenda.

Ma come funziona l’iniziativa genovese? I lettori potranno recarsi nei luoghi indicati e “consultare” il libro vivente per 30 minuti. Un progetto sicuramente innovativo per promuovere il dialogo e lo scambio di opinioni, che consente ai lettori di poter scrivere brevi recensioni e messaggi ai volontari.