David Cameron torna dopo la Brexit a ricoprire un incarico istituzionale. Il premier Rishi Sunak lo ha, infatti, nominato nuovo ministro degli Esteri. Nelle sue prime parole dopo il conferimento dell’incarico, l’ex primo ministro si è detto consapevole delle difficoltà geopolitiche di questo periodo ma spera di poter essere utile al governo del Regno Unito.
Il ritorno di David Cameron dopo la Brexit, il rimpasto per l’allontanamento di Suella Braverman
Sette anni lontano dalla politica. Era il luglio del 2016 quando David Cameron decise di lasciare il suo incarico come primo ministro inglese a favore di Theresa May, dopo il referendum sulla Brexit. Ora, a sorpresa ma non troppo – le cronache dei palazzi istituzionali inglesi riferiscono che il suo nome girasse con insistenza per un incarico di governo – Cameron torna a ricoprire un ruolo politico all’interno del governo guidato da Rishi Sunak.
Il terremoto provocato dall’allontanamento di Suella Braverman, ex ministro dell’Interno, lo vede scelto come nuovo ministro degli Esteri. Sostituisce James Cleverly, a sua volta chiamato a rimpiazzare proprio la Braverman, le cui posizioni oltranziste in fatto di migranti le avevano attirato non poche critiche, comprese quelle dell’ex calciatore Gary Lineker.
Commentando la nomina su Twitter, Cameron sceglie un profilo basso, riconoscendo la difficoltà del contesto internazionale attuale e l’importanza delle relazioni con i partner mondiali.
“Ci troviamo di fronte a una serie scoraggiante di sfide internazionali, tra cui la guerra in Ucraina e la crisi in Medio Oriente. In questo periodo di profondi cambiamenti globali, raramente è stato più importante per questo Paese stare al fianco dei nostri alleati, rafforzare i nostri partenariati e assicurarsi che la nostra voce sia ascoltata”.
L’ex inquilino di Downing Street confida, però, che la sua esperienza possa essere d’aiuto al Paese in un momento tanto delicato a livello geopolitico.
“Sebbene abbia lasciato la politica in prima linea negli ultimi sette anni, spero che la mia esperienza – come leader dei conservatori per undici anni e primo ministro per sei – mi aiuti ad aiutare il Primo Ministro ad affrontare queste sfide vitali”.
The Prime Minister has asked me to serve as his Foreign Secretary and I have gladly accepted.
— David Cameron (@David_Cameron) November 13, 2023
We are facing a daunting set of international challenges, including the war in Ukraine and the crisis in the Middle East. At this time of profound global change, it has rarely been more…
Cameron e la Brexit, il discorso che segnò il suo destino politico | VIDEO
Fino a oggi, la vita politica di David Cameron sembrava definitivamente conclusa. Colpa della vera e propria ‘figuraccia’ internazionale fatta all’epoca del suo secondo mandato da premier inglese.
Ma cosa accadde esattamente sette anni fa? Riavvolgiamo brevemente i fatti.
Nel 2015, durante la campagna elettorale per le elezioni politiche del Regno Unito, Cameron promise che, se fosse risultato vincitore, avrebbe indetto un referendum per far decidere ai cittadini inglesi circa la permanenza della Gran Bretagna nell’Unione Europea.
Cameron e il Partito Conservatore da lui rappresentato furono costretti a questa drastica decisione a seguito del pesante calo dei consensi dei mesi precedenti. Nel 2014, infatti, il partito indipendentista UKIP trionfò a sorpresa alle elezioni europee, sconfiggendo sia i conservatori sia i laburisti, per la prima volta in 108 anni di storia.
Una volta rieletto, Cameron indisse effettivamente il referendum ma, convinto che avrebbe dato esito negativo, fece campagna per il ‘Remain’, cioè per restare nell’UE. Quando il 24 giugno 2016 arrivò il verdetto che sanciva l’uscita del Regno Unito dall’Unione, a Cameron non restò che rassegnare le proprie dimissioni, sparendo dalla vita politica inglese. Fino ad ora.