Per chi si propone di fare compravendita e minting di NFT, il problema della scalabilità è molto avvertito. Il ricorso a Ethereum, infatti, rende sempre possibile trovarsi a sbattere contro la congestione della blockchain, rendendo necessario accettare tariffe più elevate per poter accorciare i tempi di convalida delle transazioni.
Proprio per questo motivo un gran numero di soluzioni sono sbarcate sul mercato crypto nel corso degli ultimi anni. Il proponimento comune è quello di dare vita a operazioni più veloci e convenienti, ma mutano le risposte date al problema. Anche Immutable rientra in questo particolare ambito.
Immutable: cos’è e cosa si propone
Immutable è una soluzione altamente scalabile di layer 2 dedicata al trading e minting di Non Fungible Token (NFT) sulla blockchain di Ethereum. L’azienda è stata lanciata nel corso del 2018 da Alex Connolly, James e Robbie Ferguson e ha immediatamente destato interesse per le caratteristiche tecnologhce su cui è stata costruita la sua blockchain.
A permettere la scalabilità è la presenza di un meccanismo zero knowledge proof, denominato zk-STARK, acronimo di Zero Knowledge – Scalable Transparent Argument of Knowledge. Si tratta di un meccanismo di verifica in cui l’utente può dimostrare di essere in possesso di determinate informazioni, senza essere tenuto a rivelarle. Ne conseguono maggiori prestazioni per quanto concerne il numero di operazioni che è possibile eseguire, livelli di sicurezza e di riservatezza.
Il funzionamento di Immutable
Il funzionamento di Immutable prevede la raccolta dei dati relativi ad un certo numero di transazioni (batch), seguito dall’invio della prova alla blockchain per la verifica tramite smart contract. Quello della ZK-Rollup conserva i dettagli delle operazioni sul livello 2, in quanto il fatto che non contengano i dati completi delle stesse consente un’elaborazione più rapida. A ciò si aggiunge che le risorse necessarie per poter elaborarle e archiviarle saranno minori. Per effetto del concatenarsi di questi fattori, ne consegue la possibilità di innalzare le TPS (transazioni per secondo) sino a 9mila circa.
Ai vantaggi in termini di scalabilità e convenienza, si vanno poi ad aggiungere quelli relativi alla maggiore sostenibilità ambientale di Immutable. Le operazioni di trading e minting, infatti, non generano emissioni nocive, a differenza di quanto accade in altre blockchain. Tanto che per questa preziosa caratteristica Immutable viene compensata con i cosiddetti carbon credit, ovvero certificati o titoli negoziabili che l’azienda può rivendere alle aziende che, al contrario, inquinano.
All’interno dell’ecosistema Immutable, il token IMX viene utilizzato per il pagamento delle commissioni per le transazioni, oltre che di incentivo per gli sviluppatori. Può inoltre essere messo in staking, generando di conseguenza una rendita passiva ai suoi possessori. Conferendo al contempo agli stessi la possibilità di partecipare al governo della rete. La tokenomics di Immutable prevede un’offerta massima pari a due miliardi di IMX, facendone di conseguenza un asset deflazionistico.
Le prospettive future
Immutable si affaccia con fiducia al futuro, proprio grazie alla validità delle sue caratteristiche tecnologiche. Se al momento si trova al 43° posto nella classifica relativa alla capitalizzazione di mercato, va anche detto che sta riscuotendo un interesse sempre maggiore. Testimoniato dalla crescita superiore al 28% del suo prezzo, fatta registrare nel corso degli ultimi sette giorni.
Una crescita che dovrebbe senz’altro proseguire nel corso dei prossimi mesi, soprattutto nel caso in cui la gelata che ha colpito il settore nel corso dell’ultimo biennio dovesse lasciare posto alla sospirata schiarita.
Il fatto che Immutable si configuri come la risposta a esigenze reali, e non come token speculativo, ne fa uno dei migliori candidati per un crescita di rilievo nel nuovo anno. A crederci sono anche le realtà che hanno deciso di apportare capitale al suo sviluppo, come Coinbase, Galaxy Digital, Apex Capital Partners, Continue Capital, Nirvana Capital e Naspers, che hanno versato 15 milioni di dollari in un round di finanziamento tenutosi nel 2019.