Arbitrum è una blockchain layer costruita sulla rete di Ethereum che si propone di conseguire prestazioni di rilievo in tema di scalabilità. Un proposito che riesce a centrare grazie alle 40mila TPS (transazioni al secondo) che riesce a elaborare, aggiungendo un ulteriore vantaggio per i suoi utenti, tariffe molto più contenute rispetto a quelle che sono tipiche del livello superiore di ETH.

Proprio queste caratteristiche sono riuscite a richiamare notevole interesse attorno al progetto, nonostante un concorrenza sempre più serrata da parte di soluzioni analoghe.

Arbitrum: di cosa si tratta

Arbitrum è stato fondato da Ed Felden, dando luogo a tre round di finanziamenti tra il 2019 e il 2021, nel corso dei quali ha collezionato oltre 123 milioni di dollari. Tra le aziende che hanno contribuito ci sono Pantera Capital, Lightspeed Ventures Partners, Alameda Resarch, Polychain Capital e Marc Cuban, il proprietario della nota franchigia NBA Dallas Mavericks.

Come abbiamo già detto in avvio, si propone di dare una risposta al tema della scalabilità che affligge solitamente le blockchain di livello 1. Queste reti, infatti, soffrono solitamente di congestione derivante dalla difficoltà di elaborare un gran numero di operazioni, spingendo gli sviluppatori a impegnarsi per risolvere il problema.

Il team di sviluppo di Arbitrum ha individuato nella tecnologia di ridimensionamento optimistic rollups la soluzione migliore in tal senso. Questo protocollo, infatti prevede l’elaborazione delle transazioni sulla propria blockchain proprietaria, limitando il lavoro spettante a Ethereum alla conferma del nuovo stato della catena. Il carico di lavoro viene quindi ripartito, con la conseguenza di velocizzare al massimo le operazioni, con un sensibile ridimensionamento dei costi.

Arbitrum e Optimism: quali le differenze?

Proprio questo modo di funzionare ha in pratica messo Arbitrum in diretta concorrenza con Optimism, altro progetto fondato su optimistic rollups. Le due catene hanno infatti numerosi punti di contatto, tra cui l’esclusiva trasmissione dei dati con gli hash dei blocchi confermati alla rete superiore, mantenendo il resto del lavoro collegato alla convalida.

Ci sono però alcune differenze di non poco conto tra i due progetti, ovvero:

  • la risoluzione delle eventuali controversie, che nel caso di Arbitrum prevede più turni, mentre Optimism limita le prove di frode ad un solo round. Il costo è quindi leggermente superiore sulla seconda blockchain;
  • Arbitrum fa leva su una sua macchina virtuale, la Arbitrum Virtual Machine, mentre Optimism utilizza la Ethereum Virtual Machine, con cui è compatibile;
  • Arbitrum necessita del linguaggio di programmazione Solidity, mentre Optimism supporta tutti quelli della EVM.

Se queste sono le differenze tecniche, occorre aggiungere che Arbitrum vanta un TVL (valore totale bloccato) oltre cinque volte superiore a quello di Optimism, oltre ad un ecosistema popolato da un maggior numero di applicazioni decentralizzate.

Le prospettive future di Arbitrum

Arbitrum si trova al momento al 41° posto nella classifica di settore. Se ha attratto notevole interesse non è però riuscito ancora a sfondare definitivamente, nonostante le caratteristiche tecnologiche.

A frenarlo è stato soprattutto il fatto di aver fatto il suo debutto in momento particolarmente complicato del mercato, ovvero in corrispondenza con la gelata del crypto winter, che ha allontanato possibili trader interessati ad asset in grado di remunerare il proprio investimento. Una diffidenza causata anche dai ripetuti scandali che hanno caratterizzato il settore, a partire da quelli che hanno coinvolto Terra (LUNA) e FTX.

Ora che la situazione sembra sul punto di ristabilirsi, però, Arbitrum sembra avere le caratteristiche giuste per affermarsi definitivamente. La capacità di processare un gran numero di transazioni potrebbe farne un punto di riferimento nel settore dei pagamenti. Nonostante una concorrenza che continua ad arricchirsi di nuovi arrivi intenzionati a presidiare lo stesso ambito, nell’immediato futuro.