Nella serata di ieri si è tenuto l’ultimo dibattito elettorale per quanto riguarda il voto in Argentina. Il prossimo 19 novembre, infatti, è in programma il ballottaggio per le presidenziali. La cornice del confronto è stata la facoltà di giurisprudenza all’interno dell’università di Buenos Aires, ma il dibattito è stato ovviamente trasmesso sui canali televisivi.
Ad essersi scontrati sono stati da un lato Sergio Massa, attuale ministro dell’Economia, che nelle elezioni del 22 ottobre scorso ha conquistato il 36,68% dei voti. Sull’altro versante il candidato ultraliberista di estrema destra, Javier Milei, che si è fermato al 29,98%.
Argentina al voto: Massa vince il dibattito televisivo
Non è facile imporsi all’interno di un dibattito elettorale, a maggior ragione quando si è a pochi giorni dalla sfida decisiva. Ad essere risultato vincitore è Massa, che ha il merito di essere indubbiamente più preparato (anche considerando il lavoro portato avanti in questi anni). L’attuale ministro sembra aver dettato tempi e modi del dibattito, puntando a far emergere il lato più aggressivo dell’avversario.
A tratti Massa sembra però essersi concentrato troppo sull’attacco all’avversario, dimenticando il fulcro del dibattito, vale a dire il programma politico. Su quest’ultimo tema vanno registrati diversi passi indietro di Milei, perdendo così una parte di incisività che aveva invogliato al voto una parte del suo elettorato. Si è verificato un dietrofront in alcune tra le sue proposte più radicali, come la privatizzazione di sanità e sistema scolastico.
Urne ormai alle porte in Argentina, dove si stimano ancora circa il 10% di indecisi
Il primo turno delle elezioni in Argentina si è concluso mostrando un elettorato molto indeciso e al momento gli incerti al voto si stimano essere tra il 10 e il 15%. Il ballottaggio del 19 novembre si delinea perciò cruciale e dall’esito tutt’altro che scontato in vista dell’insediamento alla presidenza previsto per il 10 dicembre prossimo. L’esito del dibattito televisivo, infatti, non sembra aver spostato di molto l’ago della bilancia, con gli analisti che continuano a prevedere una fetta di indecisi per la giornata del voto.