La piccola Indi Gregory è morta nella notte: il suo cuore ha smesso di battere all’1.45. Lo hanno annunciato i genitori della piccola inglese. Gli stessi che, nei mesi e nelle settimane scorsi, hanno portato avanti una lunga battaglia legale e politica. Battaglia che però, alla fine, non è servita. Ieri i medici avevano staccato le macchine che la tenevano in vita. Così, dopo qualche ora, la bimba si è spenta.

Indi Gregory è morta nella notte

Indi Gregory è morta all’1.45 di lunedì 13 novembre 2023, a qualche ora di distanza dallo staccamento della bimba inglese dai macchinari medici ospedalieri. La piccola, di appena 8 mesi, era affetta da una grave patologia mitocondriale definita dai dottori e dai magistrati “letale e incurabile”.

A dare la triste notizia è stato questa mattina il padre. Indi, nata il 24 febbraio 2003, aveva disturbi genetici rarissimi caratterizzati dalla riduzione del numero di mitocondri all’interno delle cellule. Di conseguenza il corpo della bimba aveva una minore energia e ciò limitava la capacità delle cellule di svolgere correttamente le loro attività e funzioni.

La sindrome da deplezione mitocondriale ha dei sintomi pesantissimi. Con il passare del tempo può portare a gravi danneggiamenti dei muscoli, del cervello, del fegato e di tutto il sistema gastrointestinale. Indi era attaccata a dei macchinari presso il Queen’s Medical Centre di Nottingham, dove era ricoverata.

Tanto i camici bianchi quanto le toghe avevano scelto, nonostante la forte opposizione della famiglia, lo stop ai trattamenti vitali e il trasferimento in un hospice della piccola. La decisione finale era arrivata lo scorso del venerdì dalle corti del Regno Unito.

La vicenda della bimba inglese di 8 mesi è stata al centro anche della nostra cronaca nazionale in quanto aveva fatto sorgere una diatriba tra Italia e Uk. Lo scorso 6 novembre il governo Meloni aveva concesso a Indi il diritto ad una “cittadinanza lampo” in modo tale da consentirle di essere trasferita nel nostro Paese e ricoverata all’ospedale Bambino Gesù di Roma.

Il triste annuncio dei genitori

La battaglia legale di Dean Gregory e Claire Staniforth, rispettivamente papà e mamma della piccola, e la grande mobilitazione di attivisti e politici inglesi e italiani però, alla fine, non hanno impedito che la bimba britannica venisse allontanata dai macchinari che la tenevano in vita e accompagnata al decesso.

A dare il triste annuncio della scomparsa di Indi è stato il padre, che riferito al mondo intero:

Mia figlia è morta. La mia vita è finita all’1.45.

L’uomo ha detto che lui e sua moglie Claire sono molto arrabbiati per quanto successo alla loro bimba. Ha poi puntato il dito contro il servizio sanitario nazionale e i giudici inglesi che, secondo il padre Dean Gregory, avrebbero tolto a Indi la possibilità di vivere e la dignità di morire nella sua casa tra gli affetti della famiglia.

Ecco le sue parole:

Io e mia moglie Clare siamo arrabbiati, affranti e pieni di vergogna. Il servizio sanitario nazionale e i tribunali non solo le hanno tolto la possibilità di vivere, ma le hanno tolto anche la dignità di morire nella sua casa. Sono riusciti a prendere il corpo e la dignità di Indi, ma non potranno mai prendere la sua anima.

L’uomo ha proseguito attaccando poi tutti coloro che, dal giorno in cui Indi è nata, avrebbero “provato a sbarazzarsi di lei”. Infine papà Dean ha concluso il suo breve ma incisivo discorso ribadendo che lui e la moglie si sono, specialmente negli ultimi mesi, dati da fare affinché la bimba non venga mai dimenticata

Sapevo che era speciale dal giorno in cui è nata, hanno cercato di sbarazzarsi di lei senza che nessuno lo sapesse ma io e Clare ci siamo assicurati che sarebbe stata ricordata per sempre.

Indi Gregory è stata “accompagnata al decesso”

Già nella giornata di sabato 11 novembre 2023 era iniziato il distacco dai supporti vitali per Indi. Poi ieri, domenica 12, i dottori hanno proceduto con l’interruzione della ventilazione assistita. La piccola è stata accompagnata gradualmente verso il decesso.

Le sono stati somministrati medicinali palliativi a questo scopo. A stabilire l’iter erano stati i giudici e i dottori britannici, ritenendo questa soluzione la meno dolorosa possibile, per quanto tragica e devastante. Dopo qualche ora il cuore della bimba inglese di 8 mesi ha smesso di battere.

Non è servita dunque la battaglia legale e politica condotta dai genitori ed arrivata fino in Italia. Diversi attivisti e politici avevano promosso, insieme ad avvocati ed esperti del settore, il trasferimento della piccola in Italia. Trasferimento che però alla fine non è avvenuto. Ma non solo.

I giudici della Corte d’appello di Londra avevano criticato le modalità con cui il nostro Paese era intervenuto nella vicenda. Nella decisione finale sul futuro della piccola Indi, le toghe britanniche avevano ricordato la “significativa sofferenza” a cui Indi Gregory era sottoposta da tempo legata ai “tanti trattamenti invasivi che la tenevano in vita”.

A rivolgere un pensiero alla bimba di 8 mesi e a mostrare vicinanza e affetto nei confronti della mamma e del papà di Indi era stato addirittura Papa Francesco. Bergoglio, nei giorni scorsi, aveva riferito di pregare per loro e per la loro figlia piccola.

Nel Regno Unito invece con Dean e Claire si erano schierati, sin dal primo momento, diversi attivisti e associazioni pro-life britanniche.