Continua la guerra tra Israele e Gaza, l’ospedale di Al-Shifa di Gaza city è ancora in black out, non c’è energia elettrica e nemmeno ossigeno per i pazienti. A rischio ala vita dei 39 neonati nelle incubatrici. Il personale sanitario ha fatto sapere di essere pronto a evacuare la struttura. Proseguono anche gli attacchi di Israele in Libano contro Hezbollah.

Ospedale Al-Shifa di Gaza, i medici: “Siamo pronti a evacuare”

L’ospedale Al-Shifa di Gaza city in questi giorni a causa della guerra tra Israele e Gaza è andato in black out, restando senza corrente elettrica, medicinali e ossigeno per i pazienti. Si teme per la vita di tutti i malati, il personale medico e i rifugiati rimasti all’interno della struttura. Ancora incerto il destino dei 39 neonati nelle incubatrici, che da ieri sono in pericolo di vita.

Il direttore dell’ospedale Al-Shifa, Mohammad Abu Salmiya, ha dichiarato che il personale medico e i pazienti sono pronti per evacuare immediatamente la struttura, se Israele lo consentirà. Lo ha annunciato alla Radio Ashams a Nazareth

Il direttore dell’ospedale ha dichiarato che:

“L’intervento delle organizzazioni internazionali è necessario per garantire un’evacuazione sicura verso un centro medico nella parte meridionale della Striscia. Ci sono circa 700 pazienti, incluse persone in dialisi e feriti, con tre morti e altri quattro decessi negli ultimi due giorni a causa della mancanza di ossigeno e di dialisi”. 

Ha poi commentato la criticità della situazione in cui versano i pazienti e l’ospedale aggiungendo che:

“Siamo un ospedale per disabili. Nessuno dei dipartimenti può fornire servizi, e senza ossigeno, dialisi e sale operatorie non possiamo aiutare affatto. Siamo pronti per l’evacuazione, ma l’esercito israeliano non lo consente a causa degli intensi spari intorno all’ospedale e della sostanziale presenza di forze, compresi aerei, che impediscono un’evacuazione sistematica o addirittura la rimozione dei corpi”.

Nel corso della serata di oggi 12 novembre 2023 è arrivata la notizia ufficiale sul fatto che l’ospedale Al-Shifa di Gaza non è più in funzione. Il comunicato arriva dal direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus che ha dichiarato:

“Sono trascorsi 3 giorni senza elettricità, senza acqua e con una connessione Internet pessima, il che ha gravemente compromesso la nostra capacità di fornire cure essenziali. I continui spari e bombardamenti nella zona hanno esacerbato la situazione già critica. Tragicamente, il numero di pazienti deceduti è aumentato in modo significativo. Purtroppo l’ospedale non funziona più come ospedale”.

Il viceministro della Sanità di Hamas nella Striscia di Gaza, Yusef Abu Rish, ha dichiarato che cinque bambini prematuri e sette pazienti in condizioni critiche sono morti nell’ospedale Al-Shifa a Gaza city a causa della mancanza di elettricità.

Il viceministro ha ribadito la sua preoccupazione per lo stato di salute degli altri pazienti, avendo paura che in molti non riusciranno a passare la notte.

Continuano gli attacchi di Israele in Libano contro Hezbollah

L’esercito di Israele ha effettuato dei raid aerei e degli attacchi con i droni contro alcune basi di Hezbollah, il nucleo integralista islamico del Libano, nelle zone a sud del Paese in risposta ai missili lanciati nella giornata di oggi 12 novembre 2023 a nord di Israele. Tra i siti colpiti anche un deposito di armi di Hezbollah. 

Nel primo pomeriggio diversi civili sono rimasti feriti in un attacco missilistico proveniente dal Libano. L’azione rivendicata dal gruppo di Hezbollah ha colpito alcuni veicoli civili nei pressi di Dovev, vicino al confine nord con Israele.

Guerra Israele-Gaza, l’Unione Europea: “La pausa umanitaria è urgente, agli ospedali di Gaza servono rifornimenti”

Il bilancio della vittime palestinesi della straziante guerra tra Israele e Gaza – riportato dalle fonti di Hamas – sale a 11.180, da quando il 7 ottobre sono partiti i primi attacchi nella Striscia di Gaza. Dall’Unione Europea arrivano altri messaggi di preoccupazione in merito alle sorti del conflitto e allo stato in cui si trova la popolazione rimasta nella Striscia.

L’Alto Rappresentante dell’Ue, Josep Borrell, ha dichiarato che:

“L’Ue è seriamente preoccupata per l’aggravarsi della crisi umanitaria a Gaza e si unisce agli appelli per una pausa immediata delle ostilità e per la creazione di corridoi umanitari, anche attraverso una maggiore capacità ai valichi di frontiera e attraverso una rotta marittima dedicata”.

Borrel ha condannato le azioni di Hamas e sottolineato le gravi condizioni di emergenza in cui si trovano le strutture ospedaliere di Gaza City:

“L’uso di ospedali e civili come scudi umani da parte di Hamas. I civili devono poter lasciare la zona di combattimento. Gli ospedali devono essere riforniti immediatamente delle forniture più urgenti e i pazienti più gravi devono essere evacuati in sicurezza”.

Netanyahu alla CNN: “Contro Hamas è la guerra fra civiltà e barbarie “

Nel corso della serata di oggi arrivano anche le ultime dichiarazioni del premier Israeliano Netanyahu che in un’intervista alla CNN ha ribadito con fermezza che risponderà alle domande sulla sua responsabilità nella guerra solo dopo la vittoria d i Israele.

Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato:

“La gente ha chiesto qualcosa a Franklin Roosevelt dopo Pearl Harbor? O a George W. Bush dopo l’11 settembre? Ho offerto carburante all’ospedale di Shifa, ma la mia offerta è stata rifiutata. La battaglia contro Hamas è la guerra fra civiltà e barbarie”.

La risposta di Guterres alle dichiarazioni di Netanyahu: “Hamas non è il popolo palestinese”

Durante la serata di oggi 12 novembre 2023 arriva la risposta di Antonio Guterres alle dichiarazioni rilasciate dal premier israeliano Benjamin Netanyahu. Il segretario generale delle Nazioni Unite con le sue parole sottolinea l’esigenza di non identificare Hamas con l’intera popolazione palestinese e ribatte al premier dello Stato ebraico dichiarando che:

“E’ un principio fondamentale per me: Hamas non è il popolo palestinese. Bisogna essere in grado di distinguere Hamas dal popolo palestinese. E quindi non si possono usare le cose orribili che Hamas ha fatto come motivo per punire collettivamente il popolo palestinese”.