Al termine dell’Angelus di questa domenica, Papa Francesco ha rivolto un pensiero alla guerra in Medio Oriente, chiedendo che il conflitto non si allarghi ulteriormente: “Basta, fratelli, fermate le armi“. Le parole rivolte alle guerre che sconvolgono il mondo da un punto all’altro sono arrivate dopo il commento al Vangelo odierno (Mt 25,1-13), che narra la parabola delle dieci vergini, “una storia che riguarda il senso della vita di ciascuno“. Il Pontefice ha invitato i fedeli a riflettere sulla differenza tra stoltezza e saggezza, consistente nella preparazione: “Vivere è questo: una grande preparazione per il giorno in cui saremo chiamati a uscire incontro a Gesù!“.

Medio Oriente, Papa Francesco: “Il conflitto non si allarghi”

Il Papa ha parlato dell’importanza di “curare il cuore” e della custodia della vita interiore“:

Vuol dire sapersi fermare per ascoltare il proprio cuore, per vigilare sui propri pensieri e sentimenti. […] La saggezza vuol dire saper fare spazio al silenzio, per essere capaci di ascoltare noi e gli altri. Vuol dire saper rinunciare a un po’ di tempo passato davanti allo schermo del telefono per guardare la luce negli occhi degli altri, nel proprio cuore, nello sguardo di Dio su di noi. Vuol dire, non lasciarsi intrappolare dall’attivismo, ma dedicare tempo al Signore, all’ascolto della sua Parola.

Il vangelo di oggi, dunque, invita a non trascurare e a preservare con cura e parsimonia l’olio della vita interiore, poiché “la vita interiore va preparata dedicando un po’ di tempo ogni giorno, con costanza, come si fa per ogni cosa importante“. 

Dopo aver accompagnato i fedeli nell’interpretazione del messaggio del Vangelo, il Papa ha fatto riferimento alle questioni attuali che scuotono numerosi Paesi, come come la guerra in Ucraina e la guerra civile in Sudan, che sta comportando numerose vittime, milioni di sfollati interni e rifugiati nei Paesi limitrofi e una grave situazione umanitaria. Il Papa in questa sede ha rivolto un appello ai Responsabili locali, affinché favoriscano l’accesso degli aiuti umanitari e, affiancati dalla Comunità internazionale, lavorino per una soluzione pacifica: “Non dimentichiamoci di questi nostri fratelli che sono nella prova!“.

Le parole del Pontefice dopo l’Angelus: “A Gaza si soccorrano i feriti, si facciano arrivare gli aiuti umanitari”

Il Pontefice ha speso parole pregne di significato per la situazione in Israele e in Palestina, esprimendo vicinanza alle popolazioni coinvolte. Il Pontefice ha poi chiesto a gran voce che si fermino le armi e che il conflitto non si allarghi. L’invito è a continuare a lavorare affinché “il senso di umanità prevalga sulla durezza dei cuori”.

A Gaza, si soccorrano subito i feriti, si proteggano i civili, si facciano arrivare molti più aiuti umanitari a quella popolazione stremata. Si liberino gli ostaggi, tra i quali ci sono tanti anziani e bambini. Ogni essere umano, che sia cristiano, ebreo, musulmano, di qualsiasi popolo e religione, ogni essere umano è sacro, è prezioso agli occhi di Dio e ha diritto a vivere in pace.