Cos’è Grok? Si tratta dell’intelligenza artificiale di X rilasciata da Elon Musk. Grok è di fatto un’assistente generativo in supporto agli utenti del famoso portale di social news.

Le sue caratteristiche però differiscono notevolmente da simili strumenti messi a disposizione dalla tecnologia moderna.

L’eccentrico imprenditore sudafricano ha infatti voluto dare un’impronta personale al servizio di chatbot associato ad X.

Anche il nome assegnato a questo algoritmo è particolarmente suggestivo della cultura pop fantascientifica

Cos’è Grok: come funziona e come usarlo

Grok è la risposta di Elon Musk all’ascesa di chatGPT e altri modelli di intelligenza artificiale che ormai accompagnano motori di ricerca.

Sfrutterà il gigantesco database di X per elaborare frasi e generare risposte simili a quelle che darebbe una persona umana.

In questo modo è in grado non solo di riportare eventi accaduti ma anche formulare previsioni sufficientemente accurate.

L’algoritmo di sviluppo di Grok avrà una capacità superiore al primo codice di chatGPT.

La caratteristica iconica di Grok sarà però avere uno stile e un linguaggio irriverente. L’obiettivo degli sviluppatori e dello stesso Musk è infatti quello di mettere a disposizione un assistente digitale quanto più simile ad un umano.

E per questo motivo Grok sarà dotato di ironia, sarcasmo e anche linguaggio sboccato. In sintesi avrà la libertà di esprimere anche pensieri scomodi.

Dalle stesse dichiarazioni di Musk, Grok avrà uno spirito ribelle e un’accesa ironia pungente. Lo stesso imprenditore ha perciò ammonito chi è sensibile all’umorismo.

Il supporto di IA Grok sarà un servizio esclusivo degli utenti Premium di X, vale a dire quelli che abbiano sottoscritto un abbonamento a pagamento.

È però in cantiere anche una versione sottoforma di applicazione che verrà presto resa disponibile per i dispositivi mobile con sistema operativo iOS o Android. Anche in questo caso, però, si tratterà di un servizio non gratuito.

Per il momento il chatbot Grok è un’esclusiva degli utenti negli Stati Uniti e non è ancora chiaro quando la IA verrà estesa al resto degli iscritti.

L’origine del nome

Il termine Grok è un neologismo della lingua anglosassone, coniato negli anni ’60 durante i movimenti di cultura hippie.

La parola ha poi perso importanza nella lingua parlata ma è rimasta in uso in ambito informatico. Grok infatti può essere tradotto come “aver appreso pienamente una nozione o un concetto”.

Nello specifico dunque questo vocabolo indica non solo aver imparato un argomento ma averlo completamente assimilato e reso proprio, in modo da essere elaborato per un secondo ed ulteriore sviluppo.

La paternità dell’invenzione del termine è da attribuire allo scrittore statunitense Robert A. Heinlein.

La sua prima apparizione infatti avviene nel suo romanzo fantascientifico “Straniero in terra straniera” e assumeva il significato di “bere” nel senso figurativo di assimilare un concetto.

Il verbo viene successivamente utilizzato anche nel romanzo, sempre di fantascienza, “Guida galattica per autostoppisti” di Douglas Adams.

Qui il termine esprimeva quindi una totale padronanza di un argomento in modo da utilizzarla in modo più profondo e personale.

Queste stesse caratteristiche sono alla base della progettazione della nuova intelligenza artificiale di X. 

Le polemiche

In un primo momento l’idea è stata accolta con grande entusiasmo.

Tuttavia ben presto lo stile irriverente e le risposte condite da una sferzante ironia sono finiti nell’occhio del ciclone.

C’è chi si domanda se il suo sviluppo, che si avvale soltanto di 33 miliardi di parametri, non sia stato troppo affrettato e non abbia avuto un accurato rodaggio. Ha fatto discutere soprattutto il suo essere ironico a tutti i costi.

Anche quando invece manca il sarcasmo, le risposte fornite sono spesso inappropriate. Ci si domanda dunque se qualunque utente possa avere la sensibilità per scremare le informazioni dall’umorismo.

Il rischio concreto è che X si perda sempre più in una spirale di disinformazione e fake news.