Anche Keep Network si propone di dare risposte in merito ad un’esigenza diffusa come quella relativa alla trasmissione sul web di informazioni private. Tra queste informazioni, infatti, ce ne sono molte che necessitano di un livello ulteriore di protezione rispetto a quello che è già tipico, ad esempio, di Bitcoin. Stiamo parlando di cartelle sanitarie, informazioni finanziarie e molto altro.

Per ovviare al problema, Keep Network ha dato vita ad un sistema in cui i profili di riservatezza salgono in maniera esponenziale, sino a lambire il totale anonimato. Tanto da essere iscritta nella categoria delle privacy coin.

Keep Network: cos’è e cosa si propone

Keep Network è una blockchain fondata da Matt Luongo e Corbin Pon, che si propone di dare vita ad un network globale di computer in cui archiviare informazioni private da distribuire su reti pubbliche tramite smart contract. 

Per riuscire a proteggere in maniera realmente efficiente la privacy dei propri utenti, Keep Network rende possibile l’archiviazione dei dati privati al di fuori della blockchain, in contenitori i quali consentono ai contratti intelligenti la gestione e l’utilizzazione di una parte di queste informazioni senza che sia necessario esporli sulla catena principale.

I contenitori in questione sono i cosiddetti “keep”, che danno il nome al sistema. Al loro interno viene utilizzata la valuta nativa della catena, il token KEEP, che stando alla tokenomics del progetto prevede una fornitura massima pari a un miliardo di esemplari.

Come funziona Keep Network

Come abbiamo ricordato in avvio, Keep Network si propone di dare vita ad un servizio teso alla memorizzazione e conservazione di dati tale da garantirne l’assoluta riservatezza. Per farlo ha previsto i keep, veri e propri contenitori che sono però tenuti fuori dalla blockchain, in modo da impedirne la visualizzazione a soggetti non autorizzati

Sono proprio i keep a consentire alle applicazioni basate su blockchain l’interazione con queste informazioni. Il modo che rende possibile la non esposizione dei dati è l’utilizzo di contratti intelligenti, che obbligano notoriamente al rispetto di determinate condizioni. Soltanto conseguendo le condizioni previste è possibile ad un’app accedere a informazioni e file crittografati, magari per verificare la reale identità di un utente.

I nodi delegati al mantenimento e alla gestione dei keep sono indicati come fornitori e la loro assegnazione dipende dal protocollo random beacon. Come si può capire dal nome, si tratta di una tecnologia crittografica fondata sull’assoluta casualità, tale da non richiedere alcun meccanismo fiduciario.

Se un utente desidera acquistare un contenitore, pubblica la sua richiesta all’interno di Keep Network. A questo punto la blockchain provvede alla suddivisione e al rimescolamento dei dati segreti, per poi inviarne quote ai diversi fornitori. Quando si renderà necessario provvederà inoltre a restituire agli utenti le chiavi di accesso al contenuto dei propri keep.   

I nodi, a loro volta, per poter assumere tale funzione sono tenuti a mettere in staking un determinato quantitativo di KEEP. Si tratta di una vera e propria cauzione che può essere incamerata dal protocollo nell’ipotesi che uno di loro si riveli inaffidabile o negligente. A questo meccanismo di penalizzazione, teso con tutta evidenza a mantenere l’integrità del sistema, ne corrisponde uno di tipo premiante verso chi, al contrario, si adopera al meglio per la fornitura dei vari servizi.

Le prospettive per il futuro

Keep Network si trova al momento al 278° posto nella classifica di settore. Se il progetto mostra aspetti tecnologici di rilievo e propone servizi interessanti, ha però pagato a caro prezzo l’essere apparso praticamente in corrispondenza con l’inizio del crypto winter.

Vanta però tra i suoi finanziatori Coinbase Ventures Draper Associates, Polychain Capital e altre realtà che hanno ravvisato notevoli potenzialità in Keep Network. Un problema nel medio termine potrebbe però essere rappresentato proprio dalla riservatezza che si propone il progetto. L’iscrizione nella categoria delle privacy coin potrebbe in effetti zavorrarne la crescita, inducendo una falsa percezione negli investitori.